5 maggio 2019

SI FA PRESTO A DIRE AUTO ELETTRICA

Siamo sicuri che per l’inquinamento sia il toccasana di cui tutti parlano?


I temi oggi maggiormente promossi per l’abbattimento dell’inquinamento e le conseguenti scelte delle grandi città, sono spesso distanti da una valutazione d’insieme, una visione parziale che può portare un errore non trascurabile, ricadente sulle azioni di contrasto che alla fine possono essere inefficaci o con trascurabili risultati. Importanti organismi scientifici che lavorano con grande serietà, ogni giorno si battono per contrastare la disinformazione o l’informazione pilotata che oggi chiamiamo fake news, spesso utilizzate in modo speculativo anche con finalità politiche.

Gennai

In Italia ad esempio, c’è l’Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), che svolge un enorme lavoro di ricerca e informazione. Un’eccellenza che potrebbe essere maggiormente presente al fianco di enti locali e regionali ma che spesso è inascoltata dagli ambienti in cui c’è da sviluppare certe sinergie a sfavore di altre.

Gli aspetti ecologici ed energetici del sistema di generazione e trasporto dell’energia che servirebbe per coprire l’aumento dei consumi necessari alle ricariche delle batterie per le auto elettriche, sono totalmente ignorati se non considerati trascurabili a favore di una semplificazione non razionale. Oggi tutte le case automobilistiche investono sulle auto elettriche, e diversi ambienti economici e politici parlano di un possibile passaggio dalle auto a combustione fossile a quelle elettriche soprattutto nelle città, presentandola come fosse la soluzione, senza prendere in considerazione una reale ricaduta ambientale rapportata alla realtà del momento energetico nazionale che arranca sul piano della produzione d’energia elettrica e termica.

Analizziamo uno scenario limite, pur con dati che non tengono conto di molti altri fattori che dovremmo inserire in una verifica analitica, non oggetto di questa valutazione che vuole solo aprire a una visione diversa del problema.

Ipotizziamo uno switch totale dalle auto a combustibile convenzionale a quelle elettriche. Per ogni auto convenzionale, prevediamone una elettrica, cosa cambierebbe in termini di quantità dei veicoli in transito a Milano e di richiesta di parcheggi? Il numero dei mezzi in movimento sarebbe lo stesso, i problemi di sosta sarebbero gli stessi, saremmo collassati dalle auto elettriche, ancorché in numero maggiore perché esse sarebbero senza limiti di circolazione e quindi molti potrebbero approfittarne per circolare liberamente in ogni dove, compresa Area C.

Bisognerebbe pensare anche alla creazione di punti di sosta ecosostenibili dotati di ricarica elettrica, ma che non impattino sulla vivibilità della città, sulle piste ciclabili, le zone alberate, i luoghi di convivenza e di svago. Una soluzione potrebbero essere i parcheggi sotterranei, che non ridurrebbero le superfici sul piano stradale, questi da dedicate al verde, dato l’84° posto di Milano, riguardo i metri quadri di verde pro-capite. A tal proposito, a Milano abbiamo solo 17,2 metri quadri pro capite (il minimo è di 9), al 73° posto in Italia (fonte Il Sole-24 Ore).

Il parco auto a combustione a Milano ipotizziamo si attesti su circa 700.000 veicoli, se questo fosse il numero effettivo delle auto elettriche peraltro circolanti ovunque, quanti Kw sarebbero necessari per ricaricarle tutte?

Gennai-03

Prendiamo in considerazione un fattore di contemporaneità critico, in questo caso sarà 1 (cioè: è possibile che tutti i proprietari di un’auto elettrica, la ricarichino contemporaneamente, la notte per esempio), se abbiamo un’auto elettrica con una batteria avente una potenza di circa 24 Kw/h (fonte Quattroruote) e la batteria è a zero perché abbiamo consumato tutti i chilometri di autonomia che in un’auto di questa potenza è 110 circa, supponendo di avere una fornitura domestica di 3 Kw (valore medio di un’utenza domestica), e il nostro carica batterie nell’auto sarà da 3,7 Kw (ricarica di una batteria da 24 Kw/h, fonte “e.station”), ci serviranno circa 7 ore per avere una ricarica al 100%. Moltiplichiamo il dato per 700.000 auto (almeno un’auto elettrica per ogni casa) cioè:

3 Kw/h*700.000 auto EL = 2.100.000Kw/h*7h = 14.700.000Kw =14.700 MW a notte. (1MW=1.000.000 di watt= 1.000Kw).

In realtà i 3 Kw nominali non sono interamente sfruttabili, tenendo conto dei picchi di corrente derivanti da altre utenze. Questo nel caso di unità abitative autonome con box (villette ecc.) In tutti gli altri casi servono box auto o rimesse equipaggiate ad hoc (vedi condomìni ecc.).

Stimiamo con approssimazione 750.000 appartamenti privati, semplificando con un contratto di 3 Kw nominali ciascuno, grosso modo si può dire che la notte utilizzeremo approssimativamente tutta la potenza disponibile dei nostri appartamenti, tenendo in considerazione che ci sono anche i consumi degli elettrodomestici indispensabili come il frigo, non considerati nei calcoli.

In una prospettiva del genere, bisogna pensare anche ai rilasci in aria di sostanze inquinanti, se questa energia sia prodotta dalle centrali termoelettriche, cosa che di notte appare evidente (le centrali fotovoltaiche di notte non producono e l’eolico in Lombardia è trascurabile), bisogna verificare il loro rendimento che varia secondo il tipo di centrale e di combustibile che supponiamo essere di tipo a ciclo combinato di ultima generazione (turbo vapore/turbo gas) alimentato a metano (gas naturale), in questo caso abbiamo un rendimento (η) stimato lordo al 60% (professor C.A.Caputo/ Ingegneria, pubblicazioni varie),valore molto ottimistico.

Per produrre 14.700 MW, esse hanno bisogno di una quantità di gas metano come se dovessero produrre circa 21.000 MW per compensare le perdite stimate al 40%. Valutiamo quanto questo impatta come rilascio inquinante, considerando la CO2 come parametro (unità di misura internazionale), avremo delle emissioni pari ha: 0,365 Kg di CO2 * 1Kw prodotto (365g/Kw fonte ISPRA 2015).

Riprendiamo il nostro consumo notturno per ricaricare le auto elettriche: 0,365Kg/CO2 *14.700.000kw=5.365.500Kg/CO2=5365,5Tonn/CO2(tonnellate).

Pensando a una centrale a ciclo combinato a Milano, per esempio quella di Cassano d’Adda che può produrre fino a 760 MW (fonte A2A), ne servirebbero 19 per coprire il fabbisogno delle ricariche delle auto elettriche.

Facciamo ora un paragone con le auto diesel Euro3, oggi interdette al traffico nelle aree C e B.

Un’auto diesel rilascia circa 150g/km di CO2 (dati Quattroruote),si può dunque scrivere che per rilasciare 5365,5 tonnellate di CO2, la nostra auto dovrà percorrere circa 35.770 km. Giusto per dare un’immagine, da Rho Fiera al Duomo, la distanza è di 14 chilometri (Google Maps), ergo 2.555 auto diesel che tutte le notti, dovrebbero percorrere questa tratta.

C’è da dire che la CO2 non è nociva per l’uomo mentre lo è il particolato PM10 che non è rilasciato dal gas naturale, ma altrettanto vero che non tutte le centrali termoelettriche sono alimentate a gas naturale, molte sono ancora a gasolio e a carbone. Qui ho voluto fare una comparazione tra l’elemento meno inquinante e il combustibile, considerato il più inquinante.

A queste ricariche elettriche, andrebbero aggiunte quelle dei colonnini installati in città che andrebbero ad aumentare il consumo diurno, assai superiore rispetto a quello notturno.

