27 luglio 2020

LA SPINTA INNOVATIVA DEL COVID

La digitalizzazione dei rapporti tra governanti e governati


Sarebbe banale e risibile in questo caso dire che non tutto il male viene per nuocere. Il distanziamento sociale ci ha costretti ad adottare procedure di comunicazione che già c’erano ma “nel cassetto”. Oggi con la digitalizzazione può anche cambiare il rapporto tra governanti e governati.

gennai

Tutte le civiltà si sono evolute a seguito di un evento serio, questo è il nostro momento. Gli argomenti di cui parlare, sarebbero molti tuttavia uno di questi è trasversale. Nell’era della digitalizzazione e della tecnologia, ci sono strumenti di uso comune, non un’eccezione legata all’emergenza.

Per esempio già nel settore privato, lo strumento della videoconferenza è oramai una quotidianità e permette alle Società strutturate, che hanno uffici o cantieri dislocati nel mondo, di coordinare le attività riducendo costi di trasferte accelerando i processi decisionali.

Il settore delle manutenzioni impiantistiche sia civili sia industriali, ha colto al volo l’opportunità offerta dalla tecnologia del settore telecomunicazioni, riuscendo a offrire pacchetti gestionali, basati su installazioni di postazioni fisse, connesse via GSM, o con altri sistemi di connettività da remoto, a supporto di una tecnologia sempre più evoluta, dove il digitale gestisce oramai il 100% dei dispositivi meccanici, elettrici ed elettronici declinati ai vari settori, dando per scontato il mondo della finanza, pioniere della digitalizzazione e delle opportunità date dalle telecomunicazioni.

Oggi, alcuni ospedali, riescono a eseguire interventi di microchirurgia da remoto, con il chirurgo e il paziente, distanti centinaia di chilometri, grazie alla robotica, già presente nel mondo dell’industria da anni, un settore in cui la Ricerca italiana e le alte competenze di cui dispone ha dato un contributo decisivo e continua a darlo attraverso le proprie eccellenze Universitarie e i Centri di Ricerca avanzati. Tutto grazie alla digitalizzazione e alle telecomunicazioni di ultima generazione, delle quali bisogna fidarsi se si vuole evolvere, pur con molti ma e molti se.

A Milano, la digitalizzazione è “life motiv” tuttavia non cosi diffusa come si pensi, spesso volutamente rimandata se non ostacolata attraverso espedienti, giusto per non essere tacciati come: ostili alla modernità. Nel settore privato ma molto di più nel settore pubblico, si fa fatica a dare spazio alla digitalizzazione, ci sono disfunzioni nei sistemi, una scarsa qualità diffusa, spesso scarse competenze che fanno tendere l’ago della bilancia a favore dei fornitori di strumenti digitali, naturalmente contenti di fare utili con consulenze e interventi, deontologia a parte. La digitalizzazione del settore pubblico non riguarda solo i Servizi al cittadino, ma anche gli strumenti di partecipazione diretta della Cittadinanza, per esempio alle sedute del Consiglio Comunale e dei CDZ.

Parlerei della Partecipazione attiva, per la quale si spendono molte parole ma pochi soldi in confronto a quanto necessario, quasi come se avessimo un timore, una diffidenza ancestrale che ci riporta ai racconti di Azimov, letti con interesse ma anche paura per una sopraffazione della macchina sull’uomo, cosa che lo stesso Azimov ammette ma senza vittoria, l’intelligenza umana è irraggiungibile. Si direbbe che possa esserci anche una strategia che rifiuto, quella del non aprire più di tanto alla partecipazione pubblica.

Di recente, favorevolmente sorpreso, ho visto che il CDZ8 ma forse anche altri CDZ, hanno adottato la “videoconference” come strumento di lavoro nelle sedute consiliari, ha partire dalla fine di Maggio, peraltro aperte alla partecipazione diretta del cittadino, previo prenotazione via mail. Questa modalità, darebbe la possibilità a tutti i cittadini, di presenziare senza l’obbligo di andare nelle Sedi, dunque rappresenterebbe un momento evolutivo incredibile, in cui chi non deambula o chi non può spostarsi per altri motivi, potrebbe partecipare attivamente alle questioni del proprio quartiere ma anche della Città anche dopo questo periodo di difficoltà ma anche di stimoli a trovare soluzioni, vie nuove.

Quando potranno riprendere le sedute Comunali e dei CDZ in presenza fisica, lo strumento della “videoconference” dovrebbe essere un valore aggiunto, con l‘introduzione di un momento dedicato a chi vorrebbe intervenire da remoto. L’innovazione delle procedure partecipative, potrà avvenire solo se la stessa Giunta si farà promotrice, stanziando risorse economiche a favore dei municipi, sempre meno supportati e depotenziati forse succubi di una verticalità eccessiva, tenuti in vita solo come figuranti di un processo decisionale che non sembra ascoltare l’apparato periferico, imponendo strategie di sviluppo, soprattutto del territorio, e soluzioni aderenti a logiche spesso discutibili in cui il confronto è solo apparente.

