6 maggio 2015
RITORNO AL MARIGOLD HOTEL
di John Madden [USA, 2015, 122′]
con Judi Dench, Maggie Smith, Richard Gere
È il sequel della deliziosa commedia Marigold Hotel che ha avuto un inaspettato successo due anni fa. In breve ecco la sua storia: un gruppo di anziani inglesi con difficoltà economiche a vivere in patria si trasferisce a Jaipur (India) in un fatiscente hotel, gestito da un incapace ragazzotto (Sonny).
Dopo il primo impatto negativo, gli ospiti sono di aiuto per la trasformazione dell’hotel in un vero albergo. Muriel (Maggie Smith) diventa addirittura socia del giovane e, forte della sua esperienza di governante, sovrintende all’organizzazione dei lavori.
Nel Ritorno al Marigold Hotel tutti gli ospiti si sono ambientati e hanno trovato attività da svolgere c’è chi lavora in un club (Norman e Madge), chi si occupa di acquistare tessuti per un’azienda (Evelyn), chi lavora in un’agenzia viaggi (Carol) e chi accompagna i turisti a visitare i templi (Douglas). Ma il pretesto di questo sequel è il desiderio di Sonny di replicare l’esperienza acquistando una struttura alberghiera vicina per poi creare un franchising. Insieme alla fidata Muriel si reca in California a cercare finanziamenti.
La missione supera il primo vaglio, ma arriverà un ispettore in incognito a visitare l’hotel. Nel frattempo Sonny e la bella Sunaina stanno per convolare a nozze e si preparano i festeggiamenti. L’attesa dell’ispettore e le prove delle danze travolgono la vita di Sonny. Nell’hotel la comunità continua la sua quotidianità fatta di amori passionali e relazioni che stentano a sbocciare. Poi giungono quasi contemporaneamente due nuovi ospiti: una donna troppo giovane che dice di essere in visita per conto della madre e un affascinante scrittore dai capelli bianchi. Sonny è convinto che l’uomo sia l’ispettore e lo favorisce in ogni modo a discapito della nuova arrivata. Sarà così? Nel frattempo un amico di Sunaina ricco e affascinante acquista la struttura che doveva diventare il primo franchising. Tutto sembra crollare ma …
La commedia si regge sulla bravura di mostri sacri del cinema inglese come Maggie Smith, Judi Dench, Bill Nighy capaci di far fronte a una sceneggiatura fragile, mentre Richard Gere non brilla certo per la sua interpretazione. Da notare come il cinema si sia adeguato alla nuova terza età. Per la prima volta gli anziani si trovano a essere protagonisti e non coprotagonisti, lavorano anche a 80 anni, vivono amori appassionati e libertini, fanno progetti e si godono il tempo, la vera ricchezza a una certa età.
Dorothy Parker
questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi