26 marzo 2019

AIUTO, MI STO PERDENDO, DATEMI UNA MANO

Automobili in città e "smartcittadini"


Proprio così: le notizie sulle automobili a Milano mi sconcertano e non so più cosa pensare. Detto tra noi, non solo sulle automobili. Però su questo tema almeno datemi una mano a mettere ordine nelle mie idee perché Milano sta facendo una lotta forsennata contro le quattro ruote ed io mi perdo nelle contraddizioni: tanto per cominciare si riducono i parcheggi ma si chiude un occhio sulle soste vietate perché per impedirle non ci sono vigili abbastanza e in certe vie non si “osa” perché da qualche parte le automobili bisogna pur lasciarle, vista l’impenetrabilità dei corpi.

Il 14 marzo scorso su Repubblica Milano ho letto un articolo dal titolo: “Area B, linea morbida del Comune «Ma tolleranza zero sui posteggi»”. Nell’intervista all’assessore Granelli, con leggerezza di cassiere da supermarket, ci racconta che si prevede di incassare 1milione e 800mila euro per chi entra con un veicolo inquinante e che le multe per sosta vietata sono passate da 3 milioni nel 2018 a una previsione di 6 milioni nel 2019 e aggiunge: “Grazie anche a una politica di controllo che ci siamo impegnati a fare anche a tutela dei residenti”. Alla fine dell’articolo si legge che un solo milanese su cinque paga le multe: nel 2018 su 3.526.986 multe, ne sono state pagate 716.154.

190326_editoriale-1Milano è la patria di Cesare Beccaria che, tra le altre cose ne disse due: non è tanto importante la gravità della pena quanto la certezza di scontarla ma anche, dice, che lo scopo della pena è la rieducazione del colpevole.

Parliamo della prima. Chiunque abbia avuto la disgrazia di commettere all’estero un qualunque reato tra quelli previsti in materia di Codice della strada, sa per esperienza che non scamperà dalla pena, spesso anche quando si sia rifugiato in patria. Ceppi, comparizione immediata davanti a un tribunale, arresto del veicolo sono esperienze che insegnano. Da noi invece dalla certezza della pena passiamo alla quasi certezza di averla fatta franca o comunque di non pagare. E allora?

Parliamo della seconda: la rieducazione, questione delicata. Tiriamo pure in ballo la cultura, l’educazione, il civismo, tutte doti e virtù in terribile declino ma dobbiamo essere giusti: molte delle soste irregolari sono quelle che chiamerei “soste di necessità”: non una multa per i trasgressori ma un pedaggio, non sempre pagato ma minaccioso.

Mi metto invece nei panni di un pendolare e mi domando: se non venissi in automobile a lavorare a Milano, sì per lavorare ma anche per far ricca la città, quanto ci metterei? Quante ore di sonno perderei? Se scegliessi l’auto invece di una tradotta delle Ferrovie Nord avrei torto?

Se non ce la facciamo col biglietto unico e nemmeno osiamo parlare di una rete di trasporto pubblico capillare da Città Metropolitana, vogliamo prendercela con chi usa l’auto? Se abbiamo consentito la polverizzazione insensata della residenza – “Mi son fatto la villetta” – ossia la “scasciata” urbanistica periurbana, adesso li colpevolizziamo?

 

L’assessore Granelli dice “tutela dei residenti” (elettori). Ok. Però fino a quando la sosta in strada, che è occupazione di suolo pubblico, sarà gratuita? Impopolarissimo mettere una tariffa anche minima? Una cosa che ricordi che si è su di un bene pubblico ridotto a uso privato? Col ricavo magari fare parcheggi possibilmente sotterranei? La politica non ha coraggio? Forse lo Stato potrebbe provvedere con una sua leggina che esautori e sollevi l’amministrazione locale. Ancora peggio! Mettiamo le mani in tasca ai cittadini (Copyright Salvini). Ma quando mai!

