12 dicembre 2017

ARRIVA IL REGOLAMENTO DEL VERDE: UN PASSO AVANTI

Verso una Milano sempre più green e sostenibile


Sostenibilità: “Nelle scienze ambientali ed economiche, condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.” Cit. Enciclopedia Treccani.

grandi41FBPresente e futuro, pragmatismo e visioni, azioni e progettualità, breve e lungo termine. Questi sono i concetti che dovremmo tenere sempre a mente quando parliamo, pensiamo e lavoriamo per Milano città sostenibile ed ecologica.

Qualche settimana fa si è insediato, nell’aula consiliare di Palazzo Marino, il Consiglio dei Ragazzi e delle Ragazze del Municipio 1. Si tratta di un’istituzione articolata sul modello dei Consigli di Municipio, dove i consiglieri, eletti dai loro compagni (studenti dell’ultimo biennio delle elementari e delle medie), si fanno portavoce delle istanze dei loro elettori. In questi anni ho visto lavorare i ragazzi con passione e sorprendente competenza e mi sono fatta l’idea che questo sia un ottimo esperimento: non solo per loro, che imparano a confrontarsi con l’idea di Amministrazione Pubblica, ma per noi che nell’Amministrazione Pubblica a vario titolo lavoriamo.

Nel giorno dell’insediamento sono intervenuti in molti: ciascun eletto ha riassunto il suo pensiero, o meglio il suo progetto politico. E quello che ne è uscito è un piccolo vademecum di cui fare tesoro. Questi i temi:

1. Più verde, più alberi, più parchi, più giardini, più cura degli spazi verdi, più pulizia, più rispetto del bene comune.

2. Meno inquinamento, meno automobili, più strade sicure per le biciclette, più mezzi pubblici.

3. Più attenzione al problema della disabilità: ogni bambino deve potere giocare, studiare, divertirsi allo stesso modo, che sia più o meno fortunato.

4. Decisioni più veloci, progetti che una volta avviati si realizzano.

Dell’integrazione non parlano neppure, dal momento che per loro è naturale avere amici che provengono da ogni parte del mondo e che percepiscono come parte integrante del loro mondo. Ovviamente, evidentemente, sono argomenti ancora troppo lontani per loro, non parlano neppure di sviluppo, di lavoro: ma dalle loro parole si capisce bene che già intuiscono come una città accogliente, verde, meno inquinata, accessibile, sia una città in cui è piacevole vivere, lavorare, divertirsi.

Ecco, non vorrei sembrare banale, ma io credo che in questi quattro punti sia ben riassunto il significato di sostenibilità di una città: pensieri concreti per l’oggi che assicureranno la vivibilità di domani.

Il fatto è che oggi tocca a noi lavorare per assicurare ai nostri figli quello che, a ragione, si aspettano. E dobbiamo farlo bene, in fretta, con un piano di interventi a breve e a lungo termine che sia in grado davvero di portare Milano a diventare un’eccellenza europea per quello che attiene alla qualità della vita dei suoi abitanti.

Molto è stato fatto, molto si sta facendo: per alcuni aspetti Milano è già una città attrattiva, ma questo non deve consentire di sederci sugli allori. Se, ad esempio, siamo la seconda città europea, subito dopo Vienna, per la raccolta differenziata, (un primato di cui andare fieri) siamo però la città più inquinata d’Europa; e una città in cui i livelli di polveri sottili è tale da provocare un costante aumento di malattie respiratorie e circolatorie (tralasciamo il tema gravoso delle sanzioni europee cui andiamo incontro): Milano oltre a non essere una città sostenibile, è una città che rischia di dovere affrontare (o fare affrontare) costi abnormi per la sanità pubblica.

Si parla quotidianamente di azioni urgenti da intraprendere, di danari che mancano, di soluzioni di breve, medio e lungo termine. Da dove cominciare, quindi? La scelta è ampia e va dagli interventi sulla mobilità, a quelli di sviluppo del sistema del trasporto pubblico (specie su ferro e specie per la città metropolitana), dalla sostituzione delle caldaie inquinanti agli incentivi per l’utilizzo di energie rinnovabili. Oggi però, per ragioni di spazio, parlerò solo del sistema del verde e degli spazi aperti: ogni viale alberato (e ogni albero), ogni giardino, ogni parco è un formidabile nemico dell’inquinamento, oltre ad essere un luogo di benessere.

Occorre perciò lavorare (l’ho già scritto su queste pagine alcuni mesi fa e l’ho ribadito in occasione di Green City Milano, che si prefissò questo fine) a un progetto che preveda un piano di visione strategica, di sviluppo, di valorizzazione e anche normativo del verde, non solo del Comune di Milano, ma della Città Metropolitana. Connessioni verdi, tutela della biodiversità, progettazione di nuovi spazi verdi, salvaguardia di quelli esistenti, manutenzione corretta, collaborazioni con enti e imprese, sviluppo di sistemi integrati: sono tutti strumenti necessari che devono però essere saldamente gestiti dalla Pubblica Amministrazione, così da non correre il rischio di operazioni che vadano in conflitto con il tema, da tenere sempre presente, del bene comune. Dovremo progettare il recupero a verde di vastissime aree all’interno degli ex scali ferroviari: come farlo senza precise linee d’indirizzo che non dovranno riguardare i singoli scali di volta in volta, ma un sistema ampio e articolato che si allarga fino ai grandi parchi della cintura milanese?

Ma veniamo alla manutenzione. Oggi il Consiglio Comunale ha finalmente approvato, dopo mesi d’attesa, il Regolamento d’Uso e di Tutela del Verde Pubblico e Privato. È una bellissima notizia, la realizzazione di un progetto atteso da tempo, in cui in molti abbiamo creduto, al quale abbiamo lavorato con entusiasmo per anni, nel corso della scorsa Amministrazione, anche grazie all’allora Assessora al Verde Chiara Bisconti. Da oggi questo nuovo strumento di governo potrà imprimere una svolta positiva a tutto ciò che attiene alla cura e alla valorizzazione del verde urbano.

Il concetto di tutela del verde pubblico e privato (perché anche quest’ultimo va inteso come parte del bene comune), all’interno di un regolamento comunale, è molto innovativo: per la prima volta, le regole non riguarderanno più solo il fruitore, ma si rivolgeranno innanzitutto al manutentore e all’Amministratore Pubblico. Da oggi avremo norme chiare, regole inderogabili, modelli da seguire che sottolineeranno l’attenzione della città per il suo patrimonio verde e per il suo paesaggio. La sostenibilità di Milano parte proprio da qui: da quello che oggi abbiamo iniziato a fare pensando alla città di domani.

Elena Grandi



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