23 giugno 2019
AGENZIA PER IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
Le "curiosità" del rinnovo del Consiglio di Amministrazione
23 giugno 2019
Le "curiosità" del rinnovo del Consiglio di Amministrazione
Lo Statuto dell’ Agenzia per il trasporto pubblico locale, nel bacino di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, è chiaro. L’art.9 recita che i componenti il Consiglio di Amministrazione devono essere eletti tra “Amministratori locali o tecnici o esperti del settore”.
Ciò nonostante l’assemblea dell’Agenzia del 4 giugno ha nominato un nuovo CDA che, quanto a competenze e rispetto dello Statuto, lascia molti dubbi. I curricula presentati per la nomina sono i seguenti:
– il Presidente è esperto di energia ma non di trasporti pubblici
– un consigliere è esperto di sociologia ma non di trasporti pubblici
– un consigliere è esperto di ambiente ed energia ma non di trasporti pubblici.
Solo due consiglieri (uno confermato dal precedente CDA) dichiarano competenze nella materia della quale l’Agenzia si occupa. Uno di loro però non si sarebbe neppure candidato secondo le norme vigenti. Tutte ottime persone, che difficilmente però potranno dare un contributo al rilancio del trasporto pubblico in un territorio in cui si muovono più della metà dei cittadini lombardi. Il nuovo CDA è stato imposto dal Comune di Milano che, direttamente o indirettamente, attraverso la Città Metropolitana, ha scelto 4 dei 5 nomi dei suoi componenti.
La scelta lascia perplessi perché il CDA uscente era composto da esperti e tecnici del settore e ha progettato il nuovo piano dei servizi di trasporto pubblico che avrebbe dovuto essere messo a gara, come previsto dalla legge. Ha inoltre approvato il nuovo sistema tariffario che garantirà al Comune di Milano l’ aumento della tariffa a 2 euro. Aumento giustificato dalla possibilità di salire più volte sul metro e dall’adozione della tariffa che consente di allargare i confini dell’area urbana inglobando i territori dei Comuni limitrofi. Un atto dovuto, vista l’iniquità del sistema tariffario fino ad ora in vigore. Il futuro sistema tariffario comprenderà così tutti i capolinea delle linee metropolitane: da Rho-Fiera sulla M1 (il viaggio oggi costa 2,50 euro), a Sesto FS, e sulla verde Cologno nord, Vimodrone e Assago.
L’Agenzia di bacino uscente del TPL, dopo un lungo lavoro, aveva approvato e fatto approvare dai Comuni il futuro piano dei Trasporti gettando le basi per una gara vera (finalmente) per l’affidamento dei servizi, come previsto dalla legge regionale del 2012. Ciò avviene a pochi giorni dalla presentazione di una proposta anticoncorrenziale di project financing avanzata da Next Milano.
Il consorzio d’imprese comprende la partecipazione di ATM, A2A, di BusItalia (autolinee controllate dal gruppo FS), Hitachi Rail (ex Ansaldo Breda), IGPDDecaux (per ATM gestisce gli spazi pubblicitari), Commscon Italia (attiva nella banda larga).In pratica questo consorzio cerca così di predeterminare l’assetto della gara per la riassegnazione dei servizi di trasporto che dovrebbe essere aggiudicata entro la fine del 2020. Proposta di molti miliardi di euro ideata da ATM e A2A, società controllate o partecipate del Comune di Milano.
Nei fatti, proprio quando si sarebbe dovuta garantire la massima professionalità nell’esame della proposta che deciderà il destino dei trasporti metropolitani milanesi dei prossimi anni, si sceglie di rinunciare a consiglieri di amministrazione competenti in materia. Le nuove nomine sono state oggetto di ricorso da parte di un candidato escluso dalla selezione.
Se il ricorso fosse accolto, azzererebbe non solo la procedura adottata da Città Metropolitana ma anche la nomina dell’intero CDA, con effetti che farebbero saltare l’aumento delle tariffe e la stessa proposta Next/ATM che il Comune, con tanta evidenza, vuole garantire . La proposta multimiliardaria di Next Milano (cioè il tentativo di riassegnare i servizi ad ATM dopo una lunga storia di affidamenti diretti) farebbe reagire sia le piccole e medie imprese di autolinee che oggi gestiscono i servizi extraurbani e che ne sarebbero escluse con il rischio fallimento, sia le grandi imprese di trasporti internazionali.
Milano diventerà una vera area metropolitana solo se l’Agenzia trasporto pubblico locale (cioè l’Authority dei trasporti) verrà messa in condizione di pianificare e coordinare in un insieme integrato di trasporti (autobus, treni, tram e metro e i vari sharing), e di scegliere gli operatori in sa ad una gara. Inoltre il lotto della città metropolitana è talmente grande che andrebbe suddiviso in tante parti e gestito non da un unico operatore ma da tanti operatori come avvenuto nelle esperienze di mezza Europa, con risultati eccellenti sia per le case pubbliche che per i pendolari e i cittadini.
Ernesto Liberati
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