17 maggio 2016

musica – PIANO CITY 2016: ALL’ALBA CON GOLDBERG 


Piano City Milano compie cinque anni. Cinque anni di una città aperta, come le case che hanno ospitato i nostri pianisti. Cinque anni di concerti nei luoghi più inaspettati, di musica sui tram, sulle barche, sulle bici. Cinque anni in cui Milano si è trasformata in un unico grande palcoscenico. Cinque anni di una città che non si ferma mai e continua a cambiare. Come Piano City”.

musica18FBCosì recita l’incipit del sito che, più avanti, aggiunge: “Piano City Milano 2016 non si ferma mai! La grande apertura del venerdì sera darà inizio a 50 ore ininterrotte di musica che accompagneranno la città per tutto il fine settimana. Il collante saranno due maratone notturne, PianoNight venerdì e PianoRave sabato, che si concluderanno con due suggestivi concerti all’alba, il primo con vista su Milano direttamente dai tetti della Galleria Vittorio Emanuele II e il secondo che si terrà di fronte alla Palazzina Liberty nel suggestivo parco Vittorio Formentano”.

È inevitabile porre questo evento nel quadro delle manifestazioni che punteggiano annualmente la vita della città e che vanno dal Salone del Mobile in aprile al Festival MI.TO. in settembre, da Book City in novembre ai vari eventi fieristici che, in diversi momenti dell’anno, coinvolgono i cittadini più che gli specialisti cui sono dedicati (dall’elettronica al cibo, dal turismo all’arte e non solo).

Eppure Piano City ha, rispetto agli altri eventi milanesi, una marcia in più, quella di essere estranea a ogni logica commerciale, di essere puro piacere di fare e di ascoltare musica, e musica di ogni genere. Qualche sponsor darà una mano per affrontare le spese essenziali, qualche azienda si farà vanto di offrire spazi interessanti, i produttori di pianoforti si faranno un po’ di pubblicità, ma nessuna di queste azioni sovrasterà il piacere della spontaneità, la curiosità di un pubblico per lo più poco avvezzo all’ascolto dal vivo della musica colta, un pubblico che si lascia trascinare da entusiasmo collettivo e passa il tempo a spostarsi da un concerto all’altro, da una casa all’altra.

C’è da chiedersi perché il pianoforte e non un altro strumento, ed è una bella domanda con molte possibili risposte: perché è lo strumento più completo, lo strumento più diffuso nelle case private, perché ha il repertorio più vasto e un più grande numero di cultori, sia professionisti che dilettanti; chissà, non so neanche se è vero, forse è così solo apparentemente.

Tre anni fa in questa rubrica raccontammo la storia di Piano City che nacque a Berlino nel 2010 per iniziativa del pianista Andreas Kern che allora organizzò 70 concerti contemporanei nella città; l’unico pianista italiano invitato fu Ludovico Einaudi che si innamorò dell’idea e, con l’appoggio di Stefano Boeri allora assessore alla Cultura, la ripropose e la sperimentò a Milano nel 2012. Nel primo anno furono 160 concerti, nel secondo diventarono 260, quest’anno ne sono annunciati oltre 400, tutti nell’arco delle 50 ore o poco più che vanno dalla sera di venerdì 20 a quella di domenica 22 maggio.

La cosa più curiosa e interessante del programma, che quest’anno sarà diretto da Ricciarda Belgiojoso, penso che sarà quel “PianoNight” previsto nella notte fra venerdì e sabato in via Bergognone al numero 34 (nei locali dell’ex Ansaldo) ove si succederanno – con musiche tutte ispirate al “notturno” – Carlo Balzaretti (che suonerà opere di F. Chopin, E. Granados, F. Mompou, A. Piazzolla, M. Carrasco, C. Balzaretti), Andrea Rebaudengoc (C. Debussy, F. Poulenc, M. Ravel , B. Bartók), Daniele Lombardi (G. Crumb, T. Monk, D. Lombardi, A. Mosolov), Massimiliano Viel (M. Viel, K. Stockhausen), Ciro Longobardi (“Triadic Memories” di M. Feldman) e si concluderà alle 4.30 del mattino (proprio così, all’alba delle quattro e mezza!) quando Monica Leone eseguirà le “Variazioni Goldberg” di J. S. Bach di cui è ben nota specialista (le suonò con grande successo al Museo del Novecento – in un orario normalissimo – durante  il Piano City del 2013). E perché a quest’ora? Presto detto, per via della leggenda che vuole questa celeberrima “Aria con diverse variazioni per cembalo con due manuali” scritta da Bach per il giovane clavicembalista Johann Gottlieb Goldberg che doveva eseguirle durante la notte per alleviare l’insonnia di cui soffriva il suo datore di lavoro, conte Hermann Carl von Keyserling ambasciatore russo a Dresda.

Ora si dà il caso che sabato mattina a Milano il sole sorga alle 5.46 e poiché le Goldberg – se eseguite con tutti i loro necessari ritornelli (ma domenica scorsa una sconsiderata pianista nella Sala Puccini del Conservatorio li ha eliminati quasi del tutto, e così fece una volta ahinoi, anche Andrea Bacchetti al teatro Dal Verme!) – durano circa 80 minuti, dovrebbero concludersi insieme alla notte. E se avremo il cielo limpido come annunciato, sarà un momento magico quello in cui la replica finale dell’Aria coinciderà esattamente con il sorgere del sole. Un’occasione da non perdere, che ci farà saltare la notte come si faceva una volta a capo d’anno, o ci farà levare prima dell’alba come quando si partiva per una avventura importante.

Paolo Viola

 

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


9 aprile 2024

VIDEOCLIP: LA MUSICA COME PRODOTTO AUDIOVISIVO

Tommaso Lupi Papi Salonia






20 febbraio 2024

SANREMO 2024: IL FESTIVAL CHE PUNTA SUI GIOVANI

Tommaso Lupi Papi Salonia



20 febbraio 2024

FINALMENTE

Paolo Viola



6 febbraio 2024

QUANTA MUSICA A MILANO!

Paolo Viola



23 gennaio 2024

MITSUKO UCHIDA E BEETHOVEN

Paolo Viola


Ultimi commenti