30 novembre 2016

BANCHI VUOTI QUANDO SI SCRIVE LA COSTITUZIONE

Ora un motivo in più per votare no


Diceva uno dei padri costituenti, citato spesso da Renzi, Piero Calamandrei “Quando si scrive la Costituzione i banchi del Governo devono restare vuoti”. Oggi sta succedendo esattamente il contrario: non solo è il Governo che propone la riforma costituzionale ma addirittura cerca di giustificarla con chiare menzogne parlando di grandi risparmi economici e di maggior facilità e tempestività nella produzione legislativa. Il Governo quando parla di economia dovrebbe dire ai cittadini quando si deciderà a disfarsi seriamente del proprio patrimonio valutato dal ministero del tesoro da 400 a 660 miliardi di euro secondo le diverse stime per il calcolo: solo così si potrà effettivamente diminuire l’indebitamento dell’Italia e riavviare l’economia.

04morandi39fbE comunque sarebbe bastato diminuire del 20% il numero di deputati e senatori per avere quei pochi benefici economici che la non retribuzione dei senatori potrebbe dare. Ci è anche stato detto che la sostanziale scomparsa di un Senato eletto da noi porterà la possibilità di fare più leggi. Più leggi? Ma l’Italia è il campione europeo di capacità legislative con oltre 150.000 leggi vigenti contro le circa 7.000 leggi dei Francesi e le 6.000 dei tedeschi: noi dobbiamo avere meno vincoli, meno leggi più libertà e non il contrario.

Dunque se la sostanziale eliminazione del Senato non serve a migliorare la vita di noi cittadini, una vita ingabbiata in migliaia di vincoli lacci e lacciuoli voluti da una infinità di leggi e di decreti attuativi, se non serve assolutamente a nulla dal punto di vista del costo delle strutture della spesa pubblica a cosa mai potrà servire tale eliminazione? La scomparsa di un Senato eletto dai cittadini potrà garantire al partito che vincerà le elezioni di non avere nessuna limitazione al proprio potere, o meglio ancora al potere del suo segretario.

Una legge analoga il nostro paese l’ha già sperimentata quando negli anni venti la legge Acerbo ha regalato il governo dell’Italia al partito di Mussolini uscito vittorioso alle elezioni dandogli un premio di maggioranza del 65%. Oggi con un premio del 55% chi vincesse le elezioni senza il contrappeso di un Senato eletto dai cittadini potrebbe analogamente governare senza limiti a cominciare dall’elezione del Presidente della Repubblica.

Del resto, il Presidente del Consiglio, commentando nel fine settimana la sentenza che ha dichiarato l’incostituzionalità in quattro punti della legge sulla Pubblica Amministrazione, ha dato l’interpretazione autentica sul come intende i rapporti interni alle istituzioni. Dicendo che la sentenza non consente di liberarci dall’esser circondati da una burocrazia opprimente, ha espresso il rifiuto che nelle materie di competenza regionale serva l’intesa con le Regioni. Lui vorrebbe accentrare nel governo ogni decisione del paese.

Per lui non devono esistere autonomie locali perché il governo provvede a tutto per tutti e se ne infischia della sovranità del cittadino espressa a livello decentrato. Ovviamente, questa interpretazione autentica che il Governo da delle sue intenzioni, vale anche per la proposta di riforma della Costituzione sottoposta a referendum. E costituisce un motivo aggiuntivo per votare NO a una proposta di riforma scritta malissimo nel merito e che consentirebbe di proseguire nella direzione dell’accentramento e dell’uomo solo al comando.

Come cittadino italiano, se non vuoi essere privato dei tuoi diritti e della tua sovranità sopra la cosa pubblica devi bocciare chi non ti vuole come interlocutore e devi andare a votare (il referendum non ha quorum) e votare per te, dunque votare NO, perché la costituzione può certamente essere cambiata ma non in peggio.

 

Giancarlo Morandi
Presidenza Comitato NO AL PEGGIO

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