5 aprile 2022

IL RILANCIO DELLA CITTÀ METROPOLITANA

Mai smettere di provarci


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Tuttosport ha riportato le parole dell’ineffabile Sala, sindaco di Milano, capoluogo della Città Metropolitana di Milano, della quale Sala è il sindaco di default. Alla presentazione della Telepass Milano Marathon, ha affermato: “È importante che lo stadio rimanga nei confini della città. Questo è chiaro. Siamo in continuo contatto con le squadre. Continuo a essere positivo”. 

Perché è ‘importante’ e ‘chiaro’ per un sindaco pronto a fare un Dibattito Pubblico sul nulla? Laddove fosse necessario un nuovo stadio, ma così non è…, questo dovrebbe essere collocato secondo criteri di pianificazione che tengano conto della sostenibilità, cioè del combinato tra impatto sul territorio interessato, della accessibilità ad una struttura multifunzionale con modalità articolate, quindi con emissioni relative, ingombro statico e dinamico, verifica della qualificazione sociale di quella funzione e del suo indotto. Come è possibile non considerare le dimensioni e le implicazioni metropolitane di un simile intervento, ovunque sia situato? Chi se non un sindaco di un organismo presente nel Titolo V° della Costituzione ma senza la rappresentanza elettiva da essa prevista e senza poteri e prerogative adeguate ai compiti di governo di un’area con 134 comuni e oltre 3.000.000 di abitanti? 

La realtà metropolitana di Milano, insieme a quella di Napoli, è certamente tale e vive già una quotidiana e intensa relazione reticolare, ma non dispone di un governo che ne abiliti tutte le potenzialità di produzione di valore nella glocalizzazione in condizioni di qualità ambientale e sociale. Il nostro pianeta, a metà secolo, vedrà il 70% della sua popolazione urbanizzata, con una dissipazione di energia e risorse, accompagnata dall’insicurezza come prodotto sociale. La sfida vitale che abbiamo è quella di rendere i nodi metropolitani una funzione generativa di consumi, costumi, modalità produttive e relazioni vicine o lontane, capaci di contribuire alla necessaria conversione ecologica di questa Piccola Terra. Tocca ad uno dei corpi intermedi, le Camere del Lavoro di Milano e del Ticino Olona, inquadrare la questione aperta della Città Metropolitana.

Sarebbe un normale concorso ad un processo di ridefinizione dell’architettura costituzionale e istituzionale italiana dentro a quello europeo. Ridefinizioni che emergenza climatica, pandemia e guerra hanno messo all’ordine del giorno delle esperienze democratiche. Il paradosso preoccupante è che la CGIL non partecipa ad un processo costituente, generato dalle rappresentanze politiche nazionali e locali, ma lo promuove. La Camera del Lavoro di Milano già prima della Pandemia aveva riunito tutte le Camere del Lavoro delle Città Metropolitane per condividere questo processo di attuazione della Costituzione, ciò che si evidenzia è che sia ancora soltanto una rappresentanza dei corpi intermedi a raccogliere il richiamo esplicito formulato dalla Corte Costituzionale al Parlamento nello scorso autunno: tant’è. Le CdL milanese e del Ticino Olona, insieme a diverse facoltà delle università milanesi, hanno preparato una iniziativa nazionale per fare il punto sul quadro normativo che interessa le commissioni parlamentari, su quello della Regione Lombardia, su quello della Città Metropolitana e sulla azione del suo sindaco. Non si tratta di una lodevole iniziativa per alimentare una cultura costituzionale per la politica pubblica, si tratta di dare vita ad un confronto cogente a fronte della crisi evidente dell’istituto della democrazia che interessa l’occidente tutto. 

Il lavoro proposto al confronto parte dal dossier delle Città Metropolitane – Città Metropolitana di Milano, del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri del marzo del 2017. Un dossier completo ed articolato le cui traiettorie indicate sono rimaste immutate. Quello che occorre indagare è l’incidenza su questa realtà delle emergenze in atto, olimpiadi Invernali comprese. Tra le regioni urbane funzionali italiane-FUR, l’estensione di quella milanese è superiore a qualsiasi altra: oltre ai 134 comuni ex provincia vi è una estensione del FUR milanese a 499 comuni (fonte OCSE) e fino a 1.206 comuni (Bundeinstitut fur Bau – Stadtund Raumforschung – BBRS tedesco).

Si tratta di una complessità in atto, una articolazione reticolare che richiede di essere governata con strategie ed assetti istituzionali tra loro anche differenti ma efficaci. Quel che Milano non può assolutamente permettersi è una continuità sostanziale mascherata da poche scelte nominalistiche, che lasciano inalterata la inefficienza del governo delle interdipendenze in un’area di tale complessità. 

Il documento di lavoro proposto al confronto è chiaro, constata: il fallimento della riforma Delrio e solleva il bisogno di una riforma delle Autonomie Locali capace di costruire un governo  delle nuove complessità, di una realtà che in molti aspetti non ha più una dimensione  confinata nei confini daziali, ma dimensioni dell’area vasta; che le riforme e leggi negli ultimi anni muovevano sempre  da due obiettivi: risparmi e semplificazione nel nome dell’efficienza, meno burocrazia,  meno conflitti di competenze, meno sovrapposizione fra Enti, eliminazione della indennità degli eletti – il sistema degli  Enti locali ne avrebbe guadagnato in efficienza. Una cultura che ha visto il governo pubblico di funzioni come spreco e limitazione di un mercato e di una libertà di scelta che erano individuate come la migliore organizzazione delle funzioni. 

