29 aprile 2020

THE LIGHTHOUSE

Ballate e incubi di mare


canonicoRegia di Robert Eggers
Con Willem Dafoe, Robert Pattinson
Genere: thriller, orrore, fantastico
Produzione: Usa/Canada, 2019. RT Features, Parts & Labor
Durata: 109 minuti

Dovesse la pallida morte con acuto terrore, distruggerci il letto con l’oceano assalitore, Dio, che ode il rollio dell’onda tonante, salvi la nostra anima supplicante“.

Seconda metà dell’Ottocento: due uomini giungono su un’isola remota al largo delle coste del New England per gestirne l’imponente faro. Il più vecchio dei due, Thomas Wake, è un ruvido lupo di mare autoritario e ubriacone; il più giovane, Ephraim Winslow, è taciturno e accetta con ostilità repressa le assurde imposizioni di Thomas, che sta a godersi la luce all’apice del faro mentre a lui toccano le mansioni più degradanti.

Stare isolati in mezzo al fetore, al frastuono e alla sporcizia può però portare all’alcolismo e a una convivenza sempre più degenerata e ambigua, così come la noia e la superstizione possono fare da preludio ad un’allucinata discesa negli abissi della follia.

Dopo il folgorante esordio The VVitch: A New England Folktale (2015), il cineasta Robert Eggers conferma il proprio talento visivo con questo suo secondo lungometraggio in bianco e nero, girato in un claustrofobico formato di 1.19:1 su pellicola 35 mm, con alcune ottiche che esteticamente si rifanno all’espressionismo e al cinema russo degli anni 30.

Il film è nato come tentativo de fratello del regista, Max Eggers, di adattare per il grande schermo un racconto incompiuto di Edgar Allan Poe, Il faro (The Light-House), del quale i due fratelli hanno poi riscritto la sceneggiatura trasformandola in un racconto le cui vicende sono prive di somiglianza con quello di Poe. Nonostante questo, l’influenza dello scrittore americano sta proprio in questa commistione riuscita tra l’horror psicologico e il gothic americano venato di soprannaturale, distillando l’orrore a partire dal folklore, dalla religiosità e dalla superstizione paranoica degli Stati Uniti coloniali del XIX secolo, come già il regista aveva fatto con il puritanesimo e la stregoneria nei villaggi rurali rappresentati in The VVitch.

Willem Dafoe, che interpreta il vecchio guardiano, mette in piedi una performance epica, creando una figura shakespeariana traslata nel feticcio marinaresco di Melville, mentre Robert Pattinson fa il paio ed è perfetto nel trasformare il suo personaggio attraverso un crescendo di violenza e allucinazioni. Il film si configura come una vera e propria destrutturazione della romanticizzazione della vita marinaresca, mettendola in relazione con gli angoli più bui della psiche maschile: la mascolinità tossica dei protagonisti – preda di insoddisfazione, invidia, incubi, frustrazioni e feticci sessuali -, nonché il continuo consumo di alcool, vero catalizzatore della tracotanza dei personaggi.

Nel film Eggers si diverte a buttare tanti elementi e citazioni in un gran calderone di rimandi culturali: le allucinazioni tentacolari di Lovecraft, il mito di Prometeo, Il Bergman di Persona virato al maschile, il Polanski di Repulsion, La ballata del vecchio marinaio di Coleridge… Qui il regista ha forse difetto di autoindulgere un po’ troppo nel citazionismo e nella ricerca della perfezione estetica, la quale però si contrappone efficacemente allo scenario salmastro, alla volgarità e all’abiezione di ciò che viene mostrato. Significativo anche l’uso del linguaggio, che si rifà allo slang anglofono di fine Ottocento, rendendo ancora più potente l’afflato delle scene in cui i protagonisti cantano le ballate nautiche e si combattono verbalmente invocando punizioni divine attraverso le declamazioni di violente maledizioni.

Al netto di piccoli vezzi registici, The Lighthouse ha il grande merito di incapsulare con maestria l’isolamento e l’alienazione che da esso deriva, facendo venir fuori l’anima nera che alberga nei meandri più profondi delle personalità dei suoi personaggi avvelenati, ma che in una certa misura può trovarsi in ciascun essere umano. Con questo film Eggers si conferma come uno dei registi più promettenti degli anni a venire.

Giuseppe Canonico

È possibile noleggiare il film in streaming su AppleTV (4,99€).



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