6 novembre 2018

PASSAGGIO A NORD OVEST

Il convegno a Verbania: tra infrastrutture e ambiente


Sabato 27 ottobre 350 esperti, operatori, imprenditori, amministratori locali e politici provenienti da tutta Italia si sono riuniti a Verbania per sostenere lo sviluppo del nord ovest mentre stava già per essere assunta la decisione del Comune di Torino di sospendere i lavori della TAV Torino- Lione per l’ennesima “verifica ulteriore”. Si è così realizzato il paradosso di un governo che sollecita una municipalità a perseguire le istanze di una vallata alpina e sospende i lavori di un corridoio trans europeo destinato a congiungere l’Ungheria alla penisola iberica attraverso il Nord d’Italia. Il corto circuito istituzionale non ha però esaurito il valore della spinta propulsiva dell’iniziativa di Verbania. Su di essa giova dunque riflettere.
181106_Rinolfi-01Anche se il Coordinamento di liste civiche di centrosinistra di Liguria, Lombardia e Piemonte nasce da una precisa area politica, il suo carattere civico, aperto e innovativo lo rende capace di diffondersi al di là degli schieramenti e delle scelte contingenti del governo in carica. L’ambizione è quella alta ed è di porre “i territori al centro di una Europa federale che non nasce più solo dagli Stati” come afferma la relazione introduttiva del suo principale animatore Franco D’Alfonso.
A pochi mesi da elezioni decisive per il continente riemerge sulle rive del lago Maggiore il miglior pensiero di tutti i grandi federalisti italiani sviluppato adesso in forma nuova dal Glocal pensiero di Piero Bassetti. La sfida richiama all’impegno innanzitutto quei lombardi che, pur non essendo leghisti, hanno sostenuto il referendum sull’autonomia regionale. Liste civiche interregionali che agiscono autonomamente in locale pensando in globale dunque, ma per perseguire quali obiettivi concreti?
La logistica e l’ambiente sono i due campi individuati dagli organizzatori che però implicano anche l’indispensabile rinnovo degli strumenti di governo dei territori.

La logistica: realizzare le infrastrutture fisiche.
Imprenditori, amministratori, esperti e gestori di realtà come Malpensa affrontano i pericolo dei ritardi che si stanno accumulando e sottolineano l’urgenza di sbloccare il grave stato di impasse sulle grandi opere. L’impressione netta è che si tratti di un primo passo politico difensivo ma doveroso e indispensabile per recuperare i ritardi e poter così affrontare la sfida in cui ormai si trovano le imprese e i cittadini: quella posta dall’intelligenza artificiale applicata ai processi logistici che da tempo avanza in tutto il mondo.
Pressato dall’urgenza di difendere le infrastrutture materiali già decise e messe in forse, il cambio di natura dei processi logistici trainato dalla interazione collaborativa e dall’internet delle cose può fare solo un timido capolino nella sala congressi anche se tutti gli operatori e amministratori presenti sentono quotidianamente il suo fiato sul loro collo.
Approfondire come i territori possono connettersi alla straordinaria accelerazione che naviga nel Cloud sposterebbe infatti l’attenzione dalle infrastrutture fisiche ancora carenti a quelle digitali intelligenti 4.0 che, che utilizzano le infrastrutture materiali disponibili ma che, se non avviate in tempo utile, portano rapidamente il Paese fuori da ogni gioco logistico avanzato.

L’ambiente: per attrarre e creare più benessere.
Il secondo pilastro del convegno è quello di un ambiente vissuto dai sindaci presenti in funzione della capacità attrattiva per chi lo abita fruisce, della qualità dell’aria, dei servizi di mobilità, delle raccolte differenziate e smaltimento rifiuti, del verde pubblico. Questi due sono i capisaldi attuali sui quali si concentrano gli sforzi anche delle aree metropolitane. Sono aspetti ambientali concreti che rappresentano già un impegnativo terreno di azione anche se la pressione degli eventi spinge già verso sviluppi così dirompenti che rimangono a margine del convegno.
Per un osservatore attento all’era dell’Antropocene oltre agli aspetti già citati su cui si concentrano le ansie amministrative emerse a convegno, se ne debbono aggiungere altri che però implicano nuove scelte amministrative.
Gli tsunami climatici, la biodiversità pregiudicata dai tessuti urbanizzati, i consumi dei patrimoni naturali fanno infatti ancora fatica ad entrare in una prassi amministrativa italiana che non li valorizza e non li mette neppure a bilancio. La loro eco fa da sfondo al convegno, ma esigendo un cambio di passo particolare, non riesce ancora a tradursi in indicazione politica concreta e quindi a coinvolgerlo pienamente. Sono politiche invece ben presenti all’Europa che le sostiene promuovendo una visione dell’ambiente più centrata sulla rigenerazione degli ecosistemi territoriali che non sulla gestione dei loro consumi.

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Verso nuovi strumenti di governo dei territori.
Oltre alle citate necessità di infrastrutture materiali e ambientali il convegno solleva poi lo spinoso il tema degli assetti istituzionali e di governance locale. Anche per gli amministratori giunti dal Lazio è insostenibile la differenza di pressione che investe la sfera economica e amministrativa locale rispetto alla tempistica di reazione stabilita dalla legge e gestita dalle burocrazie centrali. Una voragine che si accentua in modo dirompente per gli stati di emergenza e l’accelerazione dei mercati. Un limite che giunge sino al punto di rendere difficoltoso l’agire dei sindaci e pregiudica lo sviluppo locale. E si sa che senza sviluppo è impossibile sostenere il welfare a tutela delle situazioni di maggiore fragilità, come ribadisce con forza il sindaco di Milano Giuseppe Sala.

Riflettendo su quanto emerso dal convegno su questo aspetto, si può osservare che l’inefficienza del sistema Italia viene troppo spesso attribuita alla numerosità dei suoi 8092 campanili, delle sue 110 province e 20 regioni. In questo caso ci sono di aiuto i confini del nostro Nord dove non ci sono terre incolte da conquistare ma nazioni ben organizzate come Francia e Germania che hanno un numero di comuni ben più elevato del nostro. La richiesta di più autonomia dalle istituzioni centrali che emerge dal gruppo Amici del Verbano, è dunque un terreno ancora da sviluppare e chiarire.
Sappiamo che il compito non sarà facile poiché da noi risulta difficile incentivare anche una semplice gestione associata di funzioni amministrative fra più comuni. Lo scenario europeo è fatto però dai cugini francesi che si avvalgono da tempo di enti pubblici di cooperazione intercomunale con autonomia amministrativa e personalità giuridica (EPCI) mentre i vicini popoli germanici hanno le loro Città Stato che convivono con le comunità di lavoro intercomunale, le unioni di scopo e i comuni complessi.

È lungo queste direttrici che le nascenti liste civiche del Nord Ovest intendono camminare?
Ce lo auguriamo. Sarebbe anche un modo intelligente per portare la spinta territoriale ed ecologista esistente nel Paese sul terreno di una politica concreta. Un contributo in questa direzione viene da Sergio Chiamparino che, forse proprio per diretta esperienza dei comitati NoTav, intende i comitati civici come importanti fattori di mediazione e partecipazione dei cittadini a supporto dei partiti politici da sviluppare al di fuori però da ogni visione inutilmente e pericolosamente “ideologizzante”.
181106_Rinolfi-02Il convegno si chiude sotto lo sguardo di un Monte Rosa incupito dal ritiro dei suoi ghiacciai.

Carlo Alberto Rinolfi



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