26 ottobre 2021

“PER LA TESTIMONIANZA”

Verità e cambiamento


caffa

Gabriele Mariani, candidato sindaco di MILANO IN COMUNE e CIVICA AMBIENTALISTA alle elezioni dell’ottobre 2021, mi ha invitata a candidarmi. “Per la testimonianza”, mi ha detto. Penso che mi abbia rivolto questo invito considerando che nella Città io sono fra le donne e gli uomini superstiti di molte stagioni, in cammino da oltre novant’anni. Posso cominciare testimoniando di una condizione nei tempi bui del fascismo, della strage mondiale che li ha preparati.

Mio padre verso la fine dell’Ottocento era sceso prima a Savona e poi a Genova da Erli, un piccolo paese dell’entroterra di Albenga. Sul Foglio Matricolare del Regio Esercito Italiano intestato al suo nome, leva 1881, Fanteria, alla voce “professione o mestiere” si legge: “fonditore”. Il primo lavoro che la Città gli aveva offerto.

Sul suo Libretto personale che riporta la data del richiamo alle armi per mobilitazione, 24 ottobre 1915, 4a Compagnia Automobilisti, e la data dell’arrivo “in territorio dichiarato in stato di guerra”, 1° dicembre 1915, alla voce “Professione o condizione” si legge: “vigile urbano”. Aveva aspirato a un lavoro di servizio per la Città, aveva studiato per essere idoneo, era stato assunto.

A Genova, il nostro caseggiato, alto su una scalinata di 130 scalini, fra mare e monti, era abitato nella quasi totalità da famiglie di operai, di camalli del porto. Nella nostra casa piccola, dotata di un unico rubinetto per l’acqua, sopra il lavandino di marmo, e di una stufetta di ghisa, in cucina, io, bambina, ragazzina, verso l’adolescenza, senza averne coscienza camminavo attraverso le guerre di classe, quando solo ingiustizia c’era, e nessuna rivolta.

Oggi, che tempi sono i nostri? E’ venuta l’ora che all’uomo un aiuto sia l’uomo? Ci è vicino un poeta che ci dica oggi le domande dell’uomo, le risposte?

Viviamo in tempi di incessante frastuono. E’ programmato con gigantesche risorse di uomini e di mezzi, per confondere le coscienze, per nascondere la verità della Città sotto una spessa, soffocante coltre di menzogne. Ci assedia, entra in casa nostra, dentro di noi. Ho guardato le mie mani nude, ho pensato alla storia del Piccolo Principe, ho avuto la tentazione di disegnare una scatola con il suo coperchio, di dire: “La mia testimonianza è lì dentro”.

Poi ho pensato ai baobab che oggi sgretolano la Città con il falso Modello Milano del Centro Sinistra senza sinistra, della partecipazione a parole contro la partecipazione nella realtà, dell’insaziabile ricchezza di pochi che genera povertà ed emarginazione, e ho preso di nuovo coraggio: posso almeno provare, tiro fuori dalla scatola alcune parole, alcune domande, per me grandemente significative.

Il cardinale Martini ha proposto a tutti, credenti e non credenti nel suo Credo, credenti in altre fedi religiose, credenti della fede laica nell’uomo, la sua Idea di Città. Ha detto: “Il problema più grave della società è l’ingiustizia”. Fra i candidati sindaci e componenti delle rispettive liste, c’è chi ha l’Idea di Città del cardinale Martini, c’è chi lo dichiara? Quali politiche, con quali firme, hanno confermato e aggravato l’ingiustizia nella Città?

Come dice Lucia all’Innominato: “Non torna conto a uno che deve morire di far patir tanto una povera creatura”. Quante povere creature hanno patito e patiscono a causa del dominio di interessi che nella Città arricchiscono i ricchi e impoveriscono i poveri?

Papa Francesco ha detto: “Bisogna prendere coscienza della necessità del cambiamento”.

Sentiremo parole di pentimento rivolte alla Città, di riconoscimento dei reali interessi che sono stati imposti, della relazione fondata sulla menzogna?

A Sinistra, quale cambiamento?

Nella così difficile condizione che è stata ed è la nostra, mentre vogliamo essere consapevoli del valore della nostra resistenza, finalmente apriremo domande anche sui nostri limiti, sui nostri errori, sulle nostre miserie? Sulla reale misura della nostra sconfitta, sulla reale misura degli interessi di ingiustizia, di disumanizzazione dominanti nella Città? Dell’ioioio piccolo borghese che si appaga di protagonismo, voglioso di primati, e produce frammentazione, va d’accordo con le politiche che dall’alto dividono, mettono in competizione, contro il compito della costruzione di unità? Apriremo domande su questioni tabù? Ad esempio, su Volontariato e Terzo Settore, per fare infine le nostre distinzioni? Ad esempio, ci chiederemo che cosa è diventata l’Università? Quale libertà di ricerca nell’Università, quali condizioni di servaggio, per quali interessi? Ci chiederemo che cosa è diventato il diritto allo studio, ora che il proletario espulso dalla scuola dopo la terza media, o prima, indossa la felpa con su scritto “University of New York”? Apriremo tutte le domande possibili?

Le risposte che troveremo ci daranno indicazioni per uscire dalla ripetizione di vecchi schemi, per pensieri, sentimenti, comportamenti fondati su un più forte e sincero scopo di libertà? Libertà, bene comune supremo, liberante di tutto ciò che ci innalza, ci fa star bene, con la nostra speranza, la nostra gratitudine.

Tutto questo significherà una nuova attenzione per la nostra spiritualità? Religiosa, per chi ha un credo religioso, laica per chi ha una fede laica nell’uomo.

Con questo, andremo oltre il piccolo cabotaggio, ci spingeremo al largo?

Cardinale Martini, papa Francesco. Potremmo persino farci venire in mente Gramsci? quell’uomo venuto dalla Sardegna sull’orizzonte del mondo. Altri Maestri.

Parole del Cardinale Martini: “nella Chiesa c’è poca parresia”. Parresia, parlare con franchezza, dire la verità. Parole di Gramsci: “dire la verità è rivoluzionario”.

Dev’essere questa la via per il cambiamento a cui ci chiama papa Francesco.

Franca CAFFA

All’anagrafe: Franca Emilia CAFFA.

Emilia BALBIS, la mia nonna paterna.

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  1. Franca CaffaCara lettrice, caro lettore, devo dirti che questo mio scritto "per la testimonianza", con le sue domande, risale al 24 settembre 2021. Alla redazione di Arcipelago Milano l'ho inviato dopo le elezioni. Che qualche domanda sia ancora attuale? Franca Caffa
    27 ottobre 2021 • 02:31Rispondi
  2. Marco NoliQuando con alcuni parrocchiani siamo stati alla messa mattutina del nostro vescovo, a Santa Marta in Vaticano, salutandolo, gli ho detto che sono un po' comunista, ma meno di lui. Non mi ha picchiato, ha sorriso. La politica non deve chiedere alla Chiesa di fare quello che deve fare lei, lo sappiamo e ci crediamo Il fascismo, Craxi, la lega, Berlusconi sono un prodotto di Milano, dove il lavoro c'e', dove la classe operaia c'era. La tua coscienza critica, la tua testimonianza, e' oro. La lotta continua, a Milano come a Roma. Grazie
    27 ottobre 2021 • 15:03Rispondi
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