11 dicembre 2013

sipario – NATALE SULLE PUNTE, CHE COSA CI ASPETTA A MILANO


 

NATALE SULLE PUNTE, CHE COSA CI ASPETTA A MILANO

Con S. Ambrogio sono cominciate a Milano le festività natalizie. Il Teatro alla Scala ha aperto la sua nuova stagione con una fischiatissima Traviata di Verdi (da qualche anno a questa parte non c’è prima scaligera che non riceva fischi: forse è il caso di capire che il Regietheater, così caro ai registi tedeschi ed europei, non è apprezzato dai tradizionalisti melomani della Scala, specie se applicato al milanesissimo Verdi). A breve la Scala aprirà la stagione del balletto con l’attesissima Serata Aleksej Ratmanskij, prima assoluta presentazione delle coreografie del maestro moscovita (Teatro Bol’šoj) con Roberto Bolle e Svetlana Zacharova.

sipario43FBTuttavia, Natale 2013 sembra essere stato votato alla danza. Diverse compagnie si esibiranno presso i teatri milanesi. Per primo il Saint-Petersburg State Ballet, una giovane compagnia di danzatori russi diplomati per lo più alla prestigiosa Accademia Vaganova che promuove la ‘danza russa’ nel mondo, danzerà al Teatro Arcimboldi due classici del repertorio natalizio, lo Schiaccianoci e il Lago dei cigni.

Entrambi i balletti sono del famoso compositore Pëtr Il’ič Čajkovskij, le coreografie sono di Petipa, con il quale ha collaborato il suo aiutante e successore Ivanov. Del Lago si è parlato tanto negli scorsi numeri, qualche parola sullo Schiaccianoci.

Il balletto nasce su commissione dell’allora direttore artistico dei Teatri Imperiali Vsevoložkij, più breve dei soliti balletti à gran spectacle, solo novanta minuti, perché dedicato ai bambini. Nei due atti si racconta la storia del magico viaggio di una bambina, Clara, la notte della Vigilia dopo che ha ricevuto in regalo uno schiaccianoci a forma di soldatino. Il regalo viene trasformato dal mago Drosselmeyer in un principe, che accompagna Clara nel regno di zucchero e dolci fino al suo risveglio. L’espediente magico offre grandi spunti di coreografie di carattere (famose le danze cinese, spagnola, araba e il trepak russo), ma anche il famoso gran pas de deux della Fata Confetto in chiusura.

Le musiche sono leggere e fanno sognare non solo i bambini: infatti, Čajkovskij dopo un soggiorno parigino conobbe uno strumento nuovo la celesta, uno strumento a percussione simile allo xilofono con lamine metalliche, invece che lignee, che produce il suono simile a campanellini e trilli, che pervade tutto il balletto natalizio.

Domenico G. Muscianisi

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

rubriche@arcipelagomilano.org



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