21 settembre 2019

IL NUOVO GOVERNO NAVIGHERÀ DI BOLINA?

Che vento spira per l'edilizia sociale?


caffa-09Tanti tanti anni fa in una strada di Sampierdarena nei pressi di un’osteria ho visto un vecchio ubriaco che camminava piegato su se stesso, con una netta torsione a sinistra del dorso chino e delle braccia. A quel tempo l’ho considerato un vecchio, ma oggi si direbbe “un anziano”, perché non invecchiamo più, mai più. L’avevo riconosciuto, quel vecchio, perché il figlio me lo aveva descritto e tutto corrispondeva al suo racconto, la strada, l’osteria, quel camminare. “Mio padre quando beve cammina di bolina”, mi aveva detto il figlio, che era stato un navigante.

Quell’incontro mi è venuto in mente a proposito del nuovo governo: navigherà di bolina, per la discontinuità? Bolina larga, bolina, bolina stretta? E se fosse “lasco”? Gran lasco, no. Gran lasco, zero discontinuità. Non bisogna credere che io sia un’esperta di navigazione. Io ce la faccio appena appena con un sandolino.

Però “i’ mi son una che”, quando si parla di governi, penso agli ultimi trent’anni “e a quel modo ch’e’ ditta dentro” io significo: è stata ed è macelleria sociale. Io, con il mio impegno sulla questione delle cosiddette periferie, intese come quartieri di case popolari, a Milano, e non solo, sono esperta in macelleria sociale. Così tanti considerano normale ciò che a me e a qualcun altro appare così anormale: così tanti poveri e impoveriti sono privi di una casa, mentre sono così tante le case di edilizia privata vuote da decenni. Così tanti nelle case popolari abitano nelle condizioni del mal abitare, del mal vivere, degrado ed esclusione. Così, tanti …

Ora, quale navigazione deciderà il nuovo governo del cambiamento sulla questione delle cosiddette periferie, intese come quartieri di case popolari? Continuità di macelleria sociale? Discontinuità, relazione giusta con gli abitanti, con i soggetti di rappresentanza? Progetti integrati di intervento, partecipati, verifica dei risultati, nel quadro di politiche generali infine oneste, serie? Basta abusi, soprusi?

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Un accenno alla questione del II Programma Nazionale Contratti di Quartiere. A Milano giù in basso è arrivato alla fine di dicembre 2003. Le Amministrazioni di Milano responsabili della conduzione, ad oggi: Albertini, Moratti, Pisapia, Sala. Quale valutazione dei risultati di rigenerazione edilizia, sociale, economica, urbana previsti dal progetto?

In basso, che cosa ne è stato, che cosa ne è?

A proposito di continuità e discontinuità, qui basti richiamare la questione della Biblioteca Calvairate.

In data 5 dicembre 2017 Arcipelago Milano pubblica un mio intervento: “Una lettera dal Comitato Calvairate-Molise-Ponti”. Oggetto dell’informazione: una lettera indirizzata in data 20 ottobre 2017 da cinque contraenti del Contratto di quartiere Calvairate-Molise – Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti, Parrocchia di San Pio V e Santa Maria di Calvairate, Parrocchia di Sant’Eugenio, Associazione Luisa Berardi, Sicet-Milano, Unione Inquilini-Milano – al presidente Mattarella e a un lungo elenco di responsabili istituzionali, ognuno competente per la sua parte – Laura Boldrini, Presidente della Camera; Pietro Grasso, Presidente del Senato; Graziano del Rio, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; Dario Franceschini, Ministro dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo; Raffaele Cantone, Presidente Autorità Nazionale Anticorruzione; Roberto Maroni, Presidente Regione Lombardia; Giuseppe Sala, Sindaco di Milano; Paolo Bassi, Presidente Municipio 4; Mario Angelo Sala, Presidente ALER Milano; per conoscenza a sua Eminenza Mario Enrico Delpini, Arcivescovo di Milano e in fine a Renzo Piano, Senatore della Repubblica.