Noi comunque, gli Smartmilanesi della Smart City, abbiamo la coda di paglia in quanto automobilisti e ce lo racconta Piero Casamari su Il Migliorista, ecco uno stralcio: ”E poi leggi un articolo, e ti chiedi dove vivi. Non certo a Zurigo. In un articolo, messo di spalla in terza pagina della cronaca milanese del Corriere della Sera, leggi che sei attorniato da persone irresponsabili e da evasori. In 1.500 battute (spazi compresi), ci viene detto che un terzo (ripeto, un terzo) dei veicoli dei milanesi non sono assicurati: stiamo parlando 338.535 veicoli su 1.035.480 al 31 ottobre 2017. Poco meno di un terzo (314.893 pari al 30,4%) non è in regola con la revisione periodica.  Circa il 26% delle auto (273.458) dei milanesi non è in regola né con l’assicurazione né con la revisione. Ma se sono veri questi dati, non è il caso di fare un titolo in prima pagina? Non è il caso di andare più a fondo della questione, di fare una inchiesta? Non stiamo parlando di quattro smandrappati”. Smart is Smart!

190326_editoriale-3

Comunque non scoraggiamoci perché RAI (Educational?) e le altre reti private vivono per merito delle automobili, il 40% del tempo di pubblicità, e ce ne mostrano di piccole e grandi, full drive, superaccessoriate, connesse, che sfrecciano veloci su incontaminati arenili, su sentieri di montagna, improbabili deserti e meglio se SUV ma anche in città dove servono a “rimorchiare”. Ecco il messaggio. Di che ci lamentiamo?

Vi siete mai accorti che quando compare la notizia che le vendite di auto sono calate ci allarmiamo per le sorti della nostra economia? Lutto nazionale! L’indotto automobilistico è un grande canale di esportazione.

Ultimo, e a questo punto forse vi sto annoiando, arriveranno le auspicate auto elettriche che non inquinano in città; resta però il problema della congestione (la congestion charge di Pisapia): troppe auto comunque che fanno brutta la città. Poi dove smaltiremo le batterie? Ci sarà una nuova ecomafia? Una terra dei fuochi dove vedremo bruciare il grafene delle batterie di ultima generazione?

Sono in confusione, ho bisogno un “maître à penser”. Qualcuno si faccia avanti. Che so: il sindaco, la vicesindaca, l’assessore e forse meglio la casalinga di Voghera.

Luca Beltrami Gadola

 