Gennai-02

In conclusione ogni decisione che tenda a migliorare la qualità della vita dei cittadini o a contribuire all’abbattimento delle sostanze inquinanti, va contestualizzato. Si può ipotizzare di ridurre il contributo negativo dei mezzi privati più inquinanti ma non per questo, pensare che le auto elettriche siano la soluzione al problema. Si potrebbe invece pensare a una riduzione tout court dei mezzi privati, a favore del trasporto pubblico o di quello condiviso, andando a verificare i chilometri percorsi e la quantità di persone per ogni mezzo, per esempio introducendo una tassa di circolazione che si riduce in virtù dell’utilizzo che uno né fa fino a estinguersi, grazie a dispositivi elettronici connessi e sistemati nelle auto. Mi pare una banalizzazione intervenire solo sulle auto diesel.

Un breve cenno anche sulla questione del tipo di carburante.

Lo studio pubblicato sulla rivista Nature Scientific, al quale hanno partecipato ricercatori dell’ISPRA, esamina il particolato emesso dai propulsori diesel e da quelli a benzina a diverse temperature (+22° C e -7° C) attraverso lunghi esperimenti condotti in laboratorio. Il risultato più interessante e immediato della ricerca conduce a conclusioni che ribaltano molte affermazioni: ovvero dimostrano che la formazione di particolato e i relativi composti secondari sono più elevati in presenza dei motori a benzina che nei diesel dotati di filtro antiparticolato – quindi da Euro 4 in poi -, e ciò avviene in particolare alle basse temperature ( -7° C). Sul tema ci sarebbe molto da discutere, anche a riguardo delle scelte comunali di bloccare dal 2020, i diesel euro 4 e non le auto a benzina.

Bisognerebbe aumentare le superfici di verde e il numero degli alberi, tendendo a % pro-capite, che si avvicinino almeno alle unità consigliate per persona, oltre a ridurre quanto più possibile la cementificazione, elemento molto negativo in un sistema già compromesso. Occorre ridurre i consumi e i rilasci termici derivati dal caldo/freddo domiciliare e aziendale, andando a incoraggiare i privati a fare un adeguamento degli isolamenti termici, per esempio con i cosi detti cappotti nelle abitazioni e nei sistemi building, in modo da ridurre le escursioni esterno/interno e viceversa, esistono poi soluzioni sugli asfalti, grazie ai quali si possono captare i rilasci (soprattutto le polveri sottili) della combustione delle auto, rendendoli inerti. Occorre poi intervenire sui sistemi di riscaldamento e raffrescamento, senza banalizzare con le pompe di calore e la geotermia se prima non si sono fatti degli interventi di cui sopra.

Un ostacolo è senz’altro il costo che oggi gli enti locali e i privati dovrebbero sostenere per applicare certe tecnologie, ma questo non giustifica le vie facili e i semplicismi.

Muovere i grandi sistemi, anche a livello nazionale, volti a soddisfare le richieste dell’Unione Europea, è evidentemente doveroso, ma dovremmo essere più attenti a cosa si muove e soprattutto verso quale direzione che, a mio avviso, dovrebbe essere quella di un enorme sviluppo del trasporto pubblico e merci su rotaia e per via mare, fare molti parchi e piantare molti alberi lungo le strade, mentre andrebbe rivista tutta la filiera energetica anche riprendendo un processo di ritorno al nucleare.

