21 febbraio 2017

sipario – DA BERLINO A SANREMO: DANZA E PUBBLICITÀ DI SVEN OTTEN


Mentre in piazza Duomo a Milano bruciano le palme, poco più indietro in via Dante nelle settimane scorse è stato girato uno spot sui ritmi del “neo-swing”, diventato molto popolare in Italia. Il protagonista è Sven Otten, un ballerino autodidatta di 29 anni, che viene da Berlino. Del neo-swing è anche l’ideatore e il divulgatore: infatti, sul proprio canale YouTube JustSomeMotion (JSM) dal 2012 pubblica le proprie coreografie, nonché alcuni tutorial dal nome JSM Dance Academy per impararle passo dopo passo.

sipario07FBTanto virale, che Sven dopo lo spot per l’azienda sponsor del festival di Sanremo 2017 è stato invitato sul palco del Teatro Ariston per esibirsi sulla stessa traccia della pubblicità, ma eseguita dalla voce di Mina, di cui il ballerino è grande fan. Ma che cos’è il suo neo-swing?

Fisico snello, snodato e leggero, ancor più evidenziato dall’altezza, viso fanciullesco e divertente, ciuffo spettinato. Sven con un normale abito classico da uomo, scarpe da tap e un borsalino “da gangster” americano riprende i movimenti dei balli jazzistici e afro-americani degli anni Venti del proibizionismo come il charleston, il tip tap, il fox trot, il boogie-woogie, fino ai movimenti swing degli anni Cinquanta come il rockabilly jive, tutti balli resi famosi e planetari da artisti come la “Venere Nera” Joséphine Baker, Fred Astaire e Ginger Rogers.

Il movimento è improvvisato e imprevedibile come la musica jazz su cui nasce. La peculiarità di Sven sta principalmente nella musica, non è jazzblues – pur se la ricorda –, ma è una forma ‘jazzata’ della techno degli ultimi decenni, basata sui battiti dei bassi. La tecnica del ballo, a dispetto di quello che sembra, è complessa in termini di coordinazione, musicalità e studio dell’isolazione e coscienza dello spazio. Si deve imparare a isolare i quattro arti, che riescono a fare ognuno movimenti diversi: si molleggia sulle ginocchia, tacco e punta dei piedi battono e scivolano alternatamente e le braccia schizzano in movimenti fratti tra le spalle e i gomiti. Il connubio della musica anni Duemila, dei movimenti rétro e l’uso libero di qualsiasi spazio scenico rende il neo-swing di Sven Otten irresistibile, sia esso al Teatro Ariston, in via Dante o in un angolo di piazza Cordusio!

Sven Otten mi spinge un’altra riflessione sulla danza nella pubblicità. A vedere lo spot virale di Sven, quello cattura l’attenzione e la mantiene è l’aspetto coreografico. Ritornano i mente gli spot di successo di molti prodotti punta francesi che hanno utilizzato la propria arte nazionale per promuovere il marchio francese del mondo. Così anche in Italia si comincia a riconoscere nella danza e nel ballo un importante elemento emotivo, poetico e persuasivo per coinvolgere i destinatari di un qualunque messaggio. Il discorso si estende poi all’arte e alla cultura in genere, di cui l’Italia deve ricordarsi esserne stata una culla fondamentale per la civiltà occidentale.

Domenico Giuseppe Muscianisi

 

 

 

questa rubrica è a cura di Domenico G. Muscianisi e Chiara Di Paola

rubriche@arcipelagomilano.org



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