19 novembre 2014

cinema – SILS MARIA


SILS MARIA

di Olivier Assayas [Svizzera Germania Francia, 2014, 124′]

con Juliette Binoche, Kristen Stewart, Chloe Grace Moretz

cinema40FBMaria Enders e la sua giovane assistente Valentine sono in viaggio verso Zurigo, dove Maria riceverà per suo conto, un prestigioso premio vinto da Wilhelm Melchior, autore teatrale che l’aveva portata al successo venti anni prima. La pièce del suo debutto, “Maloja Snake”, parlava di due donne: Helena, imprenditrice affermata, sposata e con figli e la giovane Sigrid che fa innamorare di sé la donna più anziana e la porta alla rovina e al suicidio.

Maria aveva interpretato Sigrid, identificandosi completamente col personaggio, comprendendolo nei più minuti dettagli e lasciandosene forgiare. La sera in cui deve ricevere il premio, Maria viene raggiunta dalla notizia che Wilhelm è morto nella sua casa in Engadina, a Sils Maria.

Forse proprio per tributare un estremo omaggio all’amico e mentore, Maria accetta la proposta, caldeggiata da Valentine, di un giovane regista di rimettere in scena “Maloja Snake”, interpretando questa volta il ruolo di Helena. Nella casa di Wilhelm a Sils Maria, l’attrice non studia solo una nuova parte, ma si interroga sul passare del tempo, sul non essere più la donna che era stata, e prova rabbia, paura, repulsione per Helena e forse per se stessa.

Il testo teatrale, provato durante lunghe passeggiate nella quiete della montagna, è dialogo nel dialogo tra le donne, Maria e Valentine, Sigrid e Helena, Maria e Helena, Maria e Sigrid.

Il dialogo con Valentine è stringente: due mondi, due culture, due età, due modi di considerare l’arte e la tecnologia; emerge sempre più chiara la richiesta di rispetto per le proprie posizioni da parte di Valentine inizialmente adorante e ancillare e poi sempre più libera e critica nei confronti di Maria che non riesce ad accettare di non essere più Sigrid e di essersi definitivamente trasformata in Helena, di essere “non più giovane”, di non capire il tempo nuovo, i nuovi miti, i nuovi idoli.

La parte di Sigrid viene affidata a una giovane di grande successo, abituata a un jet set in cui si muove tra paparazzi, scandali ed eccessi. L’incontro con questa giovane attrice, conferma a Maria di non essere più Sigrid, di dover passare il testimone, anzi, di averlo perso per strada, il testimone, senza essersene accorta. “Mi sono persa nei miei ricordi …” ci dice allora.

Il testo di Olivier Assayas è pieno di ambiguità e di desiderio. La fotografia del film spazia dai magnifici paesaggi della valle, con la sua immensa pace, con le sue nuvole che si muovono sinuose come un serpente, il Maloja Snake appunto, fino ai minuti dettagli del volto di Maria, una Juliette Binoche che non nasconde le rughe che cominciano a impreziosirle il viso.

È un film sulla fugacità della gloria, sulla bellezza e grandiosità dell’arte che informa di sé la vita e la rende piena di senso, è un film sulla lealtà e la generosità, sulla fedeltà ai propri ideali e al proprio percorso umano e professionale. Un film da vedere.

Tootsie

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

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