E’ evidente che una dimensione metropolitana degli investimenti del PNRR sarebbe di grande interesse, a partire da ambiente, servizi, casa.  Per questo una organizzazione di massa radicata nel mondo del lavoro come la CGIL, spinge a un ripensamento e un rilancio delle Istituzioni Metropolitane, così in grado di supportare nuove economie urbane e contribuire al rilancio della produttività, dove la transizione ecologica, se opportunamente pensata come grande questione politica e non solo tecnologica, è certamente ingovernabile a livello dei singoli comuni. Qui si delinea il ruolo fondamentale della città metropolitana; essere supporto, coordinare la progettazione di aree di comuni, assistere le amministrazioni locali nella partecipazione a questo progetto di rinascita e crescita che non può emarginare la grande maggioranza delle amministrazioni locali. Non è il contado ma una rete di nodi funzionali che abilita il sistema territoriale.  

Senza un governo dell’area metropolitana il rischio è che le attuali città metropolitane non ce la possono fare: problemi di risorse, di capacitàzione, di mancanza di indirizzo politico.  La CGIL è diretta: “la città metropolitana è oggi un Ente con elezioni di secondo livello, cioè è un Ente a cui non concorrono direttamente i cittadini all’elezione dei suoi organismi. Se questo era accettabile in una fase transitoria che prevedeva la soppressione degli Enti di area vasta, nel momento in cui questi Enti sono previsti in Costituzione con pari rango di tutte le altre amministrazioni locali, una modalità diversa di elezione non è accettabile. Ciò diventa poi un vero e proprio vulnus democratico nel momento in cui questi Enti, come noi auspichiamo, diventino non più scatole vuote come oggi sono, ma Enti dotati di una propria funzione”. 

L’appuntamento, slittato per problemi di uno degli interlocutori, sarà in Camera del Lavoro a Milano, con diretta FaceBook e Youtube. Massimo Bonini Segretario Generale, CGIL Milano chiamerà al confronto i diversi livelli istituzionali coinvolti: Michela Palestra Vicesindaca, Città Metropolitana di Milano; Alessandro Spada Presidente, Assolombarda; Stefano Buffagni Parlamentare, 5Stelle; Andrea Monti Consigliere Regione Lombardia, Lega; Vinicio Peluffo Segretario Regionale, PD Lombardia. Mariastella Gelmini Ministra Affari Regionali ed Autonomie e Giuseppe Sala Sindaco di Milano, ne discuteranno con Maurizio Landini Segretario Generale CGIL. Toccherà a Mario Principe Segretario Generale CGIL Ticino Olona moderare il dibattito e renderlo cogente. 

Non smettiamo di provarci.

Fiorello Cortiana

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  1. valentino ballabioLa irrisolta questione metropolitana, malgrado le indubbie ragioni di ordine territoriale, sociale ed economico, confligge purtroppo con interessi politici consolidati. La diarchia di potere tra Comune di Milano (egemone sulla Lombardia centrale) e Regione (dominante sulle province periferiche) si avvale inoltre dell'anarchia di sottopotere degli oltre mille e cinquecento Comuni, ciascuno racchiuso nel proprio “autonomo” orticello. Il potere si occupa delle scelte strategiche, il sottopotere della spartizione delle spoglie. In questo quadro non c'è spazio per l'ente intermedio (Città metropolitana e Province), con buona pace degli articoli 114 e 118 della Costituzione, che sancisce i principi di “sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza” nel rapporto tra gli enti costitutivi la Repubblica..
    6 aprile 2022 • 15:53Rispondi
  2. valentino ballabioAggiungo. Pressoché impossibile che il quadro possa essere modificato dall'interno (Sindaci con Giunte e Burocrazie al seguito) bensì piuttosto dall'esterno (la politica, da determinare “con metodo democratico” dai Partiti). Se questi ultimi tuttavia hanno smarrito la funzione attribuitagli dalla Costituzione (art. 49) ben venga l'apprezzabile iniziativa sostitutiva del più un influente Sindacato, con l'auspicio che non si riduca ad una vana passerella di “tirati per la giacca”. Ma la sfasatura è evidente e gli esiti assai incerti. N.B. Peraltro dal sito della GGIL Milano l'evento preannunciato da Cortiana risulta tuttora non slittato ma “annullato” senza motivazioni. Forse un ritorno alla rigida disciplina milanese: “ofelè fa el to mestè”?
    7 aprile 2022 • 14:57Rispondi
  3. fiorello cortianaConcordo con le considerazioni di Ballabio e faccio una precisazione: confermo, essendo nel gruppo della Camera del Lavoro impegnato alla attuazione piena della Città Metropolitana, che l'iniziativa è stata rinviata per problemi di uno degli interlocutori. Problemi di ordine personale e non politico.
    7 aprile 2022 • 19:28Rispondi
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