9 ottobre 2013

cinema – RUSH


cinema_32

RUSH

di Ron Howard [USA- Gran Bretagna – Germania, 123′]

con Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Pierfrancesco Favino

La storia dello sport è piena di rivalità tra atleti che incarnano tipi umani talmente opposti da fare sembrare la loro sfida qualcosa di più di un semplice confronto sportivo: piuttosto una specie di scontro tra visioni del mondo apparentemente inconciliabili. Penso a Borg/McEnroe nel tennis o a Leonard/Duran nella boxe, sfidanti che incarnano categorie talmente opposte (razionale/irrazionale, metodico/impulsivo, costruito/naturale, apollineo/dionisiaco ecc…) che non sarebbe fuori luogo andare a rispolverare, per descrivere la loro lotta, l’antico termine eracliteo “enantiodromia” che significa più o meno “corsa negli opposti”. Il termine, ripreso poi da C.G. Jung lascia intendere che nello scontro tra gli opposti esista anche una attrazione fatale, come se un polo sentisse la mancanza dell’altro per completarsi. Il duello insomma come forma di Doppio… tema che ha regalato al cinema non pochi capolavori, da I duellanti a Le Grand Bleu.

Ecco, mi scuso per questo preambolo degno di un tuttologo televisivo, ma non potevo evitarlo perché Rush parla letteralmente di enantiodromia e lo fa trovando la più perfetta metafora possibile nella storia di due piloti che si sono rincorsi e sfidati incarnando qualità totalmente opposte nella ormai mitica stagione di Formula uno del 1976. Sto parlando ovviamente di Niki Lauda e James Hunt.

Rush ripercorre quell’anno straordinario e lo fa, ovviamente trattandosi di cinema, calcando un po’ la mano nel rappresentare la totale inconciliabilità delle qualità dei contendenti. Si incontrano per la prima volta in Formula Tre e subito si riconoscono come nemici naturali: da una parte Hunt, inglese, alto, bello, biondo, playboy, uomo da party, fantasioso dall’altra Lauda, austriaco, basso, denti da topo, scuro, sfigato, solitario, maniacalmente metodico.

Il destino li porta poi a ritrovarsi in Formula Uno, uno sulla Ferrari e l’altro sulla McLaren, due dei team più leggendari di tutti i tempi, dando vita a una sfida che si risolverà solo all’ultimo secondo. Nel frattempo, per un anno le loro vite si saranno incrociate anche fuori dalle piste, tra amori, intrighi e incidenti portandoli un po’ alla volta a riconoscere il valore reciproco… ma forse sarebbe meglio dire a “riconoscersi” nel valore dell’altro, perché al termine della vicenda sarà chiaro a entrambi quanto l’uno abbia bisogno dell’altro (vorrei dire ontologicamente ma non lo farò).

Il bello di Rush è proprio questo, che non si tratta solo di un film “sportivo” ma parla, in maniera a volte anche troppo didascalica, di temi “alti”, quasi letterari, senza però rinunciare all’intrattenimento. Gli interpreti sono ben scelti, l’astro nascente Chris “Thor” Hemsworth è un Hunt bello e dannato ma il piccolo Daniel Brühl (l’indimenticabile cecchino Zoller di Inglorious Basterds) gli ruba immancabilmente la scena e a volte mette i brividi per quanto ricordi il vero Lauda pur non assomigliandogli troppo. Ron Howard dirige con la solita professionalità, senza nulla concedere allo stile post Fast &Furious e lavorando invece sulla ricostruzione dei sapori di un’epoca. La sceneggiatura di Peter Morgan, che evidentemente ha un debole per le storie di sfide fatali (ha già scritto L’altra donna del re, Frost/Nixon – Il duello nonché i notevoli L’ultimo re di Scozia e The Queen) cade ogni tanto in qualche semplificazione eccessiva, come nella scena in cui Hunt picchia a sangue un giornalista reo di avere offeso Lauda in conferenza stampa, episodio credo mai accaduto, ma è solida e avvincente fino alla fine e ci regala anche un epilogo da pelle d’oca. La fotografia di Anthony Dod Mantle ha un tono deliziosamente “vintage”, il montaggio della coppia Hanly/Hill è eccellente nelle scene delle gare (ma nella scena in cui Hunt incontra le sua futura moglie Suzy Miller non c’è uno che guardi dalla parte giusta del quadro, che è successo sul set?). La colonna sonora di Hans Zimmer infine è… purissimo Hans Zimmer!

Magari non si tratta di un capolavoro che passerà alla storia, ma Rush è un film d’azione con un cuore e un cervello: di questi tempi, con quello che passa in sala, che volete di più?

Tom Doniphon

In sala a Milano: Plinius multisala, Colosseo, UCI Cinemas Bicocca / Certosa, Orfeo Multisala, The Space Cinema Milano Odeon

 

 

questa rubrica è a cura di Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org



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