Gianluca Gennai

Membro del direttivo
Confederazione Cittadini Consapevoli



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


  1. Daniele BrambillaFatti salvi i dubbi circa il futuro della mobilità elettrica, la confusione nell'uso delle unità di potenza e di energia nel suo articolo è veramente deplorevole. Il watt è unità di potenza; il wh (moltiplicato ora, non diviso, non esiste il kW/h !) è unità di energia. Per alimentare simultaneamente 700mila auto occorrono 2.1 milioni di kW di potenza, cioè 2100 MW, cioè 3 Cassano (non 19 !). In 7 ore si consumeranno 2100 x 7 MWh ( e su questa base si calcola la CO2, circa 5 tonnellate per notte, se usiamo centrale termiche). Scusi la lezioncina, ma insomma ... è fisica elementare.
    8 maggio 2019 • 07:27Rispondi
    • Gianluca GennaiGentile Brambilla; intanto lo ringrazio per l'interessamento. Le rispondo per quanto possa servire. Il kw/h è un'unità di calcolo , il w/h è ovviamente una sottounità, quindi non capisco la sua replica sull'uso delle diverse unità : Kw/h - w/h. So bene la differenza tra potenza e energia mi creda, mi dica, quando scrivo 1 Kw x 1h, cioè 1 Kw/h, quanto ho consumato in 1 ora? Direi 1 Kw che sarebbe la potenza, per esempio, di un elettrodomestico, per soddisfare quella potenza, di quanta energia ho bisogno per tenerlo acceso per 1 ora? Dove ha letto una divisione? O allude al segno /? Dai miei dati, la centrale di Cassano produce 760 MW , per cui, se mi occorrono 14.700 MW, quante Cassano mi occorono? Sono 19. Infine: se consumo 3Kw/h per auto e ne ho 700.000 da ricaricare ogni ora, quante Kw/h mi occorrono? Sono 2.100.000 Kw/h ( cioè x ogni ora ) e questo per 7 ore. Poi tutto è opinabile e si può discutere sui metodi di calcolo e su altro, ma sono possibili anche errori di calcolo, non mi faccia però l'appunto su potenza e energia nel campo elettrico. Saluti.
      9 maggio 2019 • 10:36
  2. vincenzo loconsoloOltre alle osservazioni di chi mi ha preceduto occorre fare qualche considerazione sul fattore di contemporaneità. Non ritengo possibile che tutte le auto avrebbero la necessità di essere ricaricate contemporaneamente, ad esempio nel caso del piccolo condominio dove abito ci sono 7auto. E' molto frequente che 3 o 4 auto siano ferme per tutta la giornata (quindi non necessitano di ricarica). Estendendo il caso a tutta la città credo che si possa ipotizzare un fattore di contemporaneità molto inferiore all'unità. Quante famiglie possiedono 2 auto che non utilizzano contemporaneamente? Quante persone pur avendo l'auto si recano al lavoro con i mezzi pubblici? Quanti usano moto, motorini (il centro di Milano ne è pieno) o meglio ancora biciclette?
    8 maggio 2019 • 10:08Rispondi
    • Gianluca GennaiGentile Sig.Loconsolo, Lo ringrazio per il suo interessamento. Le sue osservazioni sono legittime, la mia valutazione è per estremizzare, probabilmente il fattore di contemporaneità = 1 non si verificherebbe mai, ma potrebbe verificarsi. Saluti
      9 maggio 2019 • 10:39
  3. Maurizio SpadaSono d'accordo con lei nonostante gli errori tecnici, il pensiero ecologico, che spesso gli ambientalisti dimenticano per interesse di parte, prescrive di non massimizzare una funzione rispetto alle altre, è questa massimizzazione che crea il disequilibrio di un sistema complesso. Ogni soluzione va soppesata con cura in relazione al tutto. Questo si chiama anche pensiero olistico. Non sono d'accordo sul ritorno al nucleare almeno per ora.
    8 maggio 2019 • 10:43Rispondi
    • Gianluca GennaiGentile Sig, Spada, grazie per le sue, dissento sul darle ragione per gli errori tecnici che, se riferiti alle asserzioni del Sig. Brambilla, a mio avviso, non ci sono. Sempre disponibile per un confronto anche diretto e un'incotro per parlarne. Saluti.
      9 maggio 2019 • 11:57
