5 luglio 2017

OBBLIGO DI CONCORSI APERTI SUGLI SCALI: UN PUNTO FERMO

Contributo dell'Ordine degli Architetti nella partita delle trasformazioni urbane


Come è noto il 22 giugno è stato sottoscritto l’Accordo di Programma per la riqualificazione del sistema delle aree ferroviarie dismesse (già confermato nel 2012 con l’approvazione del PGT) tra Comune di Milano, Regione Lombardia, il Gruppo Ferrovie dello Stato e Savills Investment Management.

04bottelli25FBSi è giunti a questo risultato dopo un lungo percorso di discussione, che ha visto impegnati anche molti rappresentanti di cittadini e stakeholder della città e della sua area metropolitana, e alla quale abbiamo partecipato anche noi architetti, sia con una lettera aperta agli attori in gioco in dicembre 2016, sia più recentemente collaborando con il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico e il Comune di Milano nella organizzazione di alcuni momenti molto partecipati di dibattito pubblico intorno ad alcune questioni ritenute centrali (procedure, infrastrutture, verde e qualità urbana).

Al centro dell’azione del Consiglio del nostro Ordine c’è sempre stata la convinzione, recentemente peraltro resa pubblica in uno statement specifico ritrovabile sul nostro sito, che in questa, come in ogni altra significativa occasione di trasformazione urbana, il concorso di progettazione aperto in due gradi sia lo strumento procedurale da preferire per definire il futuro delle aree di trasformazione della città. Questo indipendentemente dalla proprietà delle aree, dagli obblighi di legge, da quanto stabilito dal Codice degli appalti.

A questo obiettivo abbiamo lavorato in questi mesi, con un complesso lavoro di squadra con molti altri corpi intermedi della città, per la partita sugli Scali ferroviari; a questo stiamo cercando di lavorare per molti altri casi aperti nell’area metropolitana di Milano.

L’Accordo di Programma, che ora attende il percorso in aula prima del voto per la sua ratifica, definisce l’obbligo per gli operatori di sviluppare concorsi aperti in due gradi per i masterplan degli Scali Farini (618.733 mq), Porta Romana (216.614 mq) e Porta Genova (89.137 mq), oltre che per i parchi, gli spazi pubblici e gli edifici pubblici più rilevanti su tutte le aree; mentre vi è la raccomandazione dell’uso dei concorsi per i rimanenti scali. L’accordo fissa inoltre l’obiettivo di avviare le procedure concorsuali per il masterplan dello scalo Farini nei primi sei mesi dall’approvazione dell’Accordo.

Siamo soddisfatti che i nostri appelli alle parti e la collaborazione offerta e ricevuta in questi mesi sul tema degli Scali ferroviari abbiano trovato un’indicazione chiara e una netta e pubblica presa di posizione. Procedure pubbliche e meritocratiche, attraverso modalità semplici ed efficaci, possono dare un apporto decisivo al futuro della città. Una visione per la quale siamo e saremo sempre pronti a dare il nostro contributo.

Riteniamo dunque tale risultato un buon passo avanti, che non cesseremo di proporre per molti altri casi di importanti occasioni di trasformazione urbana, aperte nel nostro territorio, in aree peraltro spesso di origine demaniale (ferroviaria, militare, sportiva, espositiva o altro) nelle quali troppo spesso vediamo decisioni prese con modalità non condivise e senza l’aiuto e il conforto di procedure meritocratiche di evidenza pubblica.

Non crediamo evidentemente che lo strumento del concorso sia risolutivo della totalità delle istanze in gioco o sia un punto di arrivo, siamo consapevoli dei limiti di questo strumento – tuttavia riteniamo sia il punto di partenza da preferire. Il concorso di progettazione aperto è infatti l’unico strumento in grado di coniugare la scelta della proposta migliore, il principio meritocratico nella creazione di occasioni professionali e la pubblica evidenza dei percorsi decisionali.

Il concorso di progettazione, e in particolare il concorso di progettazione aperto in due gradi, se ben costruito e gestito, se sostenuto da buoni bandi, da documentazioni complete e corrette e da giurie autorevoli e limpide – è il migliore tra gli strumenti a nostra disposizione per individuare le soluzioni più appropriate per il futuro della nostra città; ne è la prova l’utilizzo quotidiano che ne fanno tante amministrazioni e privati in Paesi vicini al nostro come Francia, Svizzera e Germania. Senza entrare nel dettaglio tecnico, il migliore tra quelli possibili.

Abbiamo dimostrato il nostro impegno in questo campo investendo qui a Milano risorse ed energie nella preparazione, grazie anche alla collaborazione del Comune, del bando tipo e della piattaforma digitale Concorrimi, che hanno avuto ottima diffusione nel territorio nazionale, potendo contare a oggi molti utilizzi da parte di enti pubblici e privati.

Esistono modalità semplici, efficaci, veloci e collaudate per bandire concorsi di progettazione (pubblici e privati, indipendentemente dunque dagli obblighi di legge e dalla proprietà delle aree) di ogni dimensione e natura: usiamole e costruiamo una città condivisa, plurale e bella.

Valeria Bottelli

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