Immaginiamo come potrebbe cambiare la relazione tra cittadinanza e Istituzioni, ma anche tra medici e pazienti per esempio, attraverso una videochiamata, si potrebbe fare una prima diagnosi d’orientamento. L’idea di dare la parola al cittadino in modo cosi diretto, ha in se un aspetto rivoluzionario che andrebbe ad annullare molte delle difficoltà relazionali, rimettendo al centro il confronto diretto anche tra persone.

Una vera Smart City, in cui ognuno può fare o non fare qualcosa, ma senza appellarsi all’inefficienza dell’apparato pubblico o delle tecnologie. Un primo obiettivo da raggiungere per dire che si volge verso una nuova Era in cui davvero ognuno è messo nella condizione di essere un protagonista dei cambiamenti di una Milano che appare in stand-by, smarrita e forse impaurita da un futuro che certo non sarà quello che pensavamo e che ancora per molto tempo, dovrà essere in convivenza con il problema SARS-Cov-19.

La speranza è che questo sia solo l’inizio di un processo di modernizzazione, finalizzata alla crescita collettiva di un sistema basato sull’orizzontalità o non sulla verticalità, dove certamente, ognuno dovrà svolgere la propria funzione di cittadino responsabilmente, da una parte, coloro i quali sono stati chiamati a prendere delle decisioni, dall’altra i diretti interessati, i cittadini attivi i quali potranno essere parte delle decisioni, stimolando i propri eletti. Dobbiamo anche noi, assumerci le nostre responsabilità intellettuali nel proporre, restando parte attiva anche dopo, senza richiudersi spesso, nello sterile esercizio della parola, sia pure essa stimolante.

Gianluca Gennai



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  1. CARLO GERIBuonasera, ho letto con molto interesse il suo articolo. Detto questo, bisogna prendere atto che un indotto "positivo e virale" del Covid-19 è stato il "coming out digitale" degli Anziani, vedi alcuni webinar della Milano DigitalWeek20 e lettere all'inserto Buone Notizie o ad altre rubriche dei quotidiani. Poi il timore è che tutto si riduca ad un'alfabetizzazione dei device digitali e all'uso di Skype o Zoom. Bisognerebbe invece parlare di Cultura, di Trasformazione, di Cittadinanza tutte al digitale ed anche di Smart City, Smart People e, per esempio, anche di quello che si cerca di far conoscere, sempre dalla Digital Week : il ruolo aumentato del Cittadino Soccorritore. Ed a questo punto, citare Sisifo risulta un'ovvietà, ma articoli come il suo, inducono ad una certa speranza. Se desidera ci sono. Cordiali Saluti, Carlo Geri
    29 luglio 2020 • 16:58Rispondi
  2. Gianluca GennaiGrazie, Lei mi da speranza e forza per continuare a lottare in cio' in cui credo , la cittadinanza attiva.
    29 luglio 2020 • 22:55Rispondi
  3. STEFANO COZZAGLIOIo sono molto insoddisfatto dalle chiacchiere prodotte dal virus circa la informatizzazione dei servizi . Solo pochissimi casi hanno prodotto dei risultati soddisfacenti per gli utenti . In particolar modo tra i peggiori possono annoverare : le banche la cui efficienza è crollata del 50% almeno con tempi che si sono ampliati di quattro o cinque volte almeno , le pratiche con le pubbliche amministrazioni che non hanno personale correttamente addestrato e quindi spesso fermano gli iter delle varie pratiche per inceppi burocratici , gli ospedali dove si fa carico a persone già in situazioni precarie l'onere della gestione informatica . In più la difficile gestione si ribalta anche su chi deve rispondere a questa massa di richieste senza riuscire a confrontarsi direttamente con l'utenza . In più su sollecitazione degli utenti è cresciuta anche una grande quantità di interrogativi che hanno scatenato , purtroppo , una serie di risposte spesso confuse e imprecise
    30 luglio 2020 • 11:56Rispondi
  4. Gianluca GennaiConcordo con Lei Sig. Cozzaglio, l'elenco delle inadeguatezze, e una poca formazione erogata come forma professionalizzante, sono causa di sovraccarico di lavoro per molte persone che farebbero altro ma che devono confrontarsi, spesso da autodidatta, con l'nformatizzazione e la digitalizzazione. Servirebbe una maggiore organizzazione e soprattutto competenze all'interno della scala gerarchica degli Enti. C'è da dire che spesso le piattaforme dedicate alla digitalizzazione che dovrebbero facilitare il cittadino, o non funzionano alla perfezione o sono troppo articolate finendo per causare un rifiuto se non una rinuncia a fare le cose per via telematica. Certo è, che la partecipazione civica, non può che gioire se si parla apertura di canali istituzionali quali i CDZ e il Consiglio Comunale. Sicuramente, alla base ci deve essere la facilità d'accesso e una volontà politica che promuova lo strumento della condivisione da remoto.
    30 luglio 2020 • 18:52Rispondi
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