20 febbraio 2018

ESPANSIONE DI CITTÀ STUDI E PIANO DEGLI SCALI

Andare in un'altra direzione


Il trasferimento della Città Studi, che comprende grandi attrattive cittadine come Sedi Universitarie e importanti Ospedali, è un problema che si va discutendo per la difficoltà di questi servizi pubblici di realizzare un eventuale ampliamento a causa della presenza del limite fisico costituito dal terrapieno delle Ferrovie che per ben 1500 metri non ha lasciato altri varchi, tra quelli presenti in via Pacini a nord e viale Corsica a sud, per l’espansione di queste importanti funzioni pubbliche.

05zenoni07FBQuesti due accessi sono perennemente intasati dal traffico proveniente dall’hinterland e dalle periferie intercluse e più volte sono apparse sulla stampa petizioni dei cittadini del recente quartiere residenziale di via Rubattino che lamentavano la difficoltà di accedere alla città attraverso di essi.

Eppure la semplice realizzazione di un paio di sottopassi a condurre oltre la barriera ferroviaria permetterebbe di raggiungere le vaste aree dismesse attorno alle vie Pitteri e Rubattino consentendo di mantenere la Città Studi nella sua posizione storica e favorendo i suoi ampliamenti, oltre che fornire un dignitoso collegamento col centro di Milano ai quartieri residenziali, commerciali e terziari esistenti e di nuova previsione.

La presenza di un Polo di non comuni attrattività scientifiche come Università e Strutture Ospedaliere tra Milano e Segrate si adeguerebbe inoltre al concetto di Città Metropolitana, dove le funzioni attrattive non devono accentrarsi in Milano, ma espandersi verso i Comuni limitrofi.

Oltre tutto la Città Studi ampliata verso Est avrebbe accessi diretti alla rete Autostradale, infatti la presenza della Tangenziale EST con l’uscita di via Rubattino costituisce un fondamentale collegamento alla rete Autostradale Lombarda e ai comuni dell’Hinterland facenti parte della Città Metropoplitana, mentre i nuovi sottopassi, che dovrebbero essere previsti nella barriera ferroviaria, oltre a consentire l’ampliamento della Città Studi verso l’hinterland potrebbero raggiungere la circonvallazione delle Regioni arteria fondamentale della zona Est di Milano. Che ricordiamo è prevalentemente residenziale e mal sopporterebbe il trasferimento di Università e Ospedali in altre parti della città, come sostengono i Comitati dei residenti attorno alla sede attuale di Città Studi.

Ma ora tutto ciò che sembrerebbe un sogno può avere la possibilità di essere realizzato.

Infatti il Piano degli Scali che il Comune e la Regione hanno sottoscritto con le Ferrovie dello Stato Italiane, con Rete Ferroviaria Italiana, con FS Sistemi Urbani e Savills Investiment Management SGR per la riqualificazione di sette scali ferroviari dismessi, individua in 1.250.000 mq le sette aree interessate alla trasformazione.

Si tratta del più grande piano di rigenerazione urbana che riguarderà Milano nei prossimi 20 anni, uno dei più grandi progetti di ricucitura e valorizzazione territoriale in Italia ed in Europa.

Tale piano ha però un grande limite nella individuazione di queste aree solo attorno alle stazioni o scali di San Cristoforo, Porta Genova, Porta Romana, Rogoredo, Lambrate, Greco e Farini, lasciando così come sono i collegamenti ferroviari tra di loro a sbarrare la ricucitura tra gli abitati interni alla cerchia ferroviaria con quelli esterni alla stessa.

Se si vuole adeguare il concetto del Piano degli Scali con quello di ricucitura della viabilità cittadina separata dai bastioni ferroviari, sarebbe necessario però prevedere altri collegamenti, oltre a quelli indispensabili da ricavare nei perimetri degli Scali indicati, tra la Milano dentro e fuori la cintura ferroviaria.

Ed il primo collegamento, per i grandi effetti benefici che ne potrebbero derivare, sarebbe proprio quello che permetterebbe alla Città Studi sopra descritta di restare sui siti che occupa da sempre e ampliarsi sulle aree di nuovo accesso oltre la barriera ferroviaria, diventando centro di Servizi di grande attrattività della città Metropolitana.

Qualcuno si sarà domandato perché la tangenziale EST in quello spazio dove le Ferrovie sbarrano la strada all’ampliamento della Città è invece costruita in sopraelevata. Appunto perché quando si crea una infrastruttura di grande fruibilità non bisogna compiere gli errori fatti dalle Ferrovie dello Stato, e accettato dalle amministrazioni Comunali precedenti, nel permettendo percorsi ferroviari su alti terrapieni che di fatto impediscono l’accesso alle aree di espansione della città. Bisogna sempre guardare avanti e così hanno fatto i progettisti della Tangenziale Est.

Sarebbe necessario quindi che il primo obbiettivo del Piano degli Scali diventasse il collegamento tra la città esistente entro la barriera ferroviaria e gli spazi interclusi della periferia, attuando il desiderio dell’uomo di collegare ed unire tutto ciò che appare ai suoi occhi perché non ci siano divisioni, contrasti e separazioni: ogni collegamento tra due abitati che si vedevano, ma non potevano essere facilmente accessibili l’uno per l’altro, diventerà ragione di grande soddisfazione dei cittadini e centro di attrazione per nuove destinazioni pubbliche o private della Milano del futuro.

Gianni Zenoni



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