22 maggio 2020

PROPOSTE PER LA CITTÀ DEL FUTURO

Tecnologia, energia, sorveglianza


Come immaginare la Città del Futuro? Ora più che mai servono idee nuove e audaci sui temi più centrali alla rigenerazione della città: energia, trasporti, sicurezza salute.

gennai

C’è un sostantivo che riverbera nelle mie riflessioni: silenzio. Questa parola austera spesso ci ricorda la maestra o quel tal professore o il docente spazientito o severo, in letteratura il Cardinale Borromeo che accoglie l’Innominato con le parole: “io sono il silenzio ora… parla.”1 Il silenzio, in fisica, è l’assenza di rumore. Questa definizione è la “chiave di volta“ per presentare una possibile Città del Futuro, che vorrei fosse più una Città Nuova.

Quando penso alla Città del Futuro faccio fatica a non cedere alle visioni di quei vecchi libri di Architettura o d’Ingegneria, in cui si vedono i tanti progetti, anche molto celebrati e geniali, di grandi architetti che un tempo posero l’attenzione su certi concetti dell’abitare oggi rivelatisi fallimentari. Mi chiedo se abbiamo fatto tesoro di quei fallimenti, nei quali si cercarono delle soluzioni alla crescente domanda di spazi dove dormire e non di luoghi dove vivere. Oggi forse si fa anche peggio: si pensa a spazi abitativi di pregio per pochi.

Per accedere a ogni forma di sviluppo sostenibile serve l’energia in quantità sufficiente. Questo è un canone valido per ogni visione possibile e senza di esso ogni progetto che esplori possibili scenari urbani sostenibili scivola nell’utopia ed è spesso un vano parlare, come del resto questa mia visione. Tuttavia l’argomento stimola una proiezione.

Una domanda crescente di risorse umane e la naturale predisposizione dell’uomo a trasferirsi dove ci siano maggiori opportunità di sviluppo chiederebbero alla Città del Futuro nuovi spazi e modi di abitare dove accogliere le persone in modo sostenibile, con habitat dove esse dovrebbero vivere in modo soddisfacente: dunque non solo spazi dove dormire.

La necessità di luoghi all’aperto dove rigenerarsi imporrebbe di destinare molte superfici al verde naturale e arboreo e al terreno libero, abbandonando completamente l’insana derivata che tende a pomposi boschi verticali come elemento architettonico di grande pregio, percepiti impropriamente da molti come un’alternativa boschiva.

Una Città del Futuro dovrebbe cercare di garantire gli spostamenti urbani, periferici e suburbani a tutti i cittadini a qualsiasi ora del giorno e della notte e in ogni quartiere, dunque l’urbe dovrebbe essere parte di un contesto territoriale dove ci sia una gerarchia tra “nucleo-città” e “particella-città” che permetta lo sviluppo di una nuova Società Territoriale, che dovrebbe essere iperconnessa e garantire a tutti un agevole accesso a ogni tipo di servizio via web, dare la possibilità di lavorare h24, parlare tutte le lingue del mondo e accogliere tutti i culti, in modo dignitoso e regolamentato da precisi canoni di convivenza. Dunque ogni servizio al cittadino, compresi i luoghi dove pregare, dovrebbe essere adeguato agli usi e costumi nel rispetto delle culture diverse, evitandone la ghettizzazione e favorendone l’integrazione, nel rispetto dei diritti e dei doveri.

Quali formule dunque per arrivare a pensare questa possibile Città del Futuro? L’energia di oggi si basa su fonti fossili, destinate all’inevitabile esaurimento – a parte il termonucleare che noi italiani, dopo avergli dato la genesi, abbiamo preferito lasciare ad altri i quali ora ci cedono l’energia così prodotta a costi indicibili. Sarà necessaria la Ricerca, che va finanziata, o dovremo tornare a produrre energia nucleare. Le rinnovabili, pur interessanti, non sono oggi e non saranno mai sufficienti a garantire energia ad una Società ricca e prospera quale la nostra ambisce essere.

