11 febbraio 2015
NON SPOSATE LE MIE FIGLIE
di Philippe de Chauveron [Francia, 2014, 97′]
con: Christian Clavier, Chantal Lauby, Ary Abittan,Medi Sadoun, Frédéric Chau, Noom Diawara, Frédérique Bel, Julia Piaton, Emilie Caen
La proverbiale leggerezza del tocco della commedia francese, questa volta poteva essere più originale e graffiante, e andare più in profondità. Il soggetto si prestava a mille sfumature: la difficoltà per una coppia borghese di provincia di accettare in famiglia quattro generi quattro, di tutti i colori e nazionalità del mondo.
I Verneuil, ricchi borghesi cattolici, hanno quattro figlie, che una dopo l’altra in breve tempo convolano felicemente a nozze con matrimoni misti. I consorti si chiamano Rashid, Chow e David, tra loro si sopportano a malapena dandosi soprannomi come Jackie Chan, Arafat, Groucho Marx o Woody Allen. Il capofamiglia Claude malcela la sua delusione ai primi tre matrimoni, pur vedendo le figlie felici, per lui è uno shock ma non accetta di essere definito razzista. Fatica ad adattarsi e vive le cene come un dibattito sui diritti razziali e religiosi, e quando arriva l’ultimo fidanzato, Charles africano e attore, ha il tracollo finale.
Le tensioni sono stemperate da gag leggere e le battute che fanno più ridere gli spettatori sono politically correct (Roberto Benigni scambiato per ebreo solo perché ha girato ‘La vita è bella‘ e il soprannome Benetton che i concittadini affibbiano alla famiglia multicolored).
Molte le risate in sala mentre i generi cantano la marsigliese al suocero e mentre cantano a Messa la sera di Natale, e per le controbattute del consuocero africano tipo: “ma in che razza di famiglia ti metti? Non saranno mica comunisti? “.
Si poteva osare di più e andare oltre gli stereotipi legati a cibo e religione, investendo di più sugli interpreti, mediamente in parte ma senza brillare. Si ripensa a cosa poteva essere il soggetto in mano a Leconte che è maestro nel tenere insieme le differenze cogliendo sfumature mai scontate. Un prodotto ben confezionato ma nulla più, di stampo televisivo, come tra l’altro dichiarato nei titoli di testa con l’evidenza della coproduzione di più canali televisivi. Leggero, anche come peso specifico.
Adele H.
questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi