15 gennaio 2014
IL CAPITALE UMANO
di Paolo Virzì, [Italia, 2014, 109′]
con Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio, Matilde Gioli, Bebo Storti
È la Brianza, ma potrebbe essere la Svizzera o il New Jersey, quello che conta per Virzì sono, come sempre, le persone, il loro modo di vivere la loro vita. Tre punti di vista di tre personaggi per la stessa vicenda: un incidente nella antivigilia di Natale, su una strada anonima e bagnata. Chi è l’investitore?
Ed è proprio con investitori in borsa che inizia il nostro film: Carlo Bernaschi (Fabrizio Gifuni), squalo della finanza, sposato con Carla (Valeria Bruni Tedeschi), donna fragile e contraddittoria; Dino Ossola (Fabrizio Bentivoglio) agente immobiliare in cerca della scalata sociale e Roberta (Valeria Golino) la sua compagna che, assieme alla figlia di Dino, Serena (Matilde Giovi), sono le uniche figure autentiche e vere in un mondo sopra le righe, dove la negazione di se stessi ha fatto il passo decisivo senza ritorno.
Con estrema bravura, Virzì scompone e ricompone i segmenti narrativi lasciando nello spettatore la suspense tipica di un noir ben costruito. Entra ed esce, sapendolo, dagli stilemi della migliore commedia all’italiana anche in relazione ai personaggi minori: il direttore di banca, il commissario (un efficace Bebo Storti), la velleitaria commissione per la rinascita del teatro Politeama voluta da un capriccio di Carla.
Memorabile la battuta del vecchio teatrante che ricorda la stretta di mano con Pirandello nel ’34. I personaggi sono spettrali, teatranti di una realtà spietata, dove conta il capitale umano, i soldi, e dove le parole non hanno nessun significato se non quello della recita. Chiunque di noi si rispecchia in questi personaggi ed è questo l’aspetto vero e inquietante su cui si interroga e ci interroga il regista.
Virzì e molto aiutato da un cast veramente eccezionale: due Valeria e due Fabrizio. Fabrizio Bentivoglio esce dalla sua misurata lettura dei ruoli e interpreta un personaggio estremo senza cadere mai nella macchietta; un bellissimo Fabrizio Gifuni sempre con i nervi a fior di pelle ma anche impassibile e anaffettivo; Valeria Bruni Tedeschi in trance, una donna che ha tradito il proprio sogno, ammesso che ne avesse avuto uno, e sui suoi tacchi a spillo cerca, senza trovarlo, un equilibrio stabile. Sempre brava Valeria Golino autentica e credibile. Luigi Lo Cascio è perfetto nel ruolo del disincantato professore e sorprendente la giovanissima Matilde Gioli, un volto nuovo, che riempie lo schermo, e di cui senz’altro sentiremo parlare nel futuro.
L’unica critica: impensabile una partita di tennis, all’aperto, in Brianza il 23 dicembre!
La strana coppia
questa rubrica è a cura di Anonimi Milanesi