Guarderei con interesse alla ricerca sulla fusione nucleare nell’ambito della fisica del plasma. Oggi nel sud della Francia, a Cadarache, la Comunità Internazionale sta costruendo un prototipo ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), progetto in cui l’Italia partecipa con diverse Società, tra le quali una di Milano. La prospettiva è di realizzare con successo una reazione nucleare stabile utilizzando 2 isotopi d’idrogeno, deuterio e trizio, per produrre un gas elio, generando così energia pulita senza scorie radioattive. Se la sperimentazione avrà successo, il progetto andrà avanti fino alla costruzione di una prima centrale DEMO. Questa prospettiva potrebbe far pensare a delle città autosufficienti dotate di piccole centrali a fusione stabile, sicure perché gestibili anche in situazione critica semplicemente spegnendole, cosa difficile da fare in una centrale nucleare, anche se di quarta generazione.

Costruirei grattacieli non nel centro della Città, dotati di appartamenti a costi contenuti con superfici minime di 75mq pensati per 3 persone con un coefficiente per persona di 25mq. Appartamenti completi di domotica e iperconnessi, dotati d’isolamento termico tale da ridurre i consumi energetici e dare un maggiore comfort.

Nessun appartamento dovrebbe essere lasciato volutamente vuoto, in ogni quartiere della città. Un impianto di climatizzazione, gestito da un’unità centralizzata dotata di stadi di filtrazione assoluta F9 e HEPA (per virus e batteri), ma anche in espulsione tramite dispositivi di filtrazione tipo “canester”. Circuiti alimentati con acqua di falda. Molto teleriscaldamento e molti alberi obbligatori in ogni via. Parchi controllati e gestiti sia in termini di sicurezza che decoro. In ogni appartamento dovrebbe esserci un sistema d’igienizzazione a ozono o raggi ultravioletti e sistemi a canalizzazione pneumatica per la preventiva separazione dei rifiuti, da convogliare in serbatoi sotterranei condominiali mantenuti a pressione negativa.

Se si pensa alla Milano di oggi, tali processi potrebbero già iniziare nelle periferie, ancora in attesa di una rigenerazione profonda, senza andare a impegnare altro terreno agricolo o boschivo, dunque ridisegnare le periferie con processi simili a Cascina Merlata o al quartiere Isola, demolendo e ricostruendo una Città Nuova. Nel centro delle Città caratterizzate da architetture che danno loro connotati ben precisi e da tutelare si dovrebbero avviare processi di ristrutturazione interna, non visibili all’esterno, in modo da non alterarne la personalità architettonica, mantenendone la bellezza e l’armonia e dandogli al tempo stesso l’efficienza energetica e la domotica. Nessun pannello solare da smaltire.

Sarebbero da fare anche strade urbane sotterranee, che siano accessibili ad auto a combustibile non fossile come l’idrogeno o elettriche, e parcheggi sotterranei o a terrazza. I mezzi per lo spostamento di massa in superficie dovrebbero essere elettrici, quelli personali a pedale. Le gallerie e i parcheggi sotterranei dovrebbero essere dotati di sistemi di rilevazione gas e polveri, collegati a ventilatori assiali e camini di espulsione correttamente filtrati, peraltro già esistenti.

Il trasporto pubblico di superficie dovrebbe essere veloce ed elettrico, anche aereo (su monorotaia): treni, filobus e tram. Penserei a una rete metropolitana circolare esterna alla Città o una linea circolare di superficie anche su monorotaia, evoluta e dotata di sistemi di filtrazione dell’aria di ricircolo, equipaggiata con raggi ultravioletti atti a igienizzare gli interni, finalizzata al collegamento di grandi parcheggi sotterranei esterni alla città, dove lasciare obbligatoriamente le auto private dei non residenti.

Il sistema idraulico della Città dovrebbe essere dinamico, dotato di sistemi di guardia idraulica intelligente pronti a ridurre la pressione sui 3 fiumi principali (Olona, Seveso e Lambro) tramite appositi canali interrati che confluirebbero in vasche di laminazione, anche sotterranee, da utilizzare per l’agricoltura tramite rilascio controllato. Una rete fognaria che separi bene le acque di scarico (meteoriche, grigie, nere e bianche) con finalità di rigenerazione e recupero. Impianti di depurazione evoluti ed efficienti e un sistema di raccolta differenziata capace di ridurre la quantità di materiale destinato alla distruzione.

