24 ottobre 2018

LETTERE ALLA MADRE

Tutto quello che non abbiamo mai detto a chi ci ha donato la vita


181024_Bellon“Ciao mamma, non ci scriviamo mai anche perché ci vediamo ogni mezzogiorno a tavola. Vengo a mangiare da te, i ristoranti stellati mi fanno un Cracco. Io mangio infilando i rebbi delle forchette nelle polpette che sfuggono nel sugo, con la mano destra. Con la sinistra reggo il giornale, un orecchio è sintonizzato col telegiornale, l’altro è troppo pieno di cerume di rimorsi nei tuoi confronti e si limita ad ascoltarti al cinquanta perciento”. Sono le parole tratte da una lettera, che porta la firma dello scrittore milanese Andrea G. Pinketts, dell’antologia “Lettere alla madre”, curata da Anna di Cagno, e pubblicata da Morellini Editore (pp 154, euro 13,90).

Oltre a Pinketts, ben diciannove affermati scrittori hanno contribuito, ognuno col proprio stile e fantasia, a riempire le pagine di questa preziosa raccolta, dedicata alla madre, la donna che ci ha portato in grembo. L’idea è nata, come spiega la curatrice, durante un pranzo con Mauro Morellini. Nulla è stato lasciato al caso. Né i nomi da coinvolgere né l’argomento, che non doveva essere trattato con sentimentalismo, psicologismo, voyerismo. A ispirare l’intero progetto è stata un’opera di Georges Simenon, “Lettera a mia madre”.

Quanti aneddoti, ricordi, rimpianti, rimproveri! “La rivedo sempre in questo periodo dell’anno. Mentre preparo scientificamente gli zaini per le vacanze” scrive nella prefazione Annalisa Monfreda, direttrice di Donna Moderna, Starbene e Tu Style. “Tu despota, travestita da cerbiatta, scomparivi e non avvisavi” dice Silvia Andreoli, che ha esordito nella narrativa da giovanissima. “Avevo ancora addosso l’odore dolciastro di fiori appassiti che lascia una vita che se ne va” scrive Erica Arosio, giornalista e critico cinematografico. “Vorrei dirti che non sono affatto arrabbiata per esserti separata da mio padre” sussurra Michaela K. Bellisario, giornalista e scrittrice italo-olondese. “Quando sei andata via, ho creduto di dover fare da sola.

Niente sarà come prima” afferma Fioly Bocca, scrittrice e consulente di comunicazione. “Non le piacerebbe mettere radici, fare un figlio? Le non madri sono sempre messe sotto pressione dalla società” ricorda Annarita Briganti, giornalista, scrittrice e autrice teatrale. “Quante volte, mamma, ho pensato alle parole che non ti ho detto, ai gesti che non ho fatto?” si chiede Fernando Coratelli, scrittore, autore teatrale e paroliere musicale. “Perché sarebbe troppo facile adesso rievocare ricordi e lasciarsi andare a un rimpianto di circostanza dicendo mamma con quel filo di voce e la sensazione di essere sempre in ritardo” dice Stefano Corbetta, blogger e Interior designer. “Il resto è venuto così, direi da solo. L’ho imparato spiandoti, ascoltando le infinite telefonate alle tue mille amiche e chiacchierando con te al pomeriggio di cose che ignoravo” rammenta Anna di Cagno, giornalista e scrittrice. “E mi sono sempre ritrovato su quella mezzaluna sabbiosa, solo. Solo con te” racconta con tenerezza Andrea Di Fabio, sceneggiatore per la televisione. “Sei di fronte a me e ho tante cose da dirti. Queste scritte sono solo briciole, come quelle di Pollicino per indicare la strada” dichiara Isa Grassano, giornalista. E poi ci sono le confessioni di chi ha mentito, come quelle di Gabriella Kuruvilla, scrittrice e pittrice italo-indiana: “Ti ho mentito su tutto. Forse perché mi hai sempre ripetuto che la verità è la cosa più importante”. E le confessioni di Massimo Laganà, giornalista, che scrive alla madre per non dire addio “Lo faccio ora, perché non ci sei più”. Madri che per tutta la vita sono state bambine spaventate, come ci racconta Giorgio Maimone, giornalista, ideatore e autori di programmi televisivi; madri che si sono fatte uccidere per donare la vita, come descrive Paolo Mancini, sceneggiatore o giornalista; madri e mamme che si cercano a lungo dentro a queste due parole, come spiega Elena Mearini, che lavora per una compagnia di teatro per ragazzi. E figli, come Marco Montemarano, scrittore e compositore di brani per chitarra, che vorrebbero morire prima della madre, l’unico modo per non soffrire la sua mancanza.

Ci sono anche le mamme che assomigliano alla valletta di Mike Bongiorno “quella fa girare la testa a mezza Italia” esclama lo scrittore Gianluca Morozzi. E le madri, narrate dalla scrittrice ed editor Daniela Rossi, che fanno di ogni discussione un duello, “non possiamo nemmeno dire quanta farina ci voglia per fare una ciambella allo yogurt senza innescare un contradditorio senza fine.” Non c’è un modo giusto o sbagliato di essere madri. Ma, come crede Pino Roveredo, scrittore e giornalista, bisogna continuare “a camminare sopra il percorso profondo delle tue righe, rughe, strade, provando ad afferrare e regalarti gli attimi che mi succedono addosso.”

Cristina Bellon



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