19 dicembre 2023

UN ANNO STA PER MORIRE, IL 2024 SARÀ NELLE NOSTRE MANI

Guardiamo avanti, più avanti, sempre più avanti


Copia di Copia di rification (6)

All’inizio di quest’anno, il 10 gennaio per essere precisi, concludevo la mia lettera così:” Caro Sindaco, le manca ancora qualche anno per finire il suo mandato, il secondo e ultimo, quello in cui si fa ciò che fino allora non si era fatto per non perdere elettori. Non dica anche lei après moi le déluge! Ci faccia vedere di avere solo empatia per i suoi concittadini, gli ultimi in particolare. E nessuna simpatia per gli immobiliaristi”.

Speravo di avere dinnanzi a me una annata che ci facesse dimenticare quella trascorsa, invece non è andata così: il 2023 è un anno da dimenticare.

Cominciamo con l’auspicio fatto allora, ossia che il sindaco  avesse meno simpatia per gli immobiliaristi e invece questa simpatia è aumentata.  Sarà questo un anno che ricorderemo come l’anno degli accordi di programma, l’ultimo è quello che riguarderà la copertura dello scalo milanese delle Ferrovie Nord, cui ho dedicato la mia ultima Lettera del 5 dicembre intitolata FERROVIE NORD MILANO: “APPROPRIAZIONE URBANA – Il panzer degli accordi di programma non si ferma mai”.

Ormai, la mattina, quando apro i giornali tremo all’idea di leggere che un altro pezzo dei beni comuni della città sia stato mangiato dagli immobiliaristi.

Questi episodi continui minano la credibilità di una amministrazione che dichiara di operare solo, esclusivamente nell’interesse comune e la domanda che inesorabilmente ci si pone è: di chi e dove sia il tornaconto?

Apparentemente in controtendenza sembra l’acquisto da parte del Comune della linea M4 attraverso ATM. I contorni dell’operazione non si conoscono ma visti i costumi attuali dell’amministrazione comunale, tesa a vendere o peggio a regalare, è spontaneo chiedersi “cui prodest”?

Il Comune di Milano aveva già la maggioranza e, a meno di clausole particolari nello Statuto, era una sua partecipazione totalmente controllata.

L’informazione più competa ce la dà Milano Today: “Attualmente la società è composta da un socio pubblico, il Comune di Milano con il 66,667% delle azioni e da soci privati: Webuild (9,634%), Astaldi (9,634%), Hitachi Rail STS (11,293%), Sirti (0,339%), Atm (2,333%) e AnsaldoBreda (0,100%). Con la mossa del comune di Milano Atm arriverebbe a essere proprietaria del 33%. Dunque l’infrastruttura diventerà completamente pubblica. Il prezzo? Circa 225 milioni di euro. Tutto senza gare perché chi si trova nel board ha il diritto di prelazione“.

Comunque la vicenda della M4 fin dagli inizi non è limpida.

Nel marzo del 2016 scrivevo: Veniamo al 2011. Giuliano Pisapia sindaco, Pierfrancesco Maran assessore alla Mobilita, ambiente, Metropolitane, Acqua pubblica, Energia e Franco D’Alfonso Assessore al Commercio, Attività produttive, Turismo Marketing territoriale, Servizi Civici ereditano una situazione difficile: un progetto sbagliato col percorso allungato sino a San Babila non previsto nel progetto originario e dunque più invasivo e costoso; un finanziamento a carico del Comune che peserà in maniera drammatica sui futuri bilanci; un accordo con le imprese squilibrato a favore di queste ultime; un conflitto tra ATM e Comune; la percezione dell’inadeguatezza del progetto esecutivo rispetto alla gestione dell’impatto sulla città mai seriamente valutato in sede di gara d’appalto.

L’amministrazione appena insediata non si rende conto immediatamente della situazione e quando finalmente le cose cominciano a chiarirsi siamo arrivati all’agosto del 2014 – a cosa si è pensato nel frattempo? – e si avvicinano alcune scadenze contrattuali dei concessionari, in particolare la scadenza del 20 luglio 2014 concernente la dimostrazione dei concessionari di aver ottenuto il finanziamento necessario. Il direttore di Settore Infrastrutture per la Mobilità, ingegner Francesco Tarricone, comunica con lettera al Sindaco e a tutti gli aventi causa (allegato), che il mancato adempimento delle imprese dà la facoltà al Comune di rescindere la convenzione. Parere ribadito con lettera del 28 agosto.

Non solo non si dà corso alle operazioni di rescissione, con rischio forse di opposizione di fronte al Tar dall’esito incerto, ma non si coglie l’occasione per avviare da posizione di forza una trattativa col concessionario per riequilibrare un contratto dalle clausole troppo per lui favorevoli. Banalmente si decide di prorogare i termini per gli adempimenti del concessionario e alla fine tutto a posto. Viene visibilmente a mancare tra l’altro la condizione essenziale: l’utilità della M4 per Expo. I lavori iniziati non serviranno nemmeno parzialmente, tanto che ai concessionari viene chiesto di provvedere a un collegamento sostitutivo su gomma. Il collegamento viene rimborsato ai concessionari a “premio” del loro inadempimento!

Chi tutelò allora gli interessi delle imprese? Chi fece finta di non aver ricevuto la lettera dell’ingegner Tarricone? Chi scelse il progetto trascurando una offerta più vantaggiosa economicamente e assai meno invasiva nella quale si prevedeva che le stazioni fossero realizzate con la tecnica della “talpa” e dunque infinitamente meno invasiva per la città?

Allora mi facevo quelle domande che come sempre restarono senza risposta.

Ma lasciamo questi sgradevoli brandelli del passato e chiediamoci: come sarà il 2024?