  4. walter monicimi scusi Gennai, non sono uno specialista ma 5 365 500 kg diviso 0,150 ( 150 grammi ) fa 35,770,000. cioè 35 milioni di km,( non 35mila) che divisi per 700.000 significa in base al suo strano calcolo che tutte le 700mila auto dovrebbero fare circa 51 km ogni notte. Resta valida la sua considerazione: la ricarica elettrica, se non proviene da fonti rinnovabili, idroelettrico, solare, eolico, produce più CO2 di un motore deisel che è notoriamente il più efficiente trasformatore di idrocarburi. La mia opinione è che il futuro potrebbe essere eletrrico solo utilizzando idrogeno prodotto da energia rinnovabile. Mi chiedo, ripensando alla Alcoa di Porto Torres che lamentava la carenza e il costo della elettricità necessaria per produrre alluminio, quanta elettricità potrebbero produrre dei generatori eolici nelle bocche di Bonifacio che hanno vento teso per 364 giorni l'anno?
    8 maggio 2019 • 16:36Rispondi
    • Gianluca GennaiGentile Monici, intanto grazie per il suo interessamento. Per punto. I grammi di calcolo sono gr/Km ( grammi su chilometro secondo 4 Ruote) perchè avrei dovuto dividere i grammi per 1000? gr/km non vuol dire gr diviso 1000, vuo dire che emetto 350g ogni chilometro percorso. Lo strano calcolo non mi pare così strano, è evidente l'estremizzazione con il fattore di contemporaneità che ho portato a 1 ( i calcoli sulla copertura energetica, andrebbero fatti in funzione del fattore più critico, cioè che tutte le auto possano essere caricate contemporaneamente ). Sull'idrogeno sono dello stesso parere, con tutte le riserve del caso, l'idrogeno è un gas molto pericoloso, ad oggi non ci sono garanzie per un utilizzo di massa. Il vento teso, come Lei dice, a che velocità soffia? Mi spiego, a quanti m/s soffia? Se una torre eolica può produrre 1,5 MW ( sono quelle che ho collaudato qualche hanno fa in Toscana), guardando la curva di produzione, il punto di produzione nominale, cioè 1,5 MW, si ottiene a partire da 12,5 m/s fino a 14 m/s, cioè circa 45 Km/h - 50 Km/h , oltre questa velocità si bloccano per evitare il limite strutturale, 45 Km/h vuol dire una mezza tempesta. Molti fanno l'errore di valutare il cut-in come momento di produzione, a favore dei produttori di torri che cosi vendono mattone per oro, non è cosi. IL cut-in, cioè momento di avvio della produzione, può essere anche a 3,5 m/s, con questa velocità, la torre inizia a produrre qualche watt. Quindi, tornando alla sue torri sulla bocca di Bonifacio, convengo con Lei che sarebbe sicuramente un campo produttivo, ma non facciamo affidamento sul vento, estremamente aleatorio, e lo dico come un uomo del vento, visto che nel 2013, sono stato premiato con il progetto Servento-eolico stradale, nell'ambito del concorso europeo per start-up innovatrici, indetto da Enel Lab per Enel Green Power.Convengo nello sviluppare ricerca e fare innovazione, ma occore anche dire le cose, e mi pare che nessuno le voglia sentir dire. Naturalmente sono sempre disponibile per un confronto anche diretto su qualsiasi tema riguardante dell'innazione, purchè se ne parli con correttezza. Per il resto, è possibile l'errore, ci mancherebbe, ma c'è anche molta confusione sul tema natale che favorisce chi da questo ci guadagna a vari titoli.
      9 maggio 2019 • 12:30
  5. EnricoMatematica a parte il bilancio energetico NON giustifica le auto elettriche. Una nota a favore potrebbe essere il minor inquinamento che chiamerei "puntuale" nei centri urbani ad alta densita'. Quando non si vogliano usare i mezzi pubblici. I motori attuali possono essere modificati a gas e anche i disel possono essere dotati e "migliorati" tramiti introduzione di gas (metano o GPL) al 30% gas 70 gasolio. Eviteremmo la rotamazione fonte di inquinamento e la produzione di nuove vetture che comporta sempre un dispendio energetico e di risorse. Ma questo non aumenterebbe le vendite di nuove auto e quindi... Tutti ad elogiare le nuove vetture elettriche che ammesso e non concesso che ci sia una rete in grado di sopportare la richiesta di energia wuesta verrebbe prodotta nel migliore dei casi da centrali a metano.