190326_editoriale-4



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


  1. alessandro toccoliniComplimenti per l'analisi lucida e impietosa.
    27 marzo 2019 • 10:15Rispondi
  2. arch. Gianni ZenoniIl Comune di Milano, attraverso la Ripartizione Traffico e Viabilità, sta portando avanti il Piano dei Parcheggi con l’obiettivo positivo di aumentare i posti auto nel sottosuolo, provocando, di fatto, una ristrutturazione degli spazi pubblici della città; infatti più di cento siti, slarghi, piazze, aree verdi cambieranno o potrebbero cambiare il loro aspetto superficiale e quindi il loro rapporto con l’ambiente circostante. Questo piano è inevitabile per compensare le carenze di posti macchina formatisi a causa di una visione ristretta della necessità di posti auto previsti dalle NTA del PRG/80, ma anche per una gestione ancor più restrittiva dell’applicazione di queste norme, già insufficienti. Ricorderemo, a proposito, che per anni il quinto della SLP a parcheggi previsto dalle NTA per la destinazione residenziale è stato considerato un massimo e, per di più, ottenuto calcolando come parcheggi anche le superfici delle rampe e dei corselli, che non sono superfici dove posteggiare. Ora, però, il Piano dei Parcheggi rischia di passare sulla città coinvolgendo enormi risorse private senza lasciare traccia se non quella di aumentare la quantità di auto presenti sul territorio, sopra e sotto il suolo, e con il semplice ridisegno della parte superficiale del parcheggio. L’ottica di questo piano si rivela quindi miope se il solo obiettivo è quello di creare ulteriori posti auto e rinnovare l’arredo superficiale. In realtà, approfittando del coinvolgimento delle risorse private, il Comune doveva perseguire due altri obiettivi, il primo di “costume” per cambiare l’esagerato rapporto auto-abitanti esistente, ed il secondo per attuare una vera e propria ristrutturazione degli spazi cittadini a “quota zero” aumentando la quota delle zone pedonalizzate. In relazione all’obiettivo del “costume”, è necessario fermare il continuo incremento del numero di autovetture all’interno della città, perché questa ha raggiunto il livello più alto del mondo nel rapporto cittadini/automobili, un rapporto che ormai si dimostra ogni giorno di più incompatibile con la vita di città, provocandone un degrado accelerato. Eppure Milano è una città di pianura, abbastanza compatta, dotata di servizi pubblici sotterranei efficienti, ma anche di una rete di servizi di superficie che potrebbero diventare anche loro efficienti se si potesse farli correre al di fuori del traffico privato. Ma fino ad oggi il piano dei parcheggi ha provocato e continua a prevedere, tra sopra e sotto, solo un aumento dei posti auto presenti sul territorio. Già nel ’92, come membro della C. E. cittadina, all’esame del primo piano dei parcheggi espressi il concetto del contenimento generale della disponibilità di automobili per i cittadini milanesi. Con uno slogan molto semplice: Tanti posti auto si fanno nel sottosuolo, tanti se ne levano in superficie, riconquistando così lo spazio a “quota zero” alla disponibilità dei cittadini. Il suggerimento fu respinto soprattutto dalla struttura tecnica comunale, forse preoccupata dal grosso lavoro di riprogettazione della città, che ne sarebbe conseguito. Ma i risultati del primo piano parcheggi, per le parti realizzate, sono lì da vedere: gli spazi superficiali del parcheggio sono stati ridisegnati e arredati, ma intorno è tutto come prima, auto su due file, parcheggi sui marciapiedi e via così. Oggi tutte le municipalità con tessuto storico inadeguato all’uso dell’auto devono cominciare a pensare quale possa essere il numero massimo di auto compatibile con una vita urbana decente. In pratica i Milanesi non hanno messo la loro auto nel sottosuolo, o, se l’hanno fatto, comperando un box, hanno rioccupato lo spazio libero in superficie acquistando altre auto. Oggi sul territorio attorno ai parcheggi realizzati Tommaseo, Tullio Ostilio, Cesariano etc. sono presenti complessivamente, tra sopra e sotto, un numero maggiore di auto che prima, ed in superficie, tranne che per l’arredo dei giardinetti, non si è potuto avere un avvertibile miglioramento della gradevolezza dell’abitare