16 gennaio 2021

EMERGENZA SANITARIA NELLA ASST MELEGNANO MARTESANA

La denuncia dei sindacati


La “prova del Covid” è quella che mette in evidenza non solo vecchi malanni ma rivela l’animus di chi gestisce strutture. I pazienti e il territorio non sono al loro servizio ma viceversa.

I sindacati confederali, Cgil, Cils, Uil, Nursing Up e Fials, e di base, Usi e Usb, con una lettera inviata ai lavoratori della ASST Melegnano e della Martesana, all’Assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti, al Direttore Generale Angelo Cordone, al Presidente della Conferenza dei sindaci ATS città Metropolitana Sara Santagostino e al Presidente dell’assemblea dei sindaci ASST Melegnano Martesana Elisa Balconi denunciano l’emergenza sanitaria, l’arroganza e l’incapacità dei vertici aziendali.

rausa

“Ci si sarebbe aspettato, – scrivono i sindacalisti – che questa emergenza portasse i vertici dell’Azienda ad una attenta e accurata ricerca di concertazione con la RSU, le OO.SS. e i lavoratori, al fine di trovare insieme le soluzioni più efficaci in linea anche con la strategia adottata dal Governo centrale”.

Invece a fronte dell’atteggiamento responsabile di RSU e OO.SS., che hanno cercato costantemente il dialogo e il confronto sulle tante criticità, si sono imbattuti nella “impreparazione e nella confusione della fase iniziale, alla disorganizzazione nella gestione del personale sanitario del comparto, fino alla mancanza di una minima progettualità per il futuro che rappresenta la vera spina nel fianco per un’azienda composita, che eroga salute, come la ASST di Melegnano e della Martesana”.

Siamo in una situazione difficile e drammatica acuita dalla pandemia da Coronavirus 19, già peraltro denunciata più volte dai lavoratori ai vertici della politica e della direzione aziendale, senza essere ascoltati. Si resta allibiti di fronte alla crisi che attanaglia una delle più ricche e una volta più efficienti regioni italiane, la Lombardia, frutto di una politica rivelatasi sbagliata e controproducente, che ha scelto di depotenziare i servizi territoriali e di valorizzare i servizi privati. Questa crisi ormai strutturale si è dimostrata nei ritardi mostruosi nella vaccinazione, nel numero più alto di contagiati e di morti per la pandemia, evidenziati nelle zone di più forte contagio, con la incapacità dei responsabili regionali e a scendere fino ai dirigenti locali delle ASST di intervenire tempestivamente palleggiandosi le responsabilità con il governo.

Prova ne sia la crisi politica, culminata con la defenestrazione dell’assessore Gallera e del coinvolgimento al suo posto dell’ex sindaca di Milano Letizia Moratti. Se è questo il quadro politico generale regionale, i sindacati scendono nel concreto dell’attività amministrativa per denunciare nel dettaglio inadempienze e incapacità gestionali e discriminatorie, di non rispetto del contratto nazionale, di riduzione dei diritti dei lavoratori e di ricorso inspiegabile agli appalti esterni senza verificare per i lavoratori coinvolti l’applicazione dei contratti nazionali.

I sindacati chiedono l’azzeramento dei dirigenti locali e la riscrittura di una legge che dia centralità al territorio. Ritengono insostenibile questa situazione e minacciano azioni concrete di lotta per salvaguardare la qualità del servizio e il benessere dei lavoratori. La rappresentanza sindacale interna e le organizzazioni sindacali denunciano inoltre le tante criticità manifestatesi in questo periodo, che vengono però da lontano, le selvagge riorganizzazioni e le chiusure dei servizi aziendali in contrasto con gli impegni assunti. Le conseguenze si vedono: un territorio in balia di sé stesso con una medicina territoriale ormai inesistente, che continua a pagare il prezzo più alto di una gestione dirigenziale inesperta e di una politica di indebolimento del Servizio Sanitario Pubblico. È necessario quindi – aggiungono – che si crei un nuovo organismo che sostituisca “le figure che in tutti questi anni hanno fatto scempio della sanità e messo in evidenza la loro inettitudine, designati solo per appartenenza politica e non per competenza”.

Paolo Rausa



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