21 maggio 2014

cinema – GIGOLÒ PER CASO


GIGOLÒ PER CASO

di John Turturro [USA. 2013, 98′]

con John Turturro, Woody Allen, Sharon Stone, Vanessa Paradis

 

cinema19FBSuccede che a Murray – un irresistibile Woody Allen che calza i panni di un libraio ebreo in crisi economica e con famiglia numerosa a carico – venga un’idea ardita per procurarsi facili guadagni e vivere meglio: soddisfare i desideri di alcune sue conoscenti benestanti in cerca di relazioni e emozioni. Non avendo però il physique du rôle per proporre se stesso, decide di promuovere una terza persona, improvvisandosi intermediario di un gigolò non professionista. Per caso come recita il titolo italiano (sfiorito nell’originale “Fading Gigolò“)

E così, con disinvoltura un po’ cialtrona, propone l’affare all’amico Fioravante, uomo interessante, anche se non bello, fiorista raffinato che si dedica anche ad altri lavoretti Fioravante diventa Virgil e accetta con naturalezza e curiosità la proposta, senza falsi pregiudizi e senza malizie. Gli incontri amorosi, giocati sulla capacità di ascolto e sugli sguardi di Fioravante e sulla sua cortesia all’antica parca di parole, rivelano anche a lui di saper essere un seduttore sensibile, capace di creare atmosfera, di togliere l’imbarazzo e di far sentire desiderate – senza cadere in eccessi da macho- le donne che dopo averlo provato continueranno a cercarlo e anche a contenderselo.

Più che l’erotismo esplicito e gli spiriti bollenti, pervadono il film la naturalezza e il corteggiamento sommesso fatto di attese e sguardi, che rivelano inaspettate fragilità di donne che hanno tutto, bellezza, denaro e vite interessanti. Oppure donne fedeli a valori consolidati e temprati dal tempo e dalla solitudine, come Avigail, a cui l’incontro con lo spirito riservato di Fioravante, regala qualcosa di sconosciuto e inusuale.

Comizi d’amore in lussuosi e freddi appartamenti di Manhattan, così diversi dall’abitazione sobria dove ogni tanto il maturo seduttore riceve e dove l’avventura si trasforma in innamoramento quando Murray gli porta la giovane vedova del rabbino, a sciogliersi in pianto sotto il tocco delle sue mani durante un massaggio quasi innocente.

Colpisce e affascina la scelta di Turturro di lavorare per sottrazione sulla recitazione di alcuni protagonisti, come Sharon Stone, lontana dagli stereotipi della femme fatale, cogliendone la matura bellezza con annesso carico di insicurezze. Ma il lavoro più profondo sul registro d’attore Turturo lo compie su se stesso. L’allucinato e gotico commediografo Barton Fink e Jesus Quintana, personaggi che ha vestito per i fratelli Cohen, sono lontanissimi da questo gentiluomo cortese, parco di parole ma che dice e seduce molto con lo sguardo.

A Woody Allen, invece ha cucito addosso una parte ‘familiare’, quella del protettore pasticcione Bongo che, fingendo di vergognarsi, ma non troppo, del ruolo di protettore, ci ricorda la verve di interprete di suoi vecchi film, come ‘Hannah e le sue sorelle‘, dove anche Turturro recitava. Spalla perfetta e complementare a Turturro, Woody, di cui si sente il tocco felice anche nella sceneggiatura, è assolutamente a suo agio diretto dall’amico.

Un pensiero per Vanessa Paradis, bella e malinconica, che ha le scene più toccanti con il gigolò improvvisato: l’iniziazione sensuale e intima di entrambi all’amore, primo contatto fisico senza sesso, e l’altrettanto intensa scena dell’addio, a distanza, per strada, sotto gli occhi del giovane ebreo che sempre a distanza l’ha desiderata e seguita a lungo.

Inconsueta New York, ben fotografata da Marco Pontecorvo, alla vigilia del suo nuovo film da regista con Turturro attore, e di firma italiana anche il montaggio, invisibile, quindi perfetto, di Simona Paggi. Colonna musicale strepitosa e varia che spazia dal jazz con Gene Ammonds al sax, passando per Dalida (“La violetera” ), e Sinatra cantato in arabo da M’barka Ben Taleb, fino a ‘Tu sì ‘na cosa grande‘ cantata da Vanessa Paradis.

Molti ingredienti che fanno ricordare a lungo questo Gigolò ‘sfiorito’, capace di sedurre lo spettatore con grazia e ironia leggera.

Adele H.

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org



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