31 maggio 2022

LA MIA BANDA SUONA IL ROCK

Arriva in Piazza Cordusio l’Hard Rock Cafe, ennesimo brand della ristorazione americana


Progetto senza titolo (5)

Addio alle canzoni milanesi intonate nelle trattorie dove, anche se cibo e vino a volte non erano dei migliori, ci si divertiva e si era in una grande famiglia. Dopo Roma, Venezia, Firenze e Verona, il format della ristorazione rock internazionale arriva in città entro l’estate. Come è d’uso nei business americani, anche questa volta si tratta di apertura in grande stile: poco meno di 300 posti a sedere nella location in Cordusio (900 m2), via Dante, il salotto di Milano.

La location sarà dotata di due palchi per ospitare musica dal vivo, show a supporto della ristorazione. Già, perché all’Hard Rock Cafe oltre alla visione delle memorabilia delle rock star internazionali si mangia anche. Più che per il menu (ennesima declinazione fast food americana) i fans dell’Hard Rock Cafe sono in attesa di quali cimeli verranno esposti. Ma non basta: a completare l’offerta ci sarà anche lo shop, vero pezzo forte del brand dove è possibile acquistare gli infiniti gadget, resi unici dal nome della città visitata.

E il cibo? Nulla di locale e ‘tradizionale’. Il menu è pura espressione delle leggi del marketing mondiale che prevede un’offerta alimentare standardizzata per tutti i 167 locali sparsi nel mondo, 58 nella sola Europa. 

Il Cibo. Tanti piatti gustosi per una ’esperienza indimenticabile!’ recita lo slogan sul sito ufficiale HRC. Il gigante del cibo rock, nato a Londra negli anni’70 come locale dove si potevano mangiare veri hamburger americani, oggi ha sede in Florida e offre un menu globale con ingredientistica e abbinamenti USA. Il pollo viene proposto grigliato nella ‘Cobb Salad’ o fritto in ‘alette e filetti’ croccanti. Esperienza gustativa resa unica dalla specialità della casa, le salse: ‘Honey Mustrard’, ‘Barbecue’ e la formula segreta HRC a base di ‘mix di spezie affumicate’. 

La carne rappresenta ovviamente il piatto forte: se maiale e manzo trionfano sulla griglia, negli Steak Burgers e persino nei sandwiches Smokehouse, un burger vegetale accontenta i sostenitori dell’ambiente e del cibo plant-based. L’offerta gastronomica, pensata su scala planetaria, se non dimentica i nachos messicani, lascia solo un piccolo spazio all’identità locale. A Roma sono state presentate specialità come la ‘Balsamic Tomato Bruschetta’, antipasto dal gusto italiano, mentre a Verona il ‘Verona Burger’ con manzo, salsa di funghi e cipolle caramellate al vino amarone. Il Dessert, happy ending, è declinato in Cheesecake (decorata con biscotti americani) e Hot Fudge Brownie, gelato ipercalorico a base di vaniglia e cioccolato fuso posto su un brownie decorato con ciliegina finale.

Milano città gadget. Hard Rock Cafe è una formula unica che unisce la ristorazione con il più grande museo del Rock and Roll al mondo. Cimeli delle rock star, da Elvis Presley a Prince e gadget geo-personalizzati (l’iconica T-shirt bianca con logo e nome della città detiene, con oltre 10 milioni di pezzi all’anno, il primato del souvenir più venduto al mondo), richiamano schiere di turisti che visitano assiduamente i ristoranti-musei facendo la fortuna del marchio.

Piazza Cordusio è diventata la più grande vetrina del Made in America in città, considerando la presenza, del vicino ‘Mc’ (uno degli oltre 20 ‘McFastFood’ in città) e dei 2.000 m2 occupati da Starbucks nel Palazzo storico del 1901 (ex sede della Borsa e delle Poste Italiane, oggi proprietà di un fondo di investimento). Milano, ‘grande è bello!’ si può dire, visto che la città metropolitana coesiste oggi sempre più con i big players della finanza globale. 

Se i grattacieli hanno sostituito le poetiche case di ringhiera, le multinazionali del cibo hanno preso il posto della tradizionale cucina di osti e trattorie. Ormai Milano è città globale dove anche l’identità del cibo popolare si è perduta. Dalla Milano da bere a quella dello Spritz e apericena il passo è stato breve e assai rapido.

Cantava profetico Nanni Svampa: il gallo è morto, non canterà più, coccodì e coccodà. E cosa avrebbero detto Gaber e Jannacci della colonna sonora cittadina lasciata alle rock star internazionali che, dall’Europa a Hollywood, Chicago, Tokyo, Sharm el Sheikh e Dubai (tutte sedi dell’Hard Rock Cafe), suonano le stesse musiche?

Con il loro sorriso sornione, probabilmente: ‘È il progresso, bellezza!’* citando l’Humphrey Bogart de L’ultima minaccia (1952). Guarda caso, un attore americano.

Marco Ceriani – Food Hero

NOTE

  • That’s the press, baby (…è la stampa, bellezza! La stampa, e tu non ci puoi far niente, niente!)


Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


  1. Annalisa FerrarioBe', però in Cordusio le trattorie non ci sono state mai!
    1 giugno 2022 • 06:23Rispondi
  2. Luciana Bordin..... e spero falliscano tutti!
    2 giugno 2022 • 05:50Rispondi
  3. OriettaPersonalmente mi considero fortunata: ho passato le serate piu belle al Capolinea e alla Bolgia Umana .. Fortunata..da una parte. Perché ho una grande nostalgia di questi luoghi e tempi. E di Brera, e dei locali di Brera..quando Brera era Brera. E non un ristorante a cielo aperto per turisti. Amen.
    7 giugno 2022 • 19:38Rispondi
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.


Sullo stesso tema


30 maggio 2023

SUMO OPEN E FESTIVAL DELL’ORIENTE

Marco Ceriani



7 marzo 2023

BARBERA E HUANGJIU*

Marco Ceriani



7 febbraio 2023

STELLE CHE SCOTTANO

Marco Ceriani


Ultimi commenti