21 dicembre 2021

IL DIRITTO AL DUBBIO

Pandemia, vaccinazioni e politica


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Progetto senza titolo (10) (1)

Due anni fa, agli inizi della pandemia, si diceva che tutto sarebbe tornato come prima. Si pensava fosse una cosa passeggera come tante altre, la realtà è che la vita di tutti i giorni è cambiata e si percepisce in ogni occasione, dal lavoro alla vita privata. Nella gestione dei rapporti con gli altri e con noi stessi tutto non è come prima e non ritornerà come prima o almeno per queste generazioni che stanno vivendo il dramma, anche se riuscissimo a sconfiggere definitivamente il virus in un certo tempo.

Come cittadino non posso fare a meno di osservare le Istituzioni, anche perché ogni giorno c’è da aspettarsi un cambiamento, e per chi come me, viaggia molto non è un bel vivere. E’ vero che il Governo Nazionale, la Regione, il Comune, hanno dovuto assumersi delle responsabilità su scelte direttamente ricadenti sui cittadini, fino allo stretto privato e osservando meglio, potremmo dire che le Istituzioni si siano trovate nella condizione di dover prendere delle decisioni non sempre con condizione di causa ma in emergenzialità. 

La realtà di oggi è quella di una Nazione che si trova a dover gestire una situazione pandemica poco promettente, in cui, nonostante le vaccinazioni, non si riesce ad abbassare i numeri dei contagi che invece aumentano. Dunque siamo al punto in cui le vaccinazioni riducono una gravità ospedaliera e la mortalità, ma non arrestano il virus, anzi, si potrebbe sostenere ci sia un effetto placebo e che molti cittadini pensino che con il vaccino siano immuni e liberi di fare come se non ci fosse un pericolo di contagio. Sta di fatto che in questo dicembre 2021, in Lombardia ci sono circa 5500 positivi contro i 3800 del dicembre 2020, quando non c’era il vaccino. 

La gravità della situazione, sta nel vedere scarse attitudini da parte di chi invece dovrebbe dimostrare capacità di analisi e di sintesi del contesto in cui si trova a dover agire. Per essere chiari, si assiste a scelte che sembrano dettate da una strategia e non da elementi sanitari pur restando sul piano della dottrina mondiale firmata dalla Comunità Scientifica, in primis declinate alla salvaguardia dell’economia e delle Finanze, diligentemente giustificate dalla stessa Comunità la quale, suo malgrado, deve rispondere sulla base delle scelte politiche più che alla scienza (si pone forse un quesito, l’idea che la libertà individuale possa essere condizionata da strategie di Stato poiché essenziali per la sostenibilità di un Paese, dando peso al principio per il quale se non c’è economia non c’è società e che questo sia un dogma). 

Ma la domanda è: senza assumersi il carico di una responsabilità di Stato sulle eventuali conseguenze sanitarie avverse, è giusto indurre un cittadino ad iniettarsi una sostanza della quale non si conoscono completamente tutti i possibili effetti collaterali nel tempo? Dunque ogni scelta, pur calata dall’alto, ricade interamente sul cittadino, il quale se ne assume la responsabilità in toto, ed è costretto in ogni modo a seguire un certo percorso se volesse mantenere non solo uno standard di vita decente, ma anche lo stesso sostentamento economico oltre che legale. 

Un esempio di manovra politico/economica indipendente dalla realtà sanitaria, è stata quella di Regione Lombardia, la quale, pur con dati che la farebbero cambiare di colore, ha deciso di aumentare i posti letto delle terapie intensive di fatto riportando il rapporto malato/posti letto a valori da colore bianco, eludendo completamente i dati sanitari che invece parrebbero preoccupanti (in termini assoluti i casi stanno crescendo in modo piuttosto sostenuto). La scelta di legare il colore di una regione al rapporto posti letto/contagiato e non al famoso Rt, lascia pensare che non ci sia più un approccio scientifico/medico al controllo della diffusione e alla trasmissibilità, se mai un controllo sulle terapie intensive sempre e comunque adottando parametri con il fine di favorire l’economia che alla gente piace perché non avendo coscienza piena della gravità, semplifica con la possibilità di fare tutto, uno strano caso di mitigazione della realtà sanitaria che invece determina un abbassamento generale del livello di attenzione sull’argomento che in questo momento invece richiederebbe maggiore attenzione.

L’impressione è che non ci sia chiarezza e che la Comunità Scientifica per mesi protagonista, oggi sia rilegata in una sorta di consulenza pro parte, chiamata a giustificare e sottoscrivere scelte politiche, una specie di ufficio consensi a procedere. Una cosa è certa, di questo passo è lontana la fine. In effetti, invece di approfondire certi aspetti relativi alla pandemia e alla vita delle persone, si preferisce pensare ad esempio all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica che dovrebbe insediarsi entro il mese di gennaio 2022, mese in cui scade il semestre bianco durante il quale non è possibile sciogliere le camere fino al momento del nuovo mandato presidenziale. 

