21 febbraio 2017

SCALI FERROVIARI: DESTINAZIONI D’USO, VERDE SÌ MA NON SOLO

Prosegue il ragionamento a partire dalla tre giorni


Il discorso iniziato sul destino degli scali ferroviari va oltre. Nelle conclusioni del 17 gennaio del convegno “Dagli scali la nuova città”, Renato Mazzoncini AD di FS, sottolineava il ruolo delle ferrovie nello sviluppo nazionale e gli investimenti previsti nelle aree metropolitane, senza precisare cosa accadrà nella nostra area, con quali scadenze, quali gli investimenti sicuri nelle stazioni da migliorare. (l’Accordo Di Programma 2015 rimandava Istria, Dergano, Stephenson a risultati speculativi ottenuti.)

11bacigalupo07FBCredo che la riqualificazione delle stazioni sia secondaria: quelle indispensabili esistono già, e la circle line può utilizzare già la galleria del Passante, che intercetta tutta la rete Metropolitana Milanese. Ritardare di anni il servizio sulla circle line, ritarda l’attrattività delle nuove centralità di Romana e Farini, localizza altrove disordinatamente nuove attività e servizi, conferma la Milano malata di spread localizzativo e di mobilità automobilistica, indebolisce la città fondata sul trasporto pubblico e ferroviario.

La chiave esecutiva rimane ancora FS Sistemi Urbani e Carlo de Vito, con la possibilità di finanziamento diretto o di promozione dei lavori con fondi di caratteristiche non speculative, Cassa depositi e prestiti o altro.

Bene che l’Assessore all’Urbanistica del Comune promuova un convegno di ampi contenuti, che affronta lavoro e città e non solo residenza; ma elude le maggiori difficoltà di attuazione, ad agevolazioni incrementate rispetto al 2015. No all’ipotesi discrezionale di superare la densità del 2015 (0,65 mq/ mq) in caso di “qualità urbana indiscutibile”, meglio un incremento in zone specifiche, o solo per le planivolumetrie estese a più lotti confinanti.

Andreas Kipar illustrava le varianti dimensionali del verde, elementi ed essenze, affermando che questo deve diventare un sistema ovunque presente nella città; lo stesso vale per la pedonalità.

In merito, la recente delibera di indirizzo del Consiglio Comunale stabilisce:

  1. b) affrontare ambiente e verde, per aumentarne la dotazione complessiva e mettere a sistema le nuove aree a verde negli scali con il sistema delle aree verdi cittadine, per realizzare sulla cintura ferroviaria un sistema continuo.
  2. c) aumentare il verde fruibile, per farne l’ossatura portante dell’urbanistica locale, con un nuovo grande parco a Farini, un sistema naturalistico a San Cristoforo.

Non apprezzo né gli aumenti di quantità imprecisate né un documento programmatico che anticipa un disegno, soprattutto quando è nota la visione dell’architetto Stefano Boeri, uno dei progettisti incaricati da Sistemi Urbani FS, che da tempo propone un parco lineare negli scali e lungo la ferrovia che li unisce.

È una ipotesi che non regge per alti costi e modestissimi benefici. Gli spazi verdi possibili lungo il tratto ferroviario Sud, con larghezze variabili dal modesto all’esiguo sono affiancati o tagliati da binari transitati ogni 10 minuti. Il lato Est vede un fascio di binari enorme e convogli in continuazione; la massicciata, a lungo invalicabile e rilevata su murature, affianca spazi di risulta e il verde non ha continuità fisica sul lato urbano, grandi discontinuità su quello esterno. Idea seducente in astratto, insostenibile nei fatti.

Il parco lineare nei comparti è una tentazione ovvia: silenziamo i treni dietro barriere nascoste nel verde, ”ossatura portante delle trasformazioni urbanistiche locali” estese lungo tutta la ferrovia. Nel Accordo di Programma 2015 e nel PGT approvato in Farini e Romana c’erano delle piastre verdi a copertura dei binari in esercizio dichiarate “standard verde o di uso pubblico”, causa certa degli altissimi costi di urbanizzazione. A Farini l’extra onere è di 60 mln, a Romana 20 mln; il disegno di ponti e piastre può essere modificato, la cifra di spesa no.

