14 aprile 2019

MULTE, CONDONI, SOLITI “PIRLA” E CASSE VUOTE

Agevolare i furbi non è mai saggio per un buon amministratore


Nello schema del “decreto crescita” è stato inserito l’articolo «Estensione della definizione
agevolata delle entrate regionali e degli enti locali». Multe auto, Imu, Irap, Tasi, ma anche tassa rifiuti, Tosap e Cosap. Chi più ne ha, ne metta. È il nuovo condono che regioni, comuni, province e città metropolitane potranno attivare per consentire ai cittadini di rottamare le ingiunzioni di pagamento che gli sono state recapitate dalle amministrazioni locali dal 2000 al 2017.

Andare incontro a chi non ce la fa a pagare e che nonostante le buone intenzioni, proprio non ha i soldi o è in difficoltà a pagare le imposte, è buona cosa. Si accertino le difficoltà e si vada incontro a questi cittadini. Ma un condono per i furbi non è una buona cosa. Ripeto quello che ho già scritto: se non si è in grado di farsi pagare le multe da milioni di cittadini, perché farle? Perché c’è qualche “pirla” (per dirla alla milanese, stupido, sciocco, inetto, lento di comprendonio) che corre a pagarle?

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Leggendo Arcipelago Milano, su cui Luca Beltrami Gadola mi ha onorato di una citazione, ho letto una notizia che mi era sfuggita: a Milano nel 2018 su 3.526.986 multe, ne sono state pagate 716.154: dunque, una multa su cinque viene pagata. Preciso, siamo a Milano, non a Napoli né a Roma, dove la diceria popolare dice che le multe non si pagano. No, siamo a Milano. Significa che il Comune non incassa una cifra tra i 115 e gli 81 milioni. Adesso, il Comune potrà condonare le multe non pagate con buona pace dei cittadini diligenti e rispettosi. Bischero chi paga regolarmente.

Spero che il condono sia solo sulle sanzioni e sugli interessi per ritardati pagamenti e che il Comune riscuota almeno i 41 euro per multa. Ma forse il Comune si accontenta di incassare un milione e ottocento mila euro per chi entra con un veicolo inquinante nell’area B. A questa situazione paradossale – facciamo finta di combattere l’inquinamento con le aree C e B, ma sorvoliamo su quanto danno ambientale causano le auto in sosta vietata e in doppia fila – si aggiunga il danno per l’ATM: da gennaio a ottobre 2018 ci sono stati 1.643 casi di sosta irregolare di veicoli privati che hanno bloccato i mezzi pubblici. Il che vuol dire che sono state perse 936 ore equivalenti a 39 giorni. Il costo per l’ATM è stato di 750.000 euro. Un bel danno, ma il Comune è contento degli introiti della B e C. Un po’ meno gli utenti dei mezzi pubblici. Nel 2016 il pedaggio Area C ha fatto incassare 29,7 milioni contro i 29,2 del 2015, segno di un maggior traffico occasionale e dunque di veicoli sottoposti a pagare il pedaggio. Il traffico in realtà è sceso solo lievemente: il 2% in meno.

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Il Comune si dovrebbe porre seriamente una questione che, prima di essere di natura economica, è quella delle regole della civile convivenza. Ha ragione Luca Beltrami Gadola a richiamare Beccaria nella città che gli dedica la piazza dove sorge il comando dei vigili urbani. Ha senso fare delle norme che poi non si è in grado di far rispettare? Metti le strisce gialle per i residenti e quelle blu per i non residenti e poi non sei in grado di far rispettare i divieti e di recuperare 115 milioni di multe. Fai gli accessi dell’area C poi la estendi alla B e scopri che paga l’accesso solo il 49 % di coloro che entrano nell’area. E quante multe recuperi? Ci sono paesi dell’hinterland che attraverso le telecamere identificano le auto che non sono in regola con l’assicurazione e/o con la revisione periodica o che sono rubate. A Milano città abbiamo il 26% delle auto dei milanesi che non è in regola e non sappiamo come affrontare il problema, a detta del vicesindaco.

Stiamo parlando di circa 200 milioni l’anno che mancano all’appello perché non si riescono a far rispettare le norme; non sono quisquilie. E vogliamo contare anche il costo economico e sociale di tutto questo: ambiente, salute, e ritardi sul lavoro. Ma soprattutto il tempo, quello che nessuno ti può restituire. Da anziano, cinque minuti o dieci minuti in più buttati via ad aspettare un mezzo pubblico sono per me un prezzo esorbitante. Un anziano non ha più tempo degli altri e soprattutto non sopporta che gli si dica “tanto tu cosa hai da fare?”. Quando stai arrivando in fondo alla corsa, hai meno tempo da sprecare, o da dedicare ai cretini e alle cose sgradevoli.  E solo gli amministratori che s’impegnano a farci risparmiare tempo, a non farcelo buttar via inutilmente – per i mezzi pubblici in ritardo, per la burocrazia e così via – sono buoni amministratori.

Paolino Casamari

Da “Il Migliorista”



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  1. Renato GaroffoloUn po' di tempo fa c'era la "Milano da bere" adesso abbiamo la "Milano capitale dei capitali" così c'era scritto sul piedistallo sistemato in galleria, sopra al quale c'era la statua di un toro (a dire la verità sembrava un bue, ma va bene anche così) che dovrebbe rappresentare la crescita della borsa, io penso che un'altra volta ci stiano prendendo per dei "pirla" .
    17 aprile 2019 • 22:19Rispondi
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