    9 maggio 2019 • 00:37Rispondi
    • Gianluca GennaiGentile Enrico, grazie per il suo commento. Convengo con Lei su tutti i suoi argomenti. L'unica parte su cui occorre fare una riflessione è il suo ultimo argomento circa le centrali a gas metano, che giustamente cita nella classe delle centrali non inquinanti, aggiungendo " nel migliore dei casi ". IL problema è che le nostre centrali a gas, sono gestite come se ognuna fosse un'azienda a se. Sono delle business Unit che ogni mattina devono confrontarsi con un mercato dell'energia sulla piazza europea ( una vera e propria borsa dell'energia ). Purtroppo, molte italiane ne escono sconfitte a causa della loro tecnologia obsoleta o del costo del gas che da noi è altissimo ( non abbiamo risorse energetiche e dobbiamo acquistarlo all'estero, Libia, Algeria, Russia ) quindi vegono mantenute, si dice in back-up caldo, cioè a turbina ferma o in rollaggio, pronte a erogare energia nel caso il paese Italia vada in crisi energetica e qualche partner europeo decida di non cenderci le quote previste. La maggior parte dell'energia, viene della grandi centrali nucleari europee ( siamo solo noi senza energia nucleare ), le quali, paradossalmente, sono le più virtuose in tema ecologico, se pensiamo al rilascio di sostanze nocive attraverso i fumi di scarico ( non emettono fumi ). Il problema scorie radioattive è un'altro argomento. La nostra produzione viene per lo più da centrali a ciclocombinato ( gas, vapore ) nel caso del vapore, alimentiamo i turbo vapore con gasolio. Abbiamo una buona produzione idroelettrica e qualcosa viene dalle solari ( ma non quanto viene dichiarato ), meno dall'eolico, poi c'è il tema dei termovalorizzatori sul quale bisognerebbe ragionare.
      11 maggio 2019 • 11:06
  6. Gianluca GennaiUna precisazione che vorrei fare per il lettori. Quando mi riferisco alle 19 centrali come quella di Cassano d'Adda, mi riferisco a una centrale che ha un rendimento del 45% ( alcuni danno rendimenti superiori ma partendo da una condizione di perfezione di funzionamento e di giovinezza delle tecnologie ) e soprattutto non può restare al massimo della sua potenza per lungo tempo. Per questo il numero delle unità va più che raddoppiato, Questo dettaglio l'ho trascurato per non appesantire con i dettagli tecnici, invece andava inserito per non dare un'informazione parziale e forviante che ha portato alcuni lettori a contestare il dato. Per questo mi scuso.
    11 maggio 2019 • 12:06Rispondi
  7. Daniele BrambillaRipeto perchè questa fissazione delle 19 centrali è assurda. 700mila auto, potenza impegnata 3 kW per auto, totale 2,1 milioni di kW ovvero 2100 MW. Uguale alla potenza di 3 centrali come Cassano. Allacciate per 7 ore impegneranno le tre centrali per 7 ore. Signor Gennai, io ho fatto il Politecnico di Milano; allibisco di fronte al suo modo di fare i calcoli !
    15 maggio 2019 • 08:06Rispondi
  8. Gianluca GennaiEgregio Brambilla, Lo ringrazio ancora per il suo ulteriore chiarimento che tuttavia mi porta a darle altre immagini che non sembra rientrino nelle sue possibilità di vedere oltre il visibile. Mi chiedo se alle volte non si voglia o non si riesca a vedere certi punti di contatto, oppure si ha altri obbiettivi. il suo calcolo lo condivido, sono 3 centrali in funzione per 7h ( trascurando il rendimento ). Il mio scrivere era per dare un valore di potenza rispetto al consumo derivante dalle ricariche ( cioè, quanto vale l'energia consumata? ), forse mal spiegato per persone come Lei, ma questo era l'intento, far