11 maggio 2021

I TELEMIGRANTI, UNA NUOVA MINACCIA PER L’OCCUPAZIONE

Il nuovo allarmante aspetto della globalizzazione


Primo Maggio. Labor Mundi. La globalizzazione nella sua essenza non è altro che una politica mondiale del Lavoro. Rotto l’argine politico (collasso dell’URSS), la possibilità per le forze capitalistiche di utilizzare un enorme serbatoio di forza lavoro a condizioni di sfruttamento primitive ha deciso la direzione di marcia: delocalizzazioni per un verso e migrazioni per l’altro, costituiscono le branche della tenaglia dello accerchiamento del lavoro del mondo dell’antica industrializzazione.

Agostini

Il “lavoro operaio” con tutto il suo corredo di conquiste ed avanzamenti dei paesi di antica industrializzazione è sotto assedio. Mezzo miliardo di lavoratori sono come accerchiati da due miliardi di nuovi lavoratori. Dall’assedio la Sinistra politica di questi paesi (che può) si sottrae e cerca di rifugiarsi nei diritti civili, il Sindacato (che non può) rincula sempre più e cerca di rifugiarsi in politiche di autodifesa corporativa.

Oggi, Mentre ancora infuria l’assedio , irrompono nuovi elementi che nella loro diversità accelerano e radicalizzano tale Contesa di fondo: la sindemia (non pandemia come è più corretto chiamarla), la potenza tecnologica di connessione, La traduzione automatica del linguaggio.

E’di queste ore la notizia che una società israeliana ha realizzato un sistema di intelligenza artificiale per doppiare i film in qualunque lingua conservando la voce dell’attore. Si sta realizzando il sogno del nostro Federico Faggin ,inventore del microcessore: superare la grande frattura della torre di Babele dei linguaggi!

Se questo è diventato possibile, immaginiamo cosa questo si porta con se sul piano del lavoro:l’ingegnere del Pakistan,telemigrante ,assunto a progetto, pagato in libra al 20% ,al posto dell’ingegnere del Politecnico. A partire da Milano. E non fra cinquanta anni,ma adesso.

Tralasciando per un momento la sindemia,( i cui effetti stanno ridisegnando la geopolitica mondiale,) le barriere linguistiche ed i limiti delle telecomunicazioni, che restringevano i “telemigranti” (nuovo termine che entrerà presto in voga) a pochi paesi ed a pochi settori, i telemigranti diventeranno fenomeno di massa: uno tsunami di talenti a basso costo. Uno tsunami che investirà le alte professioni del lavoro medio alto. Dopo ed insieme al lavoro operaio.

Non ritirata quindi della globalizzazione,come da qualche parte si parla con superficialità, ma di una seconda fase della Globalizzazione: l’entrata cioè del lavoro medio alto nella spirale della globalizzazione, quindi ,conseguentemente, della condizione sociale dei ceti medio alti specie delle grandi città.

In tale scenario, dalle chiarissime implicazioni sociali e politiche, la questione del Lavoro diventa un tuttuno con quella della Protezione Sociale, del suo carattere universale, del Minimo Vitale.

Altro che Sussidi da una parte e poveri Ammortizzatori sociali, per di più su base assicurativa, dall’altra.

Per la Repubblica, si tratta del suo Governo Democratico; Per il Sindacato, della sua natura confederale; Per la Sinistra, del suo ritorno alle Origini. Del suo tornare ad essere in primo luogo forza del Lavoro.

Luigi Agostini
Già Segretario Nazionale Cgil



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  1. Silvana PulcinellaMolto interessante il concetto di telemigrante. Questo nuovo sistema di lavoro a distanza, colpisce e produrra' nuove tendenze e ovviamente nuovi problemi.I Il futuro del lavoro produrrà sovvertimenti e nuovi fronti sia d' indagine che di risoluzioni.
    13 maggio 2021 • 20:12Rispondi
  2. guido tassinaricari tutti, è cominciato una ventina di anni fa; traduco e faccio lavori chiamiamoli simili (doppiaggio e altro): a un certo punto i miei committenti hanno iniziato a essere da ogni parte del mondo ma mettendo "all'asta" del migliore offerente il "servizio". Poi sono arrivati traduttori ecc di intelligenza artificiale. Per alcuni lavori i kie "concorrenti" erano a Bangalore, già dieci anni fa. L'unica parte un po' conosciuta di questo cambiamento, l'estermalizzazione in Albania e Romania dei call centre (solo due paesi perché l'italiano è una lingua minoritaria). In tutto questo le amministrazioni pubbliche hanno abdicato al loro ruolo e hanno appaltato i loro "servizi al pubblico" in aste al ribasso
    18 maggio 2021 • 18:15Rispondi
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