19 dicembre 2017

ULTIME NOTIZIE DAL FRONTE AREE POST-EXPO

Il masterplan di Lendlease per l’area di Expo. Dubbi e perplessità


Ho assistito alla presentazione del masterplan di Lendlease alla Cascina Triulza lo scorso 28 novembre e sono rimasto sorpreso. Gli articoli di giornale che avevano preceduto l’assegnazione del bando avevano messo in rilievo che il progetto vincitore offriva molto più verde del concorrente Vitali S.p.A. insieme alla STAM Europe, 460.000 mq rispetto ai 440.000 mq indicati dall’accordo di programma e ribaditi dal bando e che sono stati oggetto di uno dei quesiti del referendum promosso da Milano si Muove nel 2011, il mantenimento del parco agro-alimentare di Expo.

10sacerdoti42FBForte era il sospetto che con le volumetrie previste tra i 240.000 e i 480.000 mq di superficie lorda di pavimento per i privati, oltre a quelli dell’ospedale Galeazzi, dello Human Technopole e della Università Statale il verde non potesse essere compatto e che si limitasse allo spazio tra gli edifici. Invece le slide presentate dall’arch. Kipar e che si possono trovare sul sito di Urban File facevano vedere zone di verde compatto e molto verde ovunque con beneficio degli studenti, dei docenti, dei ricercatori, dei pazienti dell’ospedale e dei dipendenti delle aziende che si insedieranno nel quartiere.

Tuttavia una analisi più accurata dei documenti disponibili porta a conclusioni assai diverse.

Il parco lineare del decumano (vedi figura 1), un viale pedonale lungo un chilometro e mezzo e largo 40 metri, per un totale di 60.000 mq, viene creato sopra una piastra di cemento sotto cui transitano tutti i servizi dell’expo, acqua, fognatura, fibre ottiche per telefonia e internet e quindi difficilmente potrà ospitare piante di alto fusto, l’unico modo è creare delle collinette di terra e bucarla in qualche punto. Con le piazze laterali, che sembrano degli slarghi, l’area di ingresso dalla stazione ferroviaria già piantumata per l’Expo con alberi piuttosto bassi e con la collina mediterranea, anche questa già esistente, si arriva a 105.000 mq ma l’impressione è che il verde sarà rappresentato da piante rampicanti sui pali che sostenevano la copertura del decumano come si vede in un rendering o al massimo sarà un viale alberato come ce ne sono molti a Milano di questa larghezza e che nessuno ha mai considerato dei parchi.

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Figura 1

Se a questo si aggiunge che lungo il decumano passeranno dei mezzi elettrici senza autista estremamente pericolosi per chi lo percorrerà con lo scopo di raggiungere il posto di studio, di ricerca o di lavoro, a piedi o in bicicletta, su un percorso di un chilometro e mezzo di lunghezza, di tutto si può parlare tranne che di un parco lineare. E se anche si decidesse, come ritengo indispensabile per la sicurezza degli utenti del quartiere, che saranno almeno 40.000 persone, di riservarlo ai pedoni e alle biciclette, rimarrà il problema dell’accesso agli edifici che vi si affacciano e ai mezzi che li dovranno costruire e rifornire. E non penso che saranno costruiti tutti insieme come è successo per Expo.

Esaminiamo le altre aree a verde. Il viale degli eventi di 35.000 mq non è altro che il cardo dell’Expo e anch’esso è una piastra di cemento con i sottoservizi che potrà essere trasformato in un boulevard alberato ma non in un parco, anche se qui non sono previsti i mezzi elettrici.

Figura 2

Figura 2

I quattro parchi per innumerevoli esperienze (vedi figura 2) si prestano anch’essi a delle osservazioni critiche. Il Parco attrezzato di connessione (37.000 mq) non è altro che il terreno compreso tra la strada di circonvallazione dell’area e i canali che passano a nord. Ha una larghezza limitata, può essere sicuramente sistemato rispetto alla situazione attuale ma sarà poco più che un passaggio pedonale tra la strada e il canale. Vi sarà un percorso vita e un Children Park da qualche parte.

Il Parco dello Sport, per 70.000 mq, è l’area sportiva richiesta come requisito indispensabile dall’Università Statale per gli studenti di Scienze Motorie (che attualmente utilizzano il Centro Saini in via Corelli), e per il resto degli studenti, ma non esaurisce i requisiti, che comprendono anche una palestra e una piscina olimpionica. Queste due strutture sportive non ci sono, sembra che si utilizzeranno delle strutture del Comune di Rho esterne al Campus con buona pace dell’idea che il campus sia autosufficiente.

