6 marzo 2018

sipario – ‘AMATI ENIGMI’ CON LICIA MAGLIETTA AL TEATRO FRANCO PARENTI


Sipario09FBNella pellicola di Soldini ‘Pane e tulipani’ (1999) Rosalba, una splendida e persa Licia Maglietta, dà vita ad un personaggio che è alla ricerca di se stesso e dell’amore come emozione che riporti interesse alla vita. Come tenerezza. ‘Le acrobate’ ancora di Soldini (1977), sono le donne del nostro tempo, di ogni tempo. Licia Maglietta, come Elena, attraversa l’Italia e mette in evidenza il deserto delle nostre periferie e delle nostre anime. Guardando le statuette del Museo Archeologico della Magna Grecia di Taranto, lei nordica di Treviso, le riconosce come sorelle che nell’affrontare la vita devono destreggiarsi e, funambole, salire sul filo rosso del destino che inchioda le donne a ruoli sempre più difficili e complicati nella nostra società, dove la coscienza della parità di genere fa passi avanti, ma non quanto vorremmo. A ben vedere Clotilde di ‘Amati enigmi’ è lo stesso personaggio femminile, con qualche anno in più, in dialogo diretto con il suo amato pubblico. ‘Non chiederci la parola… Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo’: il riferimento montaliano si presta ad esprimere l’animo di questa donna, in età avanzata, che si interroga sul senso della vita e sui rapporti che l’hanno s/qualificata. Le pagine del diario dove Clotilde ha annotato emozioni su emozioni, mentre osservava un paesaggio naturale o guardava con desiderio negli occhi di un uomo, bevendo la bramosia del suo corpo, delle sue carezze, o il dolce eloquio con l’amica del cuore, che poi si scopre che tanto amica non era… quelle pagine come foglie secche cadono e si sperdono, anzi è Clotilde a strapparle, a divellerle dalla sua vita, lasciando il posto ai silenzi e al vuoto. Degli agrigentini Empedocle diceva che costruivano come se non dovessero morire mai e che mangiavano come se dovessero morire all’indomani. Questo diventa l’argomento di discussione: il cibo, i manicaretti, il fuori da sé, nell’illusione che le pietanze e i sughi riempiano la fame dell’anima.

Una grande prova, superba, di Licia Maglietta, qui attrice, regista, drammaturga e scenografa, accompagnata nelle sue evoluzioni verbali dal mandolino di Tiziano Palladino, nel cimentarsi sul testo di Clotilde Marghieri, scrittrice e giornalista napoletana, che, con “Amati enigmi” vinse nel 1974, all’età di 77 anni, il Premio Viareggio.

Fino all’11 marzo al Teatro Franco Parenti di Milano, via Pier Lombardo 14.
Info: 02 5999 5206, www.teatrofrancoparenti.it

Paolo Rausa

Questa rubrica è a cura di Domenico G. Muscianisi e Paolo Rausa
rubriche@arcipelagomilano.org



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