Infine, si dovrebbe sviluppare un sistema di telesorveglianza capillare distribuito in tutte le vie e parchi e piazze, atto a compiere azione di dissuasione più che di repressione.

Una Città fortemente tecnologica ma pensata per le persone che dovrebbero viverla, con un’idee di Comunità dove forse viene meno la privacy del singolo a favore della sicurezza di tutti, una città del silenzio tecnologico di superficie per lasciare spazio al rumore umano e a quello della natura.

Gianluca Gennai

1 A. Manzoni, I Promessi Sposi, Cap. XXIII



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  1. Federico Morovado a vivere lontano. Grazie
    27 maggio 2020 • 10:58Rispondi
  2. paolo violascappo anch'io!
    27 maggio 2020 • 12:59Rispondi
  3. giovanna franco repellinibuon giorno lei parla di "serbatoi sotterranei condominiali mantenuti a pressione negativa." cosa intende esattamente? la proposta è interessante e forse si potrebbe cominciare subito anche se temo che occorrerebbe mettere le bocche (almeno 4)sulle scale con il degrado che potrebbe comportare
    27 maggio 2020 • 15:02Rispondi
  4. Gianluca GennaiLo ringrazio per l'interesse. Sono certo che molti la pensano come Lei ma il punto e': ho si abbattono i consumi di energia cambiando radicalmente i nostri stili di vita o non riusciremo a sostenere nessun processo serio di cambiamento.
    27 maggio 2020 • 15:39Rispondi
  5. Gianluca GennaiGrazie Repellini per l'interessamento. I serbatoi a pressione negativa sono sistemi già in uso in alcuni paesi del Nord Europa dove per esempio fa molto freddo e non è possibile compiere regolarmente il prelievo dell'umido.Ci sono alcune realtà che dispongono di questa tecnologia. Semplifico molto: sono serbatoi interrati " a tenuta " , alcuni hanno una pompa di aspirazione (detta del vuoto) in grado di mantenere una depressione dell'ordine dei mbar,sufficiente per mantenere in depressione il contenuto, fino al riempimento massimo previsto. Dagli appartamenti partono delle linee tipo Posta pneumatica o a gravitazione per il trasporto dei contenitori di immondizia. Se l'argomento le interessa scriva in Redazione Arcipelago Milano , sarò lieto di darle maggiori dettagli e indicazioni su chi realizza questa tecnologia.
    27 maggio 2020 • 16:41Rispondi
  6. walter moniciO della complessità. Qualunque meccanismo o processo che richiede manutenzione è destinato prima o poi a rompersi o ad essere sostituito. Detto ciò credo che la città del futuro sarà un Immenso cimitero di dispositivi rotti, come i cimiteri di auto nei deserti americani, dove la enorme complessità di un'automobile costruita per sostituire una azione semplice come camminare alla fine degenera e muore. Dovremmo riuscire a distinguere nelle sue proposte quelle realmente utili e praticabili, alberi e biciclette es, da quelle inutili e irrealizzabili, strade sotterranee e posta pneumatica per i rifiuti. In ogni caso grazie dello stimolo intellettuale.
    28 maggio 2020 • 09:11Rispondi
  7. Gianluca GennaiLo ringrazio Monici. Condivido a pieno quanto scrive, la mia e' una visione "estremista" tuttavia derivata in parte da esperienze. Le strade sotterranee sono gia' largamente in uso a Parigi per esempio, da qui la mia versione 'spinta". La tecnologia pneumatica e' in uso negli ospedali, per esempio tra le unita' di prelievo e i laboratori (invio di capsule contenenti emoderivati e anche altro).I serbatoi interrati in depressione in uso " al nord" , sono collegati alle abitazioni tramite canali circolari in plastica, anch'essi in aspirazione rispetto agli appartamenti ed il concetto e' un derivato.Certo la tecnologia tende a deteriorarsi se non si esegue una manutenzione corretta o se ne fa uso improprio, ma puo' essere una valida estensione "all' oltre" in architettura e nell' urbanistica se si ha l'ardire di usarla oltre i confini del "collaudato e accettatato".La teconologia non si deve vedere usandola.
    30 maggio 2020 • 16:19Rispondi
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