29 novembre 2018

GLI ARRABBIATI di ROBERTO SOMMELLA

Milioni di cittadini scontenti dell’Europa


181129_BellonSono molti. Sono troppi. Sono milioni i cittadini scontenti di un’Europa vista come iniqua, fragile e inutile. Roberto Sommella, direttore delle relazioni esterne dell’Antitrust, nel suo ultimo saggio edito da La Nuova Europa (pp 140, euro 10), li chiama «Gli Arrabbiati». Una volta erano “un segno su un portone, una scritta su un negozio, una chiesa bruciata” a evidenziare l’intolleranza e il disprezzo. Oggi invece ci pensano i gabbiani da tastiera, abili a far circolare fake news. I social hanno istaurato la dittatura dell’impulso, che porta a linciare prima di sapere e a sostituire la voglia di capire con quella di colpire. Il risultato è la “decostruzione del sapere”, ossia la diffusione della disinformazione.

Sommella parla di “ignoranza artificiale” come uno dei più seri pericoli della contemporaneità e, proprio in questo saggio, con uno sguardo ampio e lucido, offre una fotografia dell’Unione europea e delle sue mancate risposte ai problemi reali dei cittadini. “Il vero spread che deve preoccupare l’Europa e l’Italia è quello sociale”. Una situazione, spiega Sommella, che ha creato gli arrabbiati che sono ormai milioni. Occorre interrogarsi se non sia il caso di intervenire con una massiccia campagna di informazione. A partire dalle notizie più attuali, che riempiono le prime pagine dei quotidiani.

Perché stiamo litigando con l’Unione Europea? Secondo il governo la colpa è di Bruxelles, che come una scolaretta brava in matematica, vorrebbe impedirci di spendere quanto necessario per le riforme. Ma il governo vuole fare le riforme semplicemente perché lo ha garantito agli italiani. Eppure nei programmi elettorali figuravano, sì, le riforme, ma come obiettivi generali non specificati. Infatti, a un mese dall’approvazione della legge di bilancio, non abbiamo ancora informazioni sui contenuti dei provvedimenti, né sulle modalità operative. A luglio, il governo Conte aveva confermato alla Ue l’impegno a rispettare le regole fiscali dell’eurozona. Dopo un interminabile carrellata di cifre, a settembre sono arrivati i risultati delle addizioni: quasi 25 miliardi di deficit in più rispetto all’impegno di luglio. Chi si sta impuntando sui numeri che violano gli impegni: l’Europa o il governo Italiano? Ci sfugge il fatto che bisogna salvaguardare “l’intero”, ossia le condizioni base per il funzionamento dell’economia, della sicurezza collettiva, delle relazioni internazionali, delle istituzioni. Chi governa deve prendere decisioni responsabili. Insistere con le prove di forza è semplicemente una scelta irresponsabile.

A questo punto, c’è da chiedersi quanti “arrabbiati” leggono i giornali, si informano sulla situazione reale dell’Italia e su cosa l’Europa fa per loro. E’ necessario contrastare l’idea che conoscere la Storia non serva, che sia inutile leggere libri, che ognuno possa diffondere la sua verità distorcendo i fatti semplicemente perché l’ha scritto sul web. Le istituzioni europee appaiono prigioniere di burocrazie arroganti e autoreferenziali. Nazionalismi e frontiere sembrano antidoti rassicuranti.

La soluzione, in questa grande battaglia che non è solo di sopravvivenza ma anche di democrazia, secondo l’autore è essere Europa. “Siamo europeisti convinti… Dobbiamo seguire l’esempio degli Stati Uniti, e condividere rischi e opportunità. Abbiamo fatto la moneta, ma ci manca un esercito e la condivisione del debito.”

Cristina Bellon



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