nella zona. Il secondo obiettivo che il piano dei parcheggi deve perseguire è di attuare, contemporaneamente alla costruzione dei parcheggi, una vera e propria ristrutturazione della “quota zero” della città. Infatti, in relazione alla cancellazione di altrettanti posti auto in superficie di quelli realizzati nel parcheggio, si verrebbe ad acquisire attorno al parcheggio sotterraneo la possibilità di una ristrutturazione urbanistica più ampia. Lo spazio lasciato libero dalle auto che utilizzeranno il parcheggio non deve essere lasciato occupare da altre auto, ma utilizzato con una strategia variabile da zona a zona come aumento delle zone pedonali, come liberazione nelle strade di viabilità primaria dalla sosta parassitaria a favore delle corsie di scorrimento o come recupero di sedi proprie per i mezzi pubblici, ma anche per realizzare piste ciclabili dalle dimensioni ottimali. Tenuto conto del numero dei parcheggi previsti e dell’utilizzo di finanziamenti privati, dovrebbe essere interesse dell’Amministrazione approfittare di questi interventi in modo da creare una città più vivibile. In molte città Europee, dove la densità di auto è minore che a Milano, grazie anche ad una minore densità dei volumi costruiti, questa ristrutturazione urbanistica si sta attuando da tempo, ed i risultati si vedono; le città tornano piacevoli da vedere o da percorrere, le costruzioni non emergono più da un tappeto di lamiere, gli spazi piacevoli che si ottengono tornano ad essere vissuti dai cittadini. giugno 2006
    27 marzo 2019 • 11:46Rispondi
  3. GiacomoE' un'analisi molto lucida della schizofrenia delle politiche per la mobilità urbana. Non si possono contemporaneamente avere meno auto e meno parcheggi senza rendere più veloce e più economico il trasporto pubblico. Anche l'aumento del biglietto a 2 euro disincentiva l'uso del mezzo pubblico (per quelli che lo pagano). Infine, Sala sembra comportarsi da sindaco di Milano ma non da sindaco metropolitano. Prende scelte che chiaramente portano a segmentare la città dal resto dell'area metropolitana, senza coordinamento, come la scelta di attivare area B, sapendo che molte delle auto che circolano a Milano sono di residenti fuori comune che usano l'auto perché i mezzi pubblici, dopo i confini della città, diventano molto peggiori.
    27 marzo 2019 • 13:51Rispondi
  4. maria vittoria cernigliaroIl problema delle auto in città non è certo di facile soluzione; la maggior parte dei possessori di auto pensano che sia una vessazione limitarne l'uso e quindi, mancando di rispetto ad altre persone, lasciano la loro auto dove fa a loro comodo. I mezzi di trasporto in città sono molto efficienti, quindi sarebbe sufficiente gestire al meglio i parcheggi ai margini della città per tutelare i pendolari che "devono" utilizzare l'auto. Concordo con la prontezza delle sanzioni, ma mi piacerebbe sapere perchè spesso i vigili con i motivi più vari non le irrogano a chi parcheggia sulle strisce o nelle fermate dei mezzi pubblici: eppure basterebbe una bella foto.... Quanto ai parcheggi sotteranei ne esistono in abbondanza e spesso sottoutilizzati: comprarli però è costoso e ancor più difficile affittarli. Mi pare che all'estero (Londra, Amsterdam, Parigi, Berlino, per non parlare delle città svizzere) il problema sia stato risolto e non solo con l'utilizzo dei veicoli elettrici che, se utilizzati con la mentalità dell'auto-dipendente, producono solo un aumento della circolazione e spesso vengono abbandonate in divieto. Oltretutto i medici ci dicono che camminare fa bene.....
    27 marzo 2019 • 14:25Rispondi
  5. Valerio TradardiLa linea 4 del metrò in costruzione sotto casa mia in lorenteggio a fine lavori sarà utile ma dovevano arrivare nei paesi limitrofi.milano di giorno triplica le presenze, di notte si vedono molte vie vuote ma di giorno..... ho comprato un box in una via limitrofa con la mia liquidazione per via delle multe prese, i lavaggi strade etc. Aumentare a due euro poi non aiuta anche se ci si collega con la città metropolitana.come è possibile che ci siano un terzo delle multe non pagate e un terzo delle macchine non assicurate, certo manca il personale, è capotato anche a me di non pagare una multa perché comunicata in