L’orto botanico e le serre fanno parte del progetto della statale per 12.000 dei 23.000 mq (orto botanico didattico, serre e fitotroni) e quindi questa parte non sarà probabilmente aperta al pubblico.

Il Parco del Cibo e della Salute per 60.000 mq sembra l’unico vero parco compatto del progetto anche se la parte davanti all’ospedale Galeazzi è sopra il parcheggio interrato dell’ospedale e lungo il canale a nord è prevista una costruzione. Il progetto della Statale parlava di un Giardino Botanico di almeno 50.000 mq e di una zona coltivata a fini didattico-sperimentali di almeno 20.000 mq, non si capisce se il parco soddisfa questo requisito.

Il totale di queste aree a verde è di 330.000 mq, per arrivare ai 460.000 mq è necessario includere il verde esistente lungo l’anello esterno, l’arena, i canali e la Cascina Triulza che proprio verde non è.

La mia conclusione sul verde è che non si può parlare di 460.000 mq ma di meno della metà con un enorme consumo del territorio, contraddicendo la Valutazione Ambientale Strategica dell’Expo che auspicava che il consumo del suolo fosse limitato al massimo visto che in precedenza l’area era utilizzata a scopi agricoli intorno alla cascina.

D’altra parte le immagini dei rendering ci fanno vedere un quartiere piuttosto denso nella parte a sud del decumano con gli spazi verdi concentrati intorno alla Cascina Triulza e davanti all’ospedale Galeazzi. Per un confronto con un’altra possibile organizzazione degli edifici si può vedere la proposta dell’arch. Boeri per quest’area nel Fiume Verde degli scali ferroviari.

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Veniamo ora al tema trasporti. L’ospedale Galeazzi ha acquistato i terreni più vicini al metro, alla stazione ferroviaria e all’accesso automobilistico ottimizzando i tempi per pazienti, visitatori e personale medico.

Le aziende si collocheranno all’inizio e a metà del decumano, lo Human Technopole sarà lungo il cardo e, più lontane di tutti, nei terreni di minore valore commerciale, saranno collocate le facoltà scientifiche della Statale. Per raggiungerle a piedi ci vorrà più di mezz’ora, circa 2 chilometri e mezzo dalla MM. Ci si può aspettare quindi un notevole flusso di persone soprattutto la mattina e la sera. A questa esigenza di mobilità Lendlease risponde con mezzi elettrici senza guidatore di limitate dimensioni, come indicati nei rendering più dei taxi che degli autobus.

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Non sembra che questi mezzi possano portare il numero di utenti necessari nelle ore di punta e l’idea di farli percorrere il decumano e non solo la circonvallazione, come gli autobus durante Expo 2015 è azzardata, visto che sono senza guidatore e il decumano sarà piuttosto affollato. Durante l’Expo ci passavano solo mezzi elettrici con guidatore e a bassa velocità. Forse un tram lungo il decumano potrebbe essere più utile, anche se troppo tradizionale per i proponenti, orientati al futuro.

Veniamo infine alle volumetrie. Non sembrano molto definite e piuttosto basse rispetto ai 16 piani dell’ospedale Galeazzi. Non è chiaro se possano contenere i 480.000 mq che Lendlease potrà costruire e se invece degli edifici bassi spunteranno dei grattacieli, i rendering non chiariscono il numero dei piani.

Si può vedere invece chiaramente che l’edificio degli spazi dipartimentali della Statale, che nei requisiti era di sei piani, arriva a circa 15 piani. Vi sarà una torre all’angolo del cardo con il decumano perché l’area occupata è stata ristretta per consentire la creazione del campo di atletica verso la collina mediterranea. Questo fatto è sorprendente perché il rispetto dei requisiti della Statale era indicato come obbligatorio da parte dei partecipanti al bando, pena l’esclusione.

Avrei voluto confrontare il progetto vincitore con quello della cordata di Vitali S.p.A. insieme alla STAM Europe ma non è stato possibile perché non è stato ancora pubblicato sul sito dei proponenti. Sarebbe interessante capire se veramente hanno offerto meno spazi verdi rispetto ai vincitori come è stato scritto sui giornali, se il loro verde era più reale di quello di Lendlease o no e se hanno rispettato o no i requisiti della Statale.

Michele Sacerdoti



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