28 giugno 2011

MASSEROLI, MORATTI & VECCHIE AMICIZIE: LA FRETTA DEL PGT


Non vi è alcun dubbio che Milano debba dotarsi di un nuovo strumento urbanistico sia nel rispetto del dettato della legge regionale n. 12 del 2005 riguardante il governo del territorio sia considerato che il precedente Piano Regolatore risulta superato dai tempi. La norma per i PGT prescrive che i 1457 comuni lombardi vi dovevano provvedere in quattro anni e ora dopo tre proroghe siamo già a sette anni con un terzo dei comuni in regola coi tempi e la metà di essi con lo strumento solo adottato, l’altra metà ancora al palo, numeri che di per sé imporrebbero una revisione e semplificazione della stessa legge regionale così complessa e dispersiva che non ha funzionato tempestivamente né per i piani comunali né per quelli provinciali.

Per quanto riguarda Milano ora la nuova amministrazione uscita dalle recenti elezioni comunali deve assumere una decisione che riguarda il PGT adottato dal Consiglio comunale il 14.7.2010 e approvato il 4.2.2011 e più precisamente optare in ordine o meno alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, BURL, che ne determinerebbe l’entrata in vigore. La nuova maggioranza ha condotto nelle sedute consiliari e nella città una opposizione ostile al PGT confezionato dalla precedente Giunta e quindi coerentemente vorrebbe modificare il PGT stesso prima della sua definitiva vigenza con il dovuto rispetto al mandato popolare ricevuto.

Tra la spinta radicale tesa ad annullare tutti gli atti precedenti per ricominciare da capo e la propensione di coloro che invece vorrebbero concludere l’iter del PGT per introdurre varianti successive rischiando il determinarsi di titoli non retrocedibili, appare più sensata e razionale l’ipotesi di ridiscutere le osservazioni che sono state contro dedotte con una procedura frettolosa assai discutibile e oggetto di ricorso presso il TAR, revocando la delibera di approvazione del 4.2 2011 e ridando al Consiglio comunale il diritto di esaminare nel merito i 4.765 contributi presentati dai cittadini e associazioni accettandoli o respingendoli in tutto o in parte, operazione facilitata dalla presenza di numerosi doppioni.

La procedura è legittima e anche piuttosto rapida consentendo di rimanere entro il termine del 31 dicembre 2012 fissato dalla legge regionale, anzi di anticiparlo notevolmente, né può essere di ostacolo il pericolo di eventuali ricorsi che è sempre facoltà di chiunque poterli presentare. Insomma, con una scelta politicamente corretta, meglio qualche mese in più di salvaguardia pur di approvare un PGT con maggiori benefici per i cittadini.

L’obiezione più insistente riguarda il temuto blocco dell’attività edilizia ma tutti sanno che il mercato attuale è saturo e ciò che gli immobiliaristi vogliono non è tanto aprire cantieri quanto acquisire un titolo, un bonus da spendere quando il mercato sarà più conveniente; più che di un pericolo, c’è il sapore di un ripetitivo ricatto, che le note seguenti smentiscono e spiegano:

LR 12/05, art. 25.1: “Gli strumenti urbanistici comunali vigenti conservano efficacia fino all’approvazione del PGT e comunque non oltre la data del 31 dicembre 2012”. Con la riapprovazione e la ridiscussione delle osservazioni Milano pertanto fino a tale data non corre il rischio di rimanere senza strumenti urbanistici.

Art. 25.1: I Comuni fino alla data del 31.12.2012 possono procedere all’approvazione: a) di atti di programmazione negoziata (accordi di programma), b) di progetti anche in variante riguardanti impianti e insediamenti produttivi, c) di varianti e di piani attuativi in variante rientranti nei casi soggetti a procedura semplificata (artt. 2 e 3 della LR 23/97), d) di progetti per la realizzazione di opere pubbliche. Sono una vasta gamma di interventi non soggetti ad alcuna restrizione.

Art. 25.6: Sono fatti salvi e possono essere rilasciati i titoli abilitativi all’edificazione (permessi di costruire o DIA) in esecuzione di piani attuativi o atti di programmazione negoziata cui si riferiscono. Tutti i piani già approvati possono convertirsi in progetti assentibili secondo le norme precedenti.

Art. 25, 8 bis: Nei comuni interessati dalle opere per l’Expo 2015 i piani attuativi, conformi (e quindi non in variante) allo strumento urbanistico comunale vigente possono (e non devono) essere adottati e approvati dalla Giunta comunale. Milano pertanto può, se lo ritiene, giovarsi di corsie di approvazione di piani (ripetasi, non in variante) con tempi ridotti.

Art 25, 8 sexies: Sino all’approvazione del PGT i comuni possono realizzare interventi di edilizia residenziale pubblica anche in deroga alle previsioni del PRG vigente. E’ escluso quindi ogni blocco per ciò che riguarda l’edilizia sociale.

Art. 26, 3 ter: E’ sempre ammessa la realizzazione di opere di interesse pubblico, di carattere sanitario, socio-sanitario, assistenziale o sociale. E’ sempre ammessa altresì l’approvazione di accordi di programma e dei programmi integrati di intervento. Si conferma l’ammissibilità senza limiti di piani e progetti di rilevante interesse.

Art. 26, 3 quater: “I comuni che alla data del 30 settembre 2011 non hanno adottato il PGT non possono dar corso all’approvazione di piani attuativi del vigente PRG comunque denominati.” Milano è esclusa da questa limitazione perché l’adozione intervenuta il 13.7.2010 rimane efficace.

Premesso che inoltre sono sempre ammessi i progetti conformi ai due piani e che il PGT di fatto non interviene sul 38% della superficie di Milano, da quanto sopra esposto si evince che nessuna attività edilizia rischia la paralisi né vi sono ripercussioni per lavoratori e imprese più di quanto la congiuntura crei avendo la stessa legge regionale previsto una serie di deroghe che consentono ai comuni di proseguire nei programmi costruttivi pubblici e privati.

Per la verità queste deroghe non erano presenti nel testo originale della legge regionale del 2005 ma sono state introdotte in seguito dalla Giunta Regionale proprio per aiutare Milano che era in ritardo con il PGT e doveva attrezzarsi per l’Expo 2015: destino cinico e baro.

La via dell’autotutela, il ricorso degli ex consiglieri ora è contro se stessi, si presenta dunque fattibile e razionale salvaguardando le legittime aspirazioni dei tanti cittadini e associazioni che hanno “osservato” il PGT e non hanno ottenuto una risposta puntuale e corretta. In questo contesto l’amministrazione dovrebbe costituire un Nucleo di consulenza nominato dal Sindaco e/o dall’Assessore competente per cooperare alla redazione del PGT.

Ridiscutere le osservazioni al PGT respinto dagli elettori è una strada percorribile e opportuna, semplice ed efficace per rivedere scelte improprie come il tunnel viabilistico, il riempimento spropositato degli ambiti da trasformare stralciando le aree inedificate, gli indici elevati di densità edilizia, la premialità, l’uso delle aree del Parco Sud, la perequazione iniqua, dando priorità viceversa a temi come: sviluppo sostenibile, edilizia sociale, potenziamento del trasporto pubblico, riordino della mobilità, ampliamento delle zone pedonali, risparmio energetico, tutela dei beni, servizi, verde e meno consumo di suolo, possibilmente con testi, normative e tavole del PGT più semplici, snelli e comprensibili cui far seguire il nuovo Regolamento Edilizio promesso cinque anni fa e mai approvato.

Emilio Vimercati



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