capire, in modo banale, quale peso ha una certa quantità di energia che dovrei impiegare, per dare un'immagine tangibile e mettere sulla bilancia due pesi comprensibili, non condivide il ragionamento? Me ne farò una ragione. E' vero che non occorrono 19 centrali se si va a fae una valutazione analitica dell'energia necessaria, ma questo è il peso che ho preso a paragone, per far capire, in modo banale, quanto valga una certa quantità di energia che presuppone avere una certa potenza disponibile Come dire? Quanti pomodori occorrono per fare un kilo rispetto alle patate? Era esattamente questa l'immagine. Il fatto che esce dal Politecnico, le da competenze aggiuntive? Ha sentito il bisogno di darsi un peso altrimenti non valutabile? Di questo dovrebbe rimanere allibito, del suo limite e intendo il concetto di limite. Dovremmo metterci a competere tra università diverse? Non è un'articolo di analisi matematica ne energetica, non è un documento ingegneristico, l'intento era etico e non analitico, sulla questione delle auto elettriche e di come spesso si ricorra a strategie " tout court" più che a soluzioni.
    22 maggio 2019 • 17:07Rispondi
  9. lucilio cogatoAlcune osservazioni su questo articolo che ho avuto modo di leggere stando in casa in questi giorni. 1)Per ricaricare le 700.000 auto di Milano contemporaneamente con una potenza di 3KW mi serve erogare una potenza di 2,1 Gigawatt, pari a tre centrali di Cassano, non 14 come sostenuto nell'articolo. 2)Nessuno usa tutti i giorni tutte le auto possedute. Inoltre quasi nessuno le usa, in ambito urbano, tanto consumare tutta la carica di 7 ore a 3 KW. 3)L'emissione di 150 g/km corrisponde (sempre dati di Quattroruote) a un consumo inferiore a 6 litri di gasolio per 100 Km. Questo non è realistico per nessun veicolo con motore a C.I. In ciclo urbano il consumo reale di un'auto di medie dimensioni è almeno il doppio, per non parlare di cosa succede in situazioni di congestione. Il rendimento e emissioni delle auto elettriche non risentono, invece, dei problemi di congestione e, in città, sono vantaggiose in termini di emissioni complessive anche qualora la fonte primaria dell'energia elettrica sia un idrocarburo. 4)Le emissioni di una centrale, anche termoelettrica, avvengono lontano dalle finestre dove abita la maggior parte della gente, da camini alti parecchie decine di metri e non all'altezza del naso di un bambino seduto sul passeggino. E poiché le emissioni non sono fatte solo di atossica CO2 né solo di inquinanti ad ampio raggio, questo fa un enorme differenza a favore dei veicoli elettrici. Come fa la differenza il rumore. Con le auto elettriche le città potranno tornare ai livelli di inquinamento acustici forse anche inferiori a quelli preindustriali. La portata positiva di questa innovazione e le sue implicazioni urbanistiche non viene mai abbastanza sottolineata. 5)Le 700.000 auto potrebbero anche diminuire, anzi, dovrebbero, perché tra i numerosi vantaggi dell'elettrico non c'è quello di rendere sostenibili gli attuali alti tassi di motorizzazione: elettriche o no, le auto hanno il problema di occupare enormi quantità di costoso e prezioso spazio urbano. Il tasso di motorizzazione in tutte le grandi città d'Europa è in discesa e a Milano è ancora molto più alto che in molte avanzatissime metropoli mondiali (20-30% in più rispetto a Parigi o Londra). Verso che direzione marci il progresso sembra abbastanza chiaro: più auto elettriche e meno auto complessivamente.
    17 marzo 2020 • 03:06Rispondi
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.


Sullo stesso tema





16 maggio 2023

UN RICORDO DI LUIGI MAZZA

Gabriele Pasqui



21 marzo 2023

NOTTE FONDA SUI SERVIZI A MILANO

L'Osservatore Attento



7 marzo 2023

CUIUS COMMODA EIUS ET INCOMMODA

Giorgio Origlia








Ultimi commenti