Un verde bruciato, concentrato contro la ferrovia, peggio se arrampicato sopra terra riportata e costi enormi, quando invece in Farini è la viabilità principale, alternativa ad assi paralleli compromessi dal commercio (Jenner, Cenisio), che ha tutto l’interesse a venir collocata lungo ferrovia e barriere antirumore per alimentare dal fianco i lotti edificabili, allontanati da fonti di rumore e pericolo.

Bene se l’insonorizzazione dei binari è economicamente sostenibile con pedonalità e edifici. Questo non sia l’onere che inficia la fattibilità del tutto, ma volumi e standard incentivati a oneri ridotti. Priorità esecutiva invece per numerosi sottopassi ciclo pedonali che uniscono le parti separate con rampe brevi e spese minori. In attesa di edificazione gli usi provvisori, agricoli, di sport o divertimento contribuiscono alla realizzazione di piantumazioni e dello spazio pubblico definitivo e finiscono subito l’edificato parziale.

Il verde a parco è desiderato: Milano ha solo due parchi storici, pochi parchi minori nella città compatta. I grandi parchi periferici a Ovest e a Est possono aspirare a un’entusiasmante continuità con investimenti contenuti, l’enorme parco Sud Agricolo è ancora da valorizzare; mi sembrano questi gli obiettivi prioritari.

Milano non soffre tanto per la mancanza di parchi, esistenti in cintura e migliorabili per qualità e accesso, quanto per degrado generalizzato dello spazio pubblico. Lo straordinario successo della Darsena e di Piazza Gae Aulenti dimostrano l’intensità della domanda di nuovi luoghi.

Con gli scali si tratta di dimostrare come lo spazio pubblico possa riqualificare la città compatta con l’auspicata continuità di verde e di pedonalità. Sindaco Moratti, si erano disegnati dei “raggi verdi”, nuova continuità di percorsi radiali dal centro alle periferie, ma senza interventi di riqualificazione pedonale si dava solo un nome diverso a sistemi di viali alberati esistenti.

La città delle funzioni pubbliche Verde, Sport, Servizi, segregati e lontani tra loro è triste e faticosa; dobbiamo proporre e normare un nuovo standard costituito dalla pedonalità verde arricchita da ogni funzione pubblica compatibile, che sia riscoperta del collettivo e della comunità.

Il sistema pedonale alberato = Verde Pubblico, alternanza di piazze e vie, totalmente verdi o ad alberatura parziale, sistema di strade, portici, gallerie: dimostrazione della vivibilità e della bellezza della città moderna. La ciclabilità la qualifica ovunque, accede efficace a servizi e commercio.

Teatro e spettacolo possono caratterizzare una piazza? Campi di basket, pallavolo, bocce, pareti di arrampicata, zone per lo skate, oggi rare presenze nei grandi parchi, animano lo spazio pedonale ? Giochi bimbi, aree cani, campi di calcetto.

La qualità dello spazio pubblico è garantita dal sistema delle norme di disciplina dell’edificato che vi prospetta (altezze e fili di fabbrica, portici, gallerie, terrazze). Diversi progettisti si alternino a produrre quella ricchezza di immagine che rimpiangiamo in qualsiasi città antica: i cittadini torneranno a partecipare alla costruzione della città.

I diversi Scali, con funzioni e densità specifiche, siano unitari sia nello spazio pubblico in ogni aspetto e finitura, sia per le norme di processo dell’edificazione nel tempo. Non vogliamo panchine o fontane diverse né eseguibilità diverse tra i comparti. È il Comune che deve esprimere un nuovo inquadramento viabilistico, urbanistico e funzionale, norme per l’edilizia sperimentale, per lo Spazio pubblico a Standard, per il processo edificatorio.

Il disegno dello spazio pubblico e l’architettura mostrata nei concorsi sia esempio locale dell’applicazione di tutte le norme, dimostrando la possibilità di risultati diversi e della flessibilità derivante.

La rinascita degli scali è possibile solo se l’invenduto e non utilizzato in città si dimostra obsoleto rispetto a un nuovo capace di farsi carico di costi di urbanizzazione, di quote di edilizia sociale, della valorizzazione di destinazioni e accessibilità di interesse Metropolitano, della presenza di spazi studiati per integrare nuove attività e attrarre lavoro.

Un esempio di urbanizzazione integrata che diventi oggetto di studio e di turismo. Non esistono altre soluzioni.

Claudio Bacigalupo

 



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