7 novembre 2023

SALA ↔ TANCREDI. GIOCHI DI RUOLO

Rigenerazione urbana: prima del "game over"


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Il 27 ultimo scorso nella sala della Fondazione Gian Giacomo Feltrinelli di Viale Pasubio si é tenuta l’ultima sessione del Forum della Rigenerazione urbana, una manifestazione pubblica che voleva essere una sorta di presentazione ufficiale dell’attività legata all’elaborazione dell’aggiornamento del Piano di Governo del Territorio (PGT).

Prima di entrare nel tema, mi domando come mai questo evento si sia tenuto alla Fondazione Feltrinelli e non, per esempio, nella Sala Alessi di Palazzo Marino: si tratta del PGT, non di una manifestazione privata in cerca di “location” per il lancio di un libro.

Il Forum si è svolto con una presentazione fatta dall’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi sul lavoro svolto sino a quel momento in altre sedi e, questa volta, alla presenza di alcuni personaggi rappresentativi di attività importanti a Milano. Il tutto si è chiuso con un intervento del sindaco Sala.

Dei due interventi – Sala, Tancredi – parleremo più avanti ma si è avuta l’impressione che le conclusioni di Sala fossero un avallo totale della idee esposte da Tancredi e quindi anticipasse la posizione sua e della Giunta  per quando sarà posto in discussione davanti al Consiglio Comunale l’aggiornamento del PGT che richiede un’approvazione in Consiglio per la sua efficacia.

Il PGT, una volta approvato, diventa norma tassativa ma non dimentichiamoci mai che così non è perché attraverso le cosiddette “determine dirigenziali” si può fare di tutto, come avvenne nel novembre del 2014 quando con una determina dirigenziale (un atto amministrativo che pur essendo di natura urbanistica non passa dal Consiglio Comunale) si trasformarono le aree comunali di San Siro da “verde sportivo pubblico” ad “area edificabile privata”. Qui ricadiamo nella vicenda Stadi e squadre di calcio, ancora oggi ai vertici delle cronache ma non voglio andare fuori tema.

“Una città più equa, più bella, più prossima e sostenibile”. Questo è lo slogan lanciato da Sala nel suo intervento. Chi non sarebbe d’accordo?

Aggiunge Sala: “Il Nuovo Piano di Governo del Territorio (che nuovo non è ma aggiornamento di quello esistente ndr) che stiamo delineando proporrà una Milano capace di contemperare meglio i bisogni, le aspettative, e le contraddizioni tipiche delle città contemporanee, con l’obbiettivo di renderla più attenta e vicina ai cittadini, ancora più attrattiva ed accogliente, in una parola migliore.” Si riferisce sempre alle “4 città” di cui ha parlato Tancredi.

Copia di Copia di Copia di rification

Anche l’assessore Tancredi si lancia negli slogan: “Intervenire sul PGT è il modo più efficace per dare risposta ai temi emergenti: casa sociale, sostenibilità, attenzione ai quartieri, qualità de progetti in dieci punti, nella giornata conclusiva del Forum tracciamo le principali direttive su cui fondare questa revisione. I dieci  punti.”

Copia di Copia di Copia di rification (1)

En passant: dove è finito il documento Milano2030 Piano di Governo del Territorio, redatto dal Comune nel 2019? Va riletto, per la serie “cose già dette” o “progetti nel cassetto”.

Comunque poco o nulla di nuovo sotto il sole, non c’è documento comunale  del passato che non contenga queste indicazioni ma val la pena di accennare alla novità: il Superatlas dei quartieri e la rigenerazione delle infrastrutture. Vedremo se alla presentazione in Consiglio Comunale ne sapremo di più.

Altra cosa che compare in questo elenco di direttive è la destinazione a verde di aree edificabili private non ancora utilizzate che perderanno la loro edificabilità. I proprietari dunque verranno “risarciti” col meccanismo della “perequazione”, ossia la possibilità di cedere a terzi i volumi di edificabilità, perduti con la nuova destinazione a verde ma vendibili e acquistabili da chi possiede aree od immobili suscettibili di edificazione ulteriore. Una norma contro la quale si scagliò dalle nostre colonne Roberto Camagni nel 2011. Era la nostra posizione che anche oggi non cambia.

Ma perché ho detto che questo PGT non è “nuovo”? Perché  la spoliazione dei beni comuni del Comune di Milano, tangibili o intangibili come la possibilità di edificare, è cominciata con la Giunta Albertini (1997-2006) e proseguita con la Giunta Moratti (2006 -2011) alla quale succedette Giuliano Pisapia che annunciò una inversione di rotta della politica urbanistica. L’assessore all’Urbanistica era Ada Lucia De Cesaris. Una discontinuità che non vi fu, una velenosa eredità che ci portiamo fino ad oggi con le due Giunte Sala.

Il primo vulnus fu costituto dalla vicenda dell’Accordo di Programma che rendeva edificabili le aree degli Scali ferroviari con la comparsa delle Ferrovie dello Stato, una società pubblica, come attore di interventi immobiliari, che con un meccanismo di scatole cinesi trasformarono una parte del suo patrimonio in una S.p.A. di diritto privato, molto più “maneggevole”.