Il CENSIS nel suo rapporto pubblicato da pochi giorni, dipinge un ritratto del Paese che lascia poco spazio alla speranza e se c’è una città che può riconoscersi appieno in questo rapporto è proprio Milano e, per chi non l’avesse letto, riproduco il primo capoverso della prima parte: “I SONNAMBULI Ciechi dinanzi ai presagiI SONNAMBULI Ciechi dinanzi ai presagi. Alcuni processi economici e sociali largamente prevedibili nei loro effetti sembrano rimossi dall’agenda collettiva del Paese, o comunque sottovalutati. Benché il loro impatto sarà dirompente per la tenuta del sistema, l’insipienza di fronte ai cupi presagi si traduce in una colpevole irresolutezza. La società italiana sembra affetta da un sonnambulismo diffuso, precipitata in un sonno profondo del calcolo raziocinante che servirebbe per affrontare dinamiche strutturali, di lungo periodo, dagli effetti potenzialmente funesti”.

Non si può che condividere questo ritratto della società italiana con una postilla: gli italiani non sono tutti sonnambuli, ve ne è una parte – percentualmente poco rilevante – ma importantissima che sonnambula non lo è, anzi, di questo sonnambulismo ne approfitta per fare ottimi affari sia nel pubblico che nel privato.

Ancora più avanti di nuovo una definizione che rispecchia fedelmente Milano:” Città porose, dunque: piene di gatti e cani domestici (anche di fauna selvatica, talvolta), attraversate quotidianamente da flussi intensi di pendolari e turisti; città dai confini mobili, permeabili, porosi appunto, ma senza riuscire a “contenere” al meglio tali flussi, vale a dire senza esprimere reali processi di innovazione urbanistica. Con il rischio di diventare frequentemente teatro di fenomeni di inselvatichimento e degrado”.

Non c’è bisogno di andare indietro nel tempo per trovare fenomeni di inselvatichimento: domenica scorsa si è svolta una manifestazione autorizzata che ha visto sfilare diecimila ragazzi al grido di “Smash repression” (rompi la repressione) per protestare contro le norme che tendono a contrastare i rave party ma di questi rave party tutte le sere ce ne sono, non autorizzati, come in Piazza Leonardo da Vinci.

Vanno impediti? Sono una legittima protesta? Non proprio perché sono accompagnate da musica assordante e lasciano sul terreno e sui marciapiedi oltre a bottiglie vuote anche escrementi di ogni genere, ingredienti “non indispensabili” della protesta.

Che ne è del progetto che  nel 2022 il Comune ha a fidato all’AMAT che va sotto il nome di «Studio per la caratterizzazione del rumore prodotto dalla Movida» che  prevede una campagna di monitoraggio vera e propria “realizzata con sensori appositamente noleggiati”?

Quello del “che ne è di ….” è un tema che andrebbe dibattuto una volta per tutte e portato a soluzione. Sto parlando della cosiddetta “rendicontazione” e “accountability” da parte della amministrazione comunale.

Come dire che voglio parlare dei destini politici di questa Giunta.

I quotidiani – di destra – stanno insistentemente parlando della riconquista di Palazzo Marino da parte dei Partiti dell’attuale opposizione. La loro bandiera la porta la Meloni, presidente del Consiglio, abilissima nei suoi interventi che non tralascia mai di dire che cosa di buono ha fatto il suo Governo. Nel farlo porta argomenti tangibili: l’aumento dei  salari , l’aumento dell’occupazione e via dicendo.

Cosa comunicano il sindaco e la sua Giunta sul lavoro svolto in questa consigliatura?

Un caso per tutti: quanti sono gli alloggi che, pur con il biasimevole sistema degli accordi di programma, sono stati messi effettivamente sul mercato e a che canoni? Chi è andato a verificare  che la parte onerosa per il promotore privato sia stata realmente realizzata? Lanciato il bando, dopo averlo assegnato al promotore non se ne sa più nulla. Perché? Quanti alloggi di proprietà pubblica sono stati realizzati in questa consigliatura? Quante le vere case popolari. Vorremo sapere, vorremmo che tutti sapessero.

Questi sono i veri argomenti per battersi in campagna elettorale da parte dei Partiti – della sinistra in particolare – che fanno fatica a mobilitare il consenso.

In attesa che lo facciano io comincerei col dare la sveglia all’Amsa perché pulisca le strade che fanno schifo. Che ne è dell’innovazione di non chiedere ai cittadini di parcheggiare altrove per consentire i lavaggio e introducendo l’uso di lavare sotto le auto in sosta con un getto d’acqua come si faceva?

Che ne è della cura del manufatto “strada” chiudendo buche e raddrizzando i pali della segnaletica?

Visto il caos del traffico perché non rimuovere una assessora alla partita che non ne capisce nulla, visti i risultati?

Come potrebbe essere il 2024? Il panorama mondiale cambierà? In meglio? In peggio? A Milano? A gennaio ne parleremo con tutto l’ottimismo possibile chiamando all’appello i saperi diffusi nella società milanese.

Morire con la testa reclinata sulla tastiera del PC? Non fermiamoci a questi tristi pensieri.

Auguri a tutti.

Luca Beltrami Gadola

 



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  1. Edvige CambiaghiCaro Architetto Lei trova sempre le giuste parole per esprimere i danni che questo sindaco e la sua Giunta stanno facendo alla nostra città. È una desolazione dovuta a questa volontà insaziabile di sfruttamento, fino all' annientamento, del patrimonio pubblico. Grazie per il Suo impegno prezioso e Buon Natale a Lei e a Milano!
    20 dicembre 2023 • 19:29Rispondi
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