31 gennaio 2017

SCALI: OPPORTUNITÀ DI INNOVAZIONE STRATEGICA SOSTENIBILE

Sei considerazioni essenziali


La dismissione delle aree ferroviarie di Milano è certamente un tema strategico. Le questioni da affrontare tante, molteplici gli interessi in gioco. Difficile indagare le varie chiavi di lettura delle problematiche e la ricaduta che questa trasformazione avrà sulla vivibilità della città, sullo sviluppo futuro della Città Metropolitana e sulla percezione internazionale che il mondo avrà di noi. L’approccio strategico quindi è indiscusso e indiscutibile!!

09wallnofer04FBMa quale strategia? A quali aspetti dare la priorità? Cosa privilegiare e cosa sacrificare? Il piano allo studio, rispetto a quelli precedenti tende a ridurre drasticamente le superfici edificabili e a fare verde, anche un grande parco, il Central Park milanese. Stiamo attenti però a non cedere alle lusinghe della sola riduzione della Slp (superficie lorda di pavimento) come misura salvifica della speculazione edilizia o ad accontentarci dell’aumento di verde mq per abitante.

La partecipazione, tema forte e al centro del dibattito di questi mesi, per contro, è un processo lungo e impegnativo che dà i suoi frutti solo se condotto con esperienza e con mezzi appropriati, diversamente finisce per rappresentare la voce dei soliti noti sotto mentite spoglie. Se fossimo davvero capaci di attivare reali meccanismi di partecipazione, come altre nazioni lo sono, a quest’ora avremmo a disposizione un quadro completo e processi di partecipazione chiara e consolidata su tutti gli ambiti. Proviamo quindi a sfruttare il lato positivo delle pianificazioni che non finiscono mai e dei tempi biblici della politica. Ricordiamo che la pianificazione degli scali è un progetto ultradecennale che può contare su di un grande lavoro svolto e su molteplici documenti redatti. Di tutto questo dovremmo fare tesoro.

Ad esempio esiste una VAS (Valutazione Ambientale Strategica) realizzata nel 2009 pubblicata e disponibile a tutti sul portale della Regione Lombardia. Documento tecnico e non politico. Al suo interno sono stati affrontati i temi specifici, evidenziate le criticità, condivise le finalità con gli altri attori (ASL, Arpa, a2a, comunità locale, ecc.) che hanno formulato le loro osservazioni e dato risposte puntuali e utilissime allo sviluppo della pianificazione.

Certo, il piano è in costante divenire, ma le criticità ambientali e di relazione col territorio restano le medesime. Usare gli strumenti a disposizione come vero e concreto aiuto alla pianificazione costituisce anche un modo per far rendere investimenti fatti dall’Amministrazione per studi di ricerca; diversamente questi ultimi sarebbero solo carta, costosa e inutile, da infilare in un faldone per adempimenti burocratici. Milano, capoluogo lombardo e città metropolitana, ha l’obbligo di innovare anche il metodo di lavoro e di mandare in pensione atteggiamenti vecchi figli di tempi ormai lontani.

C’è chi sostiene che non ci sia più tempo per queste cose, che questi approcci siano lunghi e poco utili; e che la necessità primaria sia arrivare prima possibile alla definizione dell’accordo di piano. Non lasciamo che l’urgente venga prima dell’importante! Non è una questione di tempo ma di priorità che ci si vuole dare, senza considerare poi che usando il lavoro già disponibile si risparmia tempo e si evitano valutazioni inutili e scelte sbagliate.

Tre considerazioni su tutte.

* Salubrità delle città. È l’occasione per prendere in mano seriamente il tema e inserirlo senza indugio nella pianificazione sia territoriale sia edilizia: in questo week end si è concluso il convegno “Air Pollution and Our Health”. Le relazioni tra inquinamento ambientale e patologie gravi cardiovascolari, polmonari così come anche i disturbi nello sviluppo, sono conclamate. Il tema salute deve entrare nel tema pianificazione come priorità! Esiste già una metodologia messa a punto, la Valutazione Impatto Sanitario (VIS) che viene recepita come relazione specialistica nella Vas (Valutazione ambientale strategica). Senza andare lontano, la Regione Lombardia, Ispra, Arpa Piemonte, Regione Veneto ecc. hanno messo a punto linee guida e strumenti di questo tipo. Basterebbe mettere a sistema il sapere e gli strumenti che abbiamo addirittura in casa.

* Il verde sostenibile. Pensare al verde non più in modo quantitativo mq/abitante ma sostenibile: verde diffuso, come mitigazione dell’inquinamento atmosferico, dell’inquinamento acustico, integrato negli edifici come materiale da costruzione, per collaborare alle schermature, all’isolamento al trattamento dell’aria ecc.

* Edilizia e costruito. La qualità edilizia perseguita tramite l’uso della bioclimatica, l’incentivazione all’utilizzo di materiali salubri a basso impatto e senza emissioni di sostanze dannose, l’adozione di sistemi di collaborazione tra interventi pubblici e privati per contribuire alla mitigazione dell’inquinamento outdoor, lo sfruttare i concetti di prossimità per allargare la percezione dell’appartenenza, il risolvere le criticità note con soluzioni che migliorino e contaminino anche l’intorno esistente; usare l’utilizzo dello strumento di verifica dei coni ottici, per avere città belle e armoniche, insomma non quartieri nuovi e isolati in una città vecchia e stanca, ma una vera rigenerazione del tessuto urbano che contamini abbracci e si diffonda per attivare la trasformazione globale e l’avvio concreto della dimensione metropolitana.

* Connessioni. Gli Scali come luoghi della e nella città, perciò strumenti di coesione tra i quartieri, di valorizzazione della rete ferroviaria, di nuovi servizi e funzioni (culturali, sanitarie, sportive, di distribuzione delle merci, ecc.)

Dobbiamo quindi dare vita a un programma che, prima di affrontare singolarmente i suoi temi interni, sia:

* Reale strumento per risolvere o mitigare alcune delle criticità importanti della città (inquinamento atmosferico, viabilità, problemi idrogeologici, miglioramento del clima acustico, collegamento delle parti di città in precedenza separate, contaminazione del rinnovamento anche nei quartieri limitrofi, ecc.)

* Esempio e modello di programmazione innovazione, che affronti e metta a sistema in modo realmente transdisciplinare tutte le competenze di cui si può disporre, per definire un modello coerente con quelli delle metropoli più sostenibili.

Credo sia questa la vera e grande sfida sul tavolo: Milano che innova e guida il cambiamento.

Donatella Wallnöfer

 

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