La lettera espone i fatti della conduzione gravemente critica del Contratto nel corso di 14 anni e segnala in particolare la questione della Biblioteca Calvairate. Un progetto inadeguato di rifacimento, imposto. I contraenti in basso non sono stati chiamati a partecipare, non sono stati neanche informati. Sprecata la possibilità di un utilizzo giusto del finanziamento di 3 milioni di euro. Calpestato il diritto degli abitanti della zona e della città ad una Biblioteca progettata e realizzata secondo i più avanzati criteri moderni della biblioteca. Chi ha risposto alla lettera, fra i tanti responsabili interpellati? Soltanto la Regione Lombardia ha risposto, rinviando alla competenza dell’Amministrazione Comunale. Il sindaco Sala non ha risposto neanche dopo questo esplicito rinvio alla sua competenza da parte della Regione.

In data 12 marzo 2018 Arcipelago pubblica un altro mio intervento: “Periferie: Dati di realtà – Le politiche devono cambiare”. Riprendo la questione della Biblioteca, nel quadro generale della violazione sistematica delle regole del Contratto nella conduzione dell’Amministrazione Comunale.

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Alcuni precedenti. In data 23 febbraio 2015 Milano Today dà notizia di uno scontro nella maggioranza comunale a proposito della Biblioteca Calvairate. Basilio Rizzo richiama la lettera aperta che io ho indirizzato a metà febbraio 2014 al sindaco Pisapia, chiedendo un ripensamento sul progetto per il rifacimento della Biblioteca. Stefano Parise, direttore del Settore Biblioteche del Comune di Milano lo aveva definito “un progetto in piccolo”, anche per una biblioteca di zona. Successivamente Stefano Parise aveva espresso ripensamenti sul suo primo giudizio, dopo modifiche apportate al progetto iniziale, e considerato il vincolo dei 3 milioni di finanziamento. “Se non si fa questo progetto, si perdono”. La risposta del sindaco? Nessuna risposta. La conclusione di Basilio Rizzo: “Una biblioteca che nasce già vecchia”.

Milano Today pubblica il rendering, la biblioteca come sarà. Scoraggiante!

Ora, quali politiche nuove, per le periferie, per la casa? Politiche in grande? Giustizia sociale? Per le politiche in piccolo, per la macelleria sociale, chiederanno scusa? Ne riconosceranno le cause? gli scopi? le conseguenze? In basso, nel Paese, saremo ascoltati? Da Roma a Milano, alle altre città, faranno a gara nel darci risposte? La Biblioteca del Calvairate, come sarà? E noi, in basso, quali politiche nuove?

Franca Caffa



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  1. renato garoffoloNel 1872 Engels pubblica "La questioni delle abitazioni" che raccoglie interventi apparsi sul "volksstaas" di Lipsia in polemica con sei articoli e una replica di Mulberget, oltre che con uno scritto di Emilio sax. La situazione oggettiva rispecchiata in questo testo richiama parecchi aspetti di quella che si trovano a vivere i paesi, Italia compresa. Lo stato capitalista non opporrà mai serie contromisure a tale carenza, perché si identifica con il comitato d'affari degli stessi speculatori, e del tutto inutili sono per Engels comitati, cooperative, gruppi di opinione, building societies, e analoghi: confidare nell'efficacia delle loro iniziative e dei tanti dibattiti che animano significa continuare a incorrere nell'errore di credere che - Per parafrasare le parole di Engels - "lo schiamazzo delle galline sia in rapporto diretto con la grossezza delle uova deposte. Quanto sopra, e molto altro, lo troverete sul libro di Domenico De Masi "TAG le parole e il tempo" Pag. 581/582. Come si può dedurre siamo ancora qui dal 1872 con gli stessi problemi, cara Franca è una vita che ti sbatti, ieri ho saputo che la MM ha rimesso come responsabile "casa" Bina. Io penso che non c'è più speranza : . .Vorrei dire altre cose, ma : MI VERGOGNO PER LORO, quelli che hanno prodotto questo disastro sociale, morale, culturale, psicologico, caricando di odio,rancore, risentimento, togliendoci la speranza e la felicita. . . che tristezza!!!!
    25 settembre 2019 • 22:18Rispondi
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