28 novembre 2017

sipario – «DON CHISCIOTTE» DI HILARE E BARYŠNIKOV: COMMEDIA ROMANA


Teatro dell’Opera di Roma, recita del 18 novembre 2017.

Don Chisciotte. Balletto in tre atti e cinque scene dal romanzo El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha di Miguel de Cervantes Saavedra. Libretto di Marius Petipa. Coreografia di Laurent Hilaire, ispirata dalla versione per l’American Ballet Theatre di Michail Baryšnikov, dopo Marius Petipa e Aleksandr Gorskij. Scene di Vladimir Radunkij e A.J. Weissbard. Costumi di Vladimir Radunsky. Luci di A.J. Weissbard. Nuova produzione del Teatro dell’Opera di Roma.

Rebecca Bianchi (Kitri / Dulcinea), Angelo Greco (principal del San Francisco Ballet, Basilio), Marianna Suriano (Mercedes, ballerina di strada), Michele Satriano (Espada, torero), Andrea Forza (Gamache), Giuseppe Schiavone (Don Chisciotte), Mike Derrua (Sancho Panza), Alessandro Rende (Lorenzo, padre di Kitri). Amiche di Kitri: Sara Loro e Giorgia Calenda. Simone Agrò (capo dei banditi). Viviana Melandri (Dulcinea), Arianna Tiberi (regina delle driadi), Flavia Stocchi (Amore). Driadi soliste: Beatrice Foddi e Federica Maine.

Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma diretto da Eleonora Abbaganto. Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, direttore: David Garforth.

Se nel balletto si dice «Don Chisciotte», il pensiero vola diretto su due nomi: Rudol’f Nureev e Michail Baryšnikov. Due russi con carriere stellari, due artisti i cui balletti sono vivi nel ricordo di tutti per difficoltà tecnica, intensità, passione e profondità espressiva mai più raggiunte.

Il «Don Chisciotte» di Nureev è repertorio al Teatro alla Scala di Milano ormai da trent’anni; mentre a Roma è entrato quest’anno e per la prima volta ha aperto l’intera stagione 2017/18 il Don Chisciotte di Laurent Hilaire che ha ricevuto l’incarico da Baryšnikov stesso per riallestire il suo balletto. Baryšnikov è stato invitato anche per la prima assoluta il 15 novembre e per aiutare i primi ballerini a intepretare il ruolo di Basilio.

sipario39FBLa coreografia dello spettacolo è straordinariamente composta. Il tempo è un po’ rallentato rispetto al famoso video dell’American Ballet Theatre di New York con Cynthia Harvey e Baryšnikov, questo ogni tanto fa perdere la tensione virtuosistica. Tuttavia, l’elemento più innovativo di questa nuova produzione è rappresentato dalle scene e dai costumi. Tutto un po’ cartoon, sembra di stare in un video degli Aqua o dei Cartoons.

Apprezzo la scelta di rileggere il Don Chisciotte in chiave umoristica come in una festa africana; all’Africa e ai turbanti delle mama africane mi rimanda l’acconciatura di Mercedes e delle amiche di Kitri, con uno chignon di tessuto sulla fronte. Se non mi dispiace per le scene e per la realizzazione dei personaggi ‘di colore’ come Don Chisciotte (con un enorme mutanda a cuori sotto l’armatura), Sancho Panza, Gamache, i banditi, ho trovato alla lunga l’umorismo eccessivo per tutti i personaggi nel primo e nell’ultimo atto.

In realtà, la bella coreografia sembrava risultare ‘danneggiata’ nel senso di ‘distratta’ dagli accostamenti dei colori dei costumi nei personaggi. Il balletto per risultare efficace ha bisogno di una maggiore omogeneità: ecco perché, da questo punto di vista, le scene meglio riuscite sono quella dei banditi e quella delle driadi – i cui costumi ricordavano quelli di «Progetto Händel» di Bigonzetti alla Scala. L’elemento che più stona è la scelta di mescolare gli stili di abito: dalla stravaganza totale delle amiche di Kitri e Mercedes, alla canonicità dei toreri dai costumi degni del più tradizionale allestimento.

Gli interpreti hanno dimostrato una grande capacità di espressione dei ruoli senza cadere mai nel macchiettistico, nonostante i costumi. Meravigliosa la brillantezza di Flavia Stocchi per il ruolo di Amore: mostra vivacità perfetta per il ruolo, controllo e lavoro del ‘piccolo’ (bassogamba e punta sflasata), che hanno conferito l’ottima riuscita del personaggio. Coordinate le driadi e le due soliste nei loro costumi che ricordano i legami molecolari. Solida per i fouettés all’italiana Arianna Tiberi nella regina delle driadi.

Gli uomini del corpo di ballo romano sono ritmici e corretti. Di grande impatto scenico e tecnico Michele Satriano, da poco nominato al prossimo Premio Benois de la Danse per il ruolo di José nella Carmen di Roland Petit. Il suo torero Espada è molto forte nell’uso dello spazio e negli atterraggi, a tratti pesante; tuttavia, questo non pregiudica l’interpretazione piena e ‘tellurica’ del suo personaggio sensulamente virile.

I ruoli protagonisti sono affidati all’étoile di casa Rebecca Bianchi e ad Angelo Greco, da quest’anno principal dancer oltreoceano al San Francisco Ballet. Bianchi è una ballerina espressiva, attenta all’interpretazione del ruolo indisponente di una ragazza spagnola di paese. Gradevole nel ruolo di Dulcinea, forse perché l’adagio è più consono alla sua personalità e fisiccità: mi ricordo la sua «Giselle» che la promuove prima ballerina con il ‘nostro’ Claudio Coviello. Per il suo debutto nel ruolo di Kitri, fatto di velocità e dettagli, ha avuto un bel risultato in termini di plauso del pubblico.

sipario39_2Angelo Greco nei suoi ventun anni ha alle spalle già alcuni successi nel Don Chisciotte di Nureev con la solista Vittoria Valerio alla Scala, con la prima ballerina di San Francisco Marija Kocetkova per un gala appena dopo il suo arrivo. Basilio, un ruolo che gli è congeniale per attitudine sia psicologica sia fisica. Come furbacchione innamorato e deciso, Greco mostra una grande qualità di movimento, attenzione alla tecnica ed esplosività virtuosistica dettata da grande controllo e padronanza della tecnica. Straordinaria per ritmo e precisione degli spazi la variazione dei bicchieri.

Mi piace ricordare quando prima della sua partenza per gli Stati Uniti ci salutiamo con un’intervista, Angelo mi dice che il suo desiderio è ballare il Don Chisciotte di Baryšnikov. È bello notare come se n’è andato dall’Italia per il sogno americano e poi questo “sogno” dall’America lo realizza in Italia grazie all’invito di Eleonora Abbagnato e con lo stesso Baryšnikov che lo consiglia sul ruolo!

Domenico Giuseppe Muscianisi

Foto di Yasuko Kageyama (Teatro dell’Opera di Roma): 1. Angelo Greco e Rebecca Bianchi nell’adagio dell’atto I; 2. Angelo Greco nella variazione dell’atto III.



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