13 febbraio 2018
“Se non possiamo ricordare il passato con fotografie e parole, saremo condannati a ripeterlo”
James Nachtwey
Palazzo Reale dedica al fotoreporter americano James Nachtwey una retrospettiva senza precedenti: duecento immagini dall’altissima forza espressiva raccontano il male, i mali, del nostro tempo. Nei suoi scatti James Nachtwey narra le violenze, le ingiustizie, la morte e il dolore senza crudezza, ma toccando nel profondo il visitatore attraverso l’eleganza delle pose e la purezza della forma.
Negli anni ‘60 James Nachtwey prende atto della propria vocazione di testimone consapevole prima, e portavoce poi, dei drammi che si dipanano attorno a noi, siano essi girato l’angolo o a migliaia di chilometri lontani. Spinto dalla profonda convinzione che la sensibilizzazione del grande pubblico sia un elemento essenziale nel processo di cambiamento e che le fotografie di guerra, diffuse attraverso i mass media, possano rappresentare una forma di intervento in favore della pace, ha trascorso la sua vita documentando non solo guerre, eccidi e rivoluzioni ma anche catastrofi naturali e questioni sociali (malati di AIDS e TBC, l’inquinamento dell’Est Europa, la casta indiana degli Intoccabili). Gli scatti sono testimonianza dell’orrore e lottano contro di esso, perché come afferma lo stesso Nachtwey: “una fotografia che riveli il volto vero della guerra è quasi per definizione una fotografia contro la guerra”.
La mostra propone una imponente riflessione individuale e collettiva sul tema della guerra. Curata da Roberto Koch e dallo stesso James Nachtwey, “Memoria” si propone come produzione originale, prima tappa di un tour europeo, e si impone come la più grande retrospettiva mai concepita sul suo lavoro. Promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, la mostra ha come Digital Imaging Partner Canon ed è realizzata con il supporto di Fondazione Cariplo e Fondazione Forma per la Fotografia.
Dagli orfanotrofi della Romania post URSS al Ruanda, dallo Zaire alla Cecenia, dall’Iraq agli USA, la geografia che disegna è quella di un mondo straziato e dolente; ma le sue foto non urlano, mostrano con bellezza e delicatezza la realtà lasciando che sia l’empatia a stringere, come in una morsa, lo stomaco di chi le guarda. Sulla parete di una delle sale è riportato uno stralcio della Laudatio per J. Nachtwey di Wim Wenders fatta a Dresda nel 2012, che meriterebbe di per sé la lettura: delinea nel fotografo un connettore tra coloro che sono ritratti e coloro che guardano “Se lui si fa testimone, partecipe, non richiama anche noi alla condizione di testimoni? Se così è, allora James Nachtwey fa delle persone fotografate e di noi una comunità, cui non possiamo sottrarci tanto facilmente. Siamo quindi una umanità. Common humanity, né più né meno.” È bello e giusto leggerlo, ripeterlo, ripetercelo: siamo una comunità.
Benedetta Marchesi
James Nachtwey. Memoria
Dal 01 Dicembre 2017 al 04 Marzo 2018
Palazzo Reale
Biglietto: intero € 12, ridotto € 10/8/6, gratuito
Questa rubrica è a cura di Benedetta Marchesi
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