1 aprile 2015
GRAZIE, RUDY!
Gala di danza tributo a Rudol’f Nureev
Interpreti: Nikola Hristov Hadjitnev e Marta Petkova, Balletto Nazionale di Sofia (Bulgaria) – Bella addormentata e Raymonda. Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzalez, Balletto Nazionale di Cuba – Corsaro e Don Chisciotte. Dinu Tamazlâcaru e Ol’ga Čelpanova, Balletto Nazionale di Berlino (Germania) – Sylfiden e Lago dei cigni. Viktor Iščuk ed Kateryna Kurčenko, Balletto Nazionale di Kiev (Ucraina) – Schiaccianoci ed Esmeralda. Teatro Nuovo di Milano, 30.3.2015.
Ci sono stati dei cambi di programma nel cast di interpreti e nella sequenza dei pas de deux, ma lo spettacolo Grazie, Rudy! Gala di danza tributo a Rudol’f Nureev in occasione del ventennale della sua morte si è svolto con il plauso del pubblico.
Rudol’f Nureev: russo di nascita e formazione, francese di spirito e lavoro, austriaco sul passaporto, ballerino globale che ha danzato sui palchi di tutto il mondo. Danzatori da tutto il mondo hanno detto il loro «Grazie, Rudy!» a Milano. Le coppie più applaudite sono state quelle dal Berliner Staatsballett (in particolare l’assolo neoclassico di chiusura di Dinu Tamalâcaru) e quella dal Ballet Nacional de Cuba (in particolare i virtuosismi maschili del salto e del giro).
I due tempi si aprivano con due video memoriali di Nureev: particolarmente interessante è stata l’intervista sul mancato ritorno in Unione Sovietica dopo la prima tournée a Parigi di Nureev con il Balletto del Kirov (oggi Mariinskij di San Pietroburgo). L’inizio è stata una lettera aperta al grande artista che ha cambiato la danza classica nel Novecento, la conclusione è stata affidata allo stesso Nureev che ha dichiarato il suo amore per la vita e per la danza, che in Nureev hanno sempre coinciso.
Il programma delle danze è stato interessante: ha proposto i più famosi pas de deux del repertorio classico nelle versioni coreografiche Nureev per quelli che hanno avuto la sua coreografia, altrimenti di coreografie che Nureev danzò con le partner più importanti (Carla Fracci per Sylfiden, cioè La Sylphide nella versione coreografica danese di August Bournonville; Margot Fonteyn per Raymonda). Il pubblico ha molto apprezzato l’antologia del repertorio; tuttavia, l’esclusiva presenza di pas de deux di repertorio classico rischiava di essere monotona nella sequenza fissa di entrée – adagio – variazione I – variazione II – coda. Mancava poi un programma scritto che sarebbe potuto esser letto dal pubblico di non intenditori o un’introduzione ai diversi pas de deux dei balletti che avrebbero introdotto il pubblico alle danze, che altrimenti potevano apparire ‘tutte uguali’, al di là del virtuosismo che fa spettacolo.
I danzatori sono stati bravissimi. Oggi coppia proveniente da corpo di ballo differente con tecnica differente ha portato sul palco una storia della danza: la pulizia e la linea leggera e filiforme dei danzatori ucraini e bulgari di pura tecnica Vaganova, la brillante e ‘scoppiettante’ tecnica cubana, la ‘sopraelevata’ (per la grande presenza del salto) della tecnica nordeuropea. Tutti stili e tecniche che il grande Nureev ha assorbito nei suoi viaggi e nei suoi spettacoli per il mondo, per diventare il grande artista che è stato e continua a essere modello per tutti i danzatori.
Domenico G. Muscianisi
questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi