15 novembre 2018

CORRUZIONE E ANTICORRUZIONE

10 lezioni scritte da Raffale Cantone e da Enrico Carloni

È da qualche settimana disponibile nelle librerie il saggio “Corruzione e Anticorruzione. Dieci lezioni” edito da Feltrinelli (pp. 201, euro 17), che porta due firme congiunte, quella di Raffaele Cantone ed Enrico Carloni. Si tratta delle pagine più dibattute sulla corruzione. Anche se l’argomento è stato più volte affrontato in articoli, interviste, libri, trasmissioni televisive, gli autori hanno sentito l’esigenza di riproporlo sotto una nuova angolazione.

Cantone non assolve solo un compito, investe tutte le energie fisiche e psicologiche nella sua missione. Per quelli che lo conoscono, che hanno seguito le sue gesta come presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), e prima ancora come sostituto procuratore a Napoli, capo della Direzione distrettuale antimafia, magistrato addetto all’Ufficio massimario, consulente della Commissione parlamentare antimafia e membro della Commissione per la trasparenza e prevenzione della corruzione del ministero, Cantone resta una figura pilastro nella lotta contro la corruzione. Figura intellettuale di rara qualità anche umana. È una fortuna conoscerlo. Una sfortuna invece per chi sta dall’altra parte della barricata e che ha fatto della corruzione il suo surf per rimanere sulla cresta dell’onda.

Leggere Cantone significa entrare in un mondo di arricchiti che hanno sfruttato la posizione pubblica per intascare denaro illecito. In questo saggio, è stupefacente la sua capacità nel far convergere dentro il testo l’immagine del retro della medaglia, cioè l’anticorruzione, di cosa è e di quali obiettivi si propone la fase repressiva, e di farlo capire alla gente.

La firma di Enrico Carloni, professore universitario grande esperto in materia, ha dato un maggior respiro alle lezioni contenute nel libro. È stato capace di leggere il tutto in una chiave sistemica e con quella chiave dare una lettura razionale, ma anche critica, della complessità delle norme. Spiegare con un linguaggio semplice istituti citati anche dalla stampa senza che di essi si sappia molto.

La corruzione dell’era moderna è un delitto diventato universale. Come dice l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) “la lotta contro la corruzione rappresenta una delle principali sfide per la crescita globale”, secondo le convenzioni di Strasburgo è “una minaccia per la preminenza del diritto, la democrazia e i diritti dell’uomo”, e per l’UNCAC (The United Nations Convention against Corruption) gli Stati parte della convenzione sono “preoccupati della gravità dei problemi posti dalla corruzione e dalla minaccia che essa costituisce per la stabilità e la sicurezza della società.”

Tra le righe del saggio esplode la personalità centripeta e centrifuga di Cantone, che considera la prevenzione un’arma vincente. Con le sue parole vuole sensibilizzare tutti i cittadini, in particolare quelli che gli si avvicinano dicendo “Arrestateli tutti”. A costoro risponde: “Mi piacerebbe spiegare cosa facciamo davvero, cosa è la prevenzione della corruzione e perché, da magistrato che sa bene quanto è importante la fase repressiva, la ritengo indispensabile quanto arrestare un corrotto o un corruttore”.

Cristina Bellon