28 ottobre 2015
PHILIP K. HITTI
STORIA DEGLI ARABI
Edizioni Odoya -Bologna 2015
pp. 825, € 32.00
Dopo 51 anni di attesa torna in libreria la monumentale “Storia degli Arabi” di Philip K. Hitti in una versione enormemente arricchita e aggiornata dai suoi discepoli dopo la morte del maestro. Il vuoto che l’opera riempie è pari alla quasi totale ignoranza che l’Occidente colto ha maturato sulla formazione e sugli sviluppi della cultura araba specie per quel che attiene l’origine semitica degli arabi e la vita dei nomadi prima dell’avvento dell’Islam.
Del resto fra tutti i territori che hanno un’estensione paragonabile a quella dell’Arabia fra tutti i popoli che si avvicinano agli arabi per rilevanza e importanza storica, nessun paese e nessuna popolazione sono stati studiati ed esaminati, in tempi moderni, meno degli arabi e dell’Arabia. Come probabile culla della famiglia semitica, la penisola araba nutrì quei popoli che più tardi migrarono nella Mezzaluna fertile, per divenire successivamente i Babilonesi, gli Assiri, i Fenici e gli Ebrei della storia.
Come plausibile fonte del semitismo puro, il suolo sabbioso della penisola è il luogo nel quale vanno cercati i primi rudimenti del giudaismo, e di conseguenza del cristianesimo. Gli arabi non crearono soltanto un impero, ma anche una civiltà. Eredi degli antichi valori culturali che fiorirono sulle rive del Tigri e dell’Eufrate, nel territorio del Nilo e sulle rive orientali del Mediterraneo, essi parimenti assimilarono e assorbirono le caratteristiche principali della civiltà greco-romana, e in seguito furono lo strumento che trasmise all’Europa medievale molte di quelle influenze intellettuali che infine provocarono il risveglio del mondo occidentale avviandolo verso il suo moderno rinascimento.
Nel Medio Evo, spiega Hitti, nessun popolo contribuì al progresso umano quanto gli arabi e popoli di lingua araba. Questa del resto per molti secoli fu la lingua del sapere, della cultura e del pensiero progressista in tutto il mondo civile. Tra il nono e il dodicesimo secolo furono scritte in arabo molte più opere di filosofia, medicina, storia, religione, astronomia, geografia, di quanto sia stato fatto in ogni altra lingua.
La grande ricerca dell’autore si articola in sei parti: l’età preislamica; la nascita dell’Islam e il califfato l’impero omayyade e l’impero abbaside; gli arabi in Europa: Spagna e Sicilia; l’ultimo stato musulmano del Medio Evo; sotto il governo ottomano.
Un’opera fondamentale, dunque, arricchita da numerosissime mappe esplicative e illustrazioni originali, che rappresenta il tentativo ambizioso e riuscito di costruire un ponte fra presente e passato riproponendoci una percezione della cultura araba distorta da troppi anni da un flusso di notizie che ignora o minimizza la straordinaria importanza e la vistosa continuità tra le civiltà mediorientali e il mondo occidentale.
Paolo Bonaccorsi
questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero