10 gennaio 2017

la posta dei lettori_11.01.2017


Scrive Martino Antonini a proposito delle nuove tariffe di ingresso in Area C – L’annuncio è stato dato. Il 13 febbraio è la data dalla quale ormai tutti dovranno pagare l’ingresso in centro a Milano. Ormai non è più il problema dell’inquinamento. Ci vogliono i soldi. Francamente …. Vi posso rivolgere una domanda? Allora se una persona è nata in centro negli anni ’40 o negli anni ’50 o negli anni ’60 e via dicendo … è giusto che per tornare a casa sua debba pagare? Che colpa ne ha se è nato in centro? E in quegli anni in centro abitavano anche ceti popolari, operai e veri proletari. onestamente … Quale filosofia politica sostiene simile angheria sistematica? Vi prego, se c’è onestà intellettuale, di darmi una risposta, che sia una risposta, seria. P.S. Nel ’68 non si diceva “L’état c’est chacun de nous“?

Risponde ArcipelagoMilano – Purtroppo non competa a noi dare una risposta, speriamo che l’assessore alla traffico legga questa sua lettera.

Scrive Antonella Nappi a proposito del monitoraggio dell’aria – Bravissima Gerometta! Facciamo anche con ArcipelagoMilano, Genitori AntiSmog, Difendiamo la salute, Chiama Milano, Legambiente ecc. … un appello ai medici e ricercatori perché mandino articoli d’informazione critica sulle ricadute del traffico sulla salute. Non quelle dei pompieri prezzolati! Chiediamolo ai politici coraggiosi. Facciamo un incontro di proteste di cittadini che chiedono di poter respirare che vada settimanalmente in Comune.

Scrive Walter Patscheider a proposito dell’editoriale di LBG – Articolo bellissimo. Bisogna stracciare il codice civile e riscriverlo senza tutte le possibili interpretazioni. Servono regole facili e sopratutto con certezza di velocità nella loro applicazione.

Scrive Giampaolo Bertuletti a proposito dell’editoriale di LBGNon essendo stato attivo nel settore edile, apprezzo le spiegazioni di chi é stato ben introdotto in questa attività, nell’ultimo articolo di Beltrami Gadola. Per informazione, il progetto da 150 miliardi di euro per il raddoppio della rete metropolitana nella regione parigina e nella Ile de France, ha richiesto 8 anni di studi preparatori ed é stato recentemente votato, aprendo così una serie di cantieri che dureranno per i prossimi 25 anni. Pensate che questo sarebbe possibile anche a Milano, provincia e Lombardia?

Scrive Pietro Vismara a proposito del mercato immobiliare 2.0- Mi chiedo dove Giuseppe Bonomi, che scriveAll’obiezione che il mercato non ha interesse a dare risposta a esigenze sociali importanti ma non economicamente vantaggiose rispondo che ciò che era vero in passato ora è superato da una realtà di mercato 2.0 consapevole di non poterle ignorare” veda questo ipotetico “mercato 2.0”. La città è piena di case di lusso che nessuno compra, mentre sono introvabili le case a prezzo basso che tutti vorrebbero, forse non se n’è accorto. Ed è così per tante cose (la metrotramvia della Bicocca è stata fatta a quartiere già realizzato o quasi, ecc.).

Il mercato si proietta su tempi medio – brevi, ed è sotto gli occhi di tutti (per lo meno delle persone con gli occhi aperti e intellettualmente oneste) che non è per niente consapevole delle esigenze sociali, che continua bellamente a ignorare. L’ipotetico mercato 2.0 non solo non esiste, ma forse non esisterà mai, perché i tempi delle trasformazioni urbanistiche sono più lunghi. Se non ci si mettono le istituzioni pubbliche e la cultura professionale a colmare tale divario, alla lunga saremo tutti fritti!

Risponde Giuseppe Bonomi – Grazie, capisco l’obiezione e me l’aspettavo ma, proprio per i citati tempi lunghi di risposta, gli effetti di una migliore consapevolezza del settore dovrebbero vedersi non oggi (l’invenduto che vediamo è il prodotto di ieri) ma domani o dopodomani. Ma vorrei capire chi è lo sviluppatore che su un edificio da rigenerare oggi non sia consapevole che è una nuova domanda che detta le regole: cercherà comunque di fare un metro in più di edilizia libera, ma sa che va comunque fatto un mq di edilizia “medio-bassa”. L’edilizia sociale è poi un’altra cosa che fa capo al pubblico-pubblico, non giriamoci intorno, e solo con complesse articolazioni contrattate può entrare in processi di trasformazione pubblico-privati.

Scrive Maura Cortese a proposito della musica a Natale – Ho letto l’articolo di Paolo Viola che condivido integralmente. I programmi scelti dalle varie “compagnie” brillano per l’incoerenza mischiando Autori, come Mozart, ad altri senza alcun collegamento. Attualmente si eseguiti i concerti per pianoforte di Mozart da parte di soggetti che sarebbe meglio lasciassero il pianoforte ad altri! L’ultimo concerto dell’11 dicembre 2016 alla Scala ha avuto un successo enorme con l’esecuzione della Messa di Requiem di Mozart: anche la compagnia di canto era valida con una delle voci femminili veramente Mozartiana. Scriva ancora sul punto.

 

 

 



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