Nel dicembre del 2019 pubblicai su ArcipelagoMilano un articolo dal titolo “QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DE LI SCALI FEROVIARI”, firmato con uno pseudonimo (l’anagramma del mio nome) perché in quel numero di ArcipelagoMilano c’era già un mio editoriale e la cosa era poco elegante per un direttore.

Scrivevo a proposito della vicenda Scali: Ma veniamo al “pasticciaccio”. Chi pensa che questa telenovela urbanistica sia abbastanza recente deve ricredersi: è cominciata nel 1995 quando i due architetti Andrea Balzani – il maitre à penser di allora dell’urbanistica socialista a Milano – e Luca Imberti fecero un primo progetto per il riutilizzo degli scali, in particolare quello di Porta Vittoria. Ricordo un articolo di Giuseppe Longhi del 2015 su questo giornale che ne parla. Quel progetto era certo meglio e più attento ai bisogni della città dell’attuale masterplan.

Da allora la vicenda ha avuto un andamento carsico, scompare e riemerge durante i due mandati di Gabriele Albertini (1999-2016) e ricompare prepotentemente alla fine del mandato di Letizia Moratti che non riesce nel 2011 a far approvare il nuovo Piano di Governo del Territorio: sanciva la nuova destinazione urbanistica degli scali che avrebbe consentito l’adozione dell’Accordo di Programma tanto voluto dalle Ferrovie dello Stato.

Il frutto avvelenato passò alla Giunta Pisapia (2011-2016) che non ebbe il coraggio di mandare a monte tutto per non essere accusato di “fermare Milano”, ossia di arrestare una gestione del territorio poco o nulla attenta ai reali bisogni della città e determinò un atteggiamento politico di “benevola” attenzione agli operatori immobiliari, gli unici ancora oggi ritenuti in grado di trasformare Milano nella tanto celebrata Smart City. L’abdicazione della progettazione pubblica della città.

Ma da allora quale è stata la politica urbanistica Milanese?

Nel gennaio 2012 l’ex assessore all’urbanistica Carlo Masseroli, diventato capogruppo del PdL in Consiglio Comunale, intervenendo dall’opposizione nel dibattito sul PGT disse : «Gli obiettivi possono anche essere condivisibili, ma non sono realizzabili. E il rischio è che Milano si blocchi». E ancora: «Sembra si vogliano far prevalere il dirigismo tipico dei vecchi e falliti piani regolatori, il centralismo e la burocrazia. E’ antistorico dal punto di vista culturale ed economico, soprattutto in un momento in cui anche il Governo centrale impone le liberalizzazioni, è sbagliato usare questo metodo». Per poi proseguire: «Basta con il dibattito sulla quantità di cemento, che è un approccio provinciale e ideologico al tema della gestione del territorio. Meglio il cemento di Brera che il non cemento di Porto di Mare, dico io per paradosso. Se continuiamo a mettere paletti, alla fine lavoreranno soltanto i grandi operatori che per paradosso sono i nemici contro cui si è spesso mossa la sinistra». Quest’ultima fu una profezia. Quali furono i “paletti” delle Giunte Pisapia e ora Sala? Chi sono gli operatori attuali?”.

Gli operatori attuali sono ancora quelli, tanto è vero che nell’operazione Piazzale Loreto gestita da Nood Italia tra i dirigenti ci ritroviamo proprio Carlo Masseroli.

Prima di me, su ArcipelagoMilano, il 28 giugno 2011 Emilio Vimercati aveva scritto un articolo sulla questione PGT dal titolo MASSEROLI, MORATTI & VECCHIE AMICIZIE: LA FRETTA DEL PGT. Erano gli esordi di un percorso dei PGT milanesi che nessun è riuscito a fermare come vediamo anche oggi.

Faremo ancora in tempo ad avviare un dibattito sulla “densificazione”? Faremo in tempo a parlare seriamente del nodo densificazione/impronta ecologica di Milano? E del traffico quando ne parliamo e dove sta nelle 4Città?

Come si concluderà la vicenda del PGT? Facile prevederlo. Viva i privati, viva gli accordi pubblico/privato, viva il depauperamento dei beni comuni, viva le operazioni di Reinventing Cities: il festival del greenwashing.

Andrà come andrà ma ci sarà sempre l’occhio vigile dei vari burattinai.

Luca Beltrami Gadola

(1) Vedi alla voce Stadio Mezza di a ArcipelagoMilano digitando sul pulsante di ricerca “Stadio Meazza”



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  1. Cesare MocchiLe ultime esternazioni di Sala sulla vicenda degli Ambrogini d'oro (una beneficenza assegnata a un comico sessista e omofobo) mostrano bene lo stato di confusione mentale del nostro, che consente però di leggere meglio la sua vera natura. Dunque, le decisioni del Consiglio sono solo "contrattazioni politiche" in cui lui non mette becco (pur potendolo fare) perché almeno così i consiglieri (democraticamente eletti) hanno qualcosa da fare di cui contentarsi (le decisioni vere intanto le prende lui con il suo giro di non eletti). Fa così perché lo ha imparato dal suo amico Albertini, proprio un bell'esempio. Ma cosa abbiamo fatto per meritarci un sindaco del genere? Chi lo ha candidato? Sarà stato anche un bravo manager, ma del ruolo e delle funzioni delle amministrazioni pubbliche proprio non ne capisce nulla.
    19 novembre 2023 • 14:04Rispondi
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