ritardo, la giustificazione di un impiegata è stata appunto il personale mancante. A ottobre dovrò cambiare macchina per via del diesel euto 4, macchina ad un terzo della sua vita possibile.bisogna anche sapere con esattezza le percentualli di inqunamento fra auto tir, riscaldamenti e aziende. Se andate sulle tangenziali e immagino che tutti ci vadano la quantità mostruosa di tir di tutta europa lasciano basiti. Evviva l'elettrico ma sarà appetibile forse fra dieci anni sempre che i petrolieri siano d'accordo e che la produzione siano da energia pulita e con batterie resistenti e che si possa ricaricare facilmente, insomma fantascienza.certo tutto è di difficile soluzione e non si può banalizzare ma crrdo conti la volontà politica di affrontare i problemi
    27 marzo 2019 • 16:43Rispondi
  6. arch. Gianni ZenoniCaro Luca, quanto scritto sopra è un articolo del 2006 ma ora la situazione è peggiorata sia perche è stato trascurato il mio suggerimento fatto in CE, che non utilizzato, ha fatto fallire il Piano Parcheggi, che per i provvedimenti presi dalle ultime 3 Giunte Milanesi. In specie le strisce blu a pagamento e quelle gialle per i residenti gratis. Un terzo delle auto circolanti sono senza Revisione e Assicurazione e il Comune non è in grado neanche di farsi pagare le multe, figuriamoci ritirare patenti e targhe come si fa altrove. Chi aveva un box preferisce parcheggiare nelle righe gialle e rivendere il box super tassato o utilizzarlo per altre funzioni non si sa quanto regolamentari. Il Comune lascia inquinare a pagamento non chiudendo al traffico il Centro Storico come succede in tutte le analoghe città d' Europa. Il tentativo di lasciar fuori città i diesel non tiene conto che dovrà rilasciare permessi per i non abbienti e per i furgoni e i camion fortemente inquinanti che riforniscono la città: Proviamo allora a detassare tutti box privati e colpire severamente chi parcheggia su strada riaprendo un Piano Parcheggi che ubbidisca al mio suggerimento:Tanti posti auto si fanno nel sottosuolo tanti se ne levano in superficie, che verrà così utiizzata per usi civili.
    27 marzo 2019 • 18:19Rispondi
  7. Francesco AnzivinoSono anni che sostengono che quello dell'automobile è un settore trainante dell'economia italiana. E per farlo trainare è necessario cambiare la propria automobile con sempre maggior frequenza. La vecchia auto andrà ad inquinare altrove (sud? est? certo lontano da Milano!). Le nuove auto fiammanti, scintillanti ed elettricamente entusiasmanti sostituiranno quelle vecchie carrette ... fumanti. Ma quanto costa produrre una nuova auto, quanto materiale è necessario, quanti chilometri deve percorrere per giungere dal Giappone alla vetrina del concessionario? Evidentemente è necessario riflettere e ripensare non solo la città, dove gli effetti sono più eclatanti, ma anche le aree e i luoghi lontani dalla città. Magari ricominciando a pro-gettare.
    28 marzo 2019 • 09:56Rispondi
  8. Andy77Gentile LBG, sintetizzando:....................
    29 marzo 2019 • 20:44Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaVisto che ella non gradisce che le vengano personalmente attribuite le sue opinioni, provvediamo a cancellare ogni intervento di Andy77
      30 marzo 2019 • 09:32
  9. Alemanno antonioOccorre coerenza, programmazione, maggiore rispetto dei cittadini Ci si preoccupa di far cassa con le multe e non siamo capaci neppure di incassare! Oltre il danno la beffa, per non parlare delle conseguenze sulla salute grazie all'inquinamento atmosferico e del rumore ... Grazie Beltrami Gadola per queste analisi e denuncie sulle negligenze degli amministratori della Citta di Milano.
    30 marzo 2019 • 19:06Rispondi
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.


Sullo stesso tema


23 aprile 2024

L’ERRORE DI CAMBIAR NOME ALL’URBANISTICA

Luca Beltrami Gadola



9 aprile 2024

MILANO PREDONA

Luca Beltrami Gadola



9 aprile 2024

LA CRISI DEL TRASPORTO PUBBLICO MILANESE

Dario Balotta



19 marzo 2024

MILANO E IL CAPITALISMO RELAZIONALE

Luca Beltrami Gadola



5 marzo 2024

COMUNE DI MILANO: PSICOTERAPIA DI GRUPPO

Luca Beltrami Gadola



6 febbraio 2024

UNA GRETA THUNBERG PER L’URBANISTICA MILANESE

Luca Beltrami Gadola


Ultimi commenti