Dunque siamo in una fase in cui la politica si concentra su questo importante appuntamento, agendo anche sull’aspetto pandemico ma in modo poco analitico, senza approfondire e con l’atteggiamento di chi vuole congelare il periodo senza aggravare la situazione economica, cercando di minimizzare ogni aspetto sanitario, facendo emendamenti spesso poco attenti alla qualità della vita del cittadino, libero solo di vaccinarsi sotto la propria responsabilità dunque senza tutele in casi avversi, ma costretto oramai a fare salti mortali come il recente ricorso ai tamponi anche nel caso di 3° vaccinazione se si volesse viaggiare e poi rientrare in Italia, decretando la quarantena di 5 gg. per i non vaccinati, ma anche rendere la vaccinazione vincolante per andare in un ristorante, quando sarebbe invece maggiormente tutelante proprio il tampone eseguito nell’arco delle 24 ore (rammento che il vaccino non rende immuni, dunque può esserci il caso in cui un vaccinato potrebbe essere asintomatico), dunque invece di tutelare l’economia e il turismo (nel caso dell’ultimo emendamento) la si penalizza con una serie di decisioni del tutto illogiche, suscitando la preoccupazione della Comunità Scientifica che invece resta molto preoccupata per la ripresa della diffusione del virus con le sue varianti (l’ultima è la Omicron). 

Una riflessione su Milano, dal mio punto di vista, del tutto fuori fase nonostante la rielezione del sindaco Sala che non aveva certo brillato sull’argomento, forse attenta ma anche poco curata dal punto di vista dell’informazione e delle iniziative a favore dei lavoratori, dei pendolari, e delle classi sociali svantaggiate proprio rispetto a questo periodo storico, le quali fanno fatica a capire cosa e come si deve fare. Ad esempio non ci sono centri di quartiere dove andare per ricevere informazioni puntuali su ogni eventuale situazione che si creasse dal punto di vista delle procedure sanitarie e delle leggi conseguenti (ad esempio per svolgere certe attività lavorative). La città è lasciata alle informazioni dei media spesso inesatte o peggio date da ciarlatani che imperversano nel web, mentre viene appesantita con ulteriori decisioni prese perché si deve fare qualcosa, meglio se prima degli altri, senza analisi ne buon senso. 

Ci sono poi aspetti legati al trasporto pubblico, per il quale si è deciso di rendere obbligatorio un pass sanitario che di fatto è impossibile da controllare in ogni occasione di salita su tram, autobus, filobus, metro e passante, dunque si pone una regola che faccia da deterrente ma poi non si fanno le dovute verifiche, dunque si autorizza il trasporto pubblico a fare il pieno, invece di pensare alla diffusione di una cultura della tutela di se e dell’altro. 

La politica pensa al controllo del cittadino, questo è un concetto da sempre il male italico, dunque non si forma il cittadino, non si cerca di migliorarlo nella coscienza di cittadinanza, non si va a conoscere il cittadino, non si rende partecipe come avviene ad esempio in Francia, dove i “citoyennes” (cittadini) vengono chiamati patrioti (quelli che rispettano le leggi dello stato) dove quando vai dal medico, ti aggiorna una scheda personale in cui c’è scritto cosa fai, cosa pensi e come ti senti moralmente, come vivi a casa e al lavoro e se i fine settimana li passi bene, prima di controllarti la pressione, da noi tra breve, dovremo chiedere a qualcuno se possiamo rientrare a casa o no. 

Un cenno infine all’argomento NO vax, senza dubbio quello più emblematico, è forse sbagliato dire di essere davanti a una vera e propria isteria culminata in una sorta di caccia alle streghe e stigmatizzazione di chiunque ponga un dubbio sulla sicurezza dei vaccini fino al dispregiativo NO VAX? Ciò detto ne deriva una ovvia deduzione: siamo sicuri che queste azioni di ostruzionismo verso i non vaccinati, non abbiano in se una deriva autoritaria al limite della Costituzionalità? 

Si é certi che non si sia passato il limite delle regole di convivenza? Il concetto di tutela della comunità è corretto, dunque che si renda obbligatorio il vaccino e che lo Stato se ne assuma le responsabilità e si faccia carico delle eventuali conseguenze e la dove c’è una ostilità, se le leggi lo consentano, che si intervenga penalmente. Basta con questo falso senso della tutela della salute che redime il concetto d’interesse economico anche a favore delle industrie farmaceutiche. 

Da sempre l’espressione del ragionamento che ha spinto l’uomo al progresso è il diritto al dubbio.

Gianluca Gennai

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