5 luglio 2019

MILANO E L’INTELLIGENZA URBANA

Come trasformare la Città Metropolitana in piattaforma aggregante (e intelligente)


Il secondo appuntamento della manifestazione digitale milanese ha posto, tra i tanti temi, una sfida creativa e urbana di prospettiva: trasformare la Città Metropolitana di Milano in
Piattaforma aggregante. E intelligente. Questo aggettivo che vediamo oramai in ogni dove nella sua declinazione artificiale in sostantivo – “intelligenza” – accompagnato dall’altrettanto onnipresente aggettivo “artificiale” qui a Milano si tramuta una volta all’anno in vestito urbano … L’intelligenza come tool computazionale si traveste in flusso di conoscenza che percorre le strade della città come dati, dati in pasto ad algoritmi infiniti.

Re-01

Per raggiungere questo obiettivo abbiamo seguito le tracce del prefisso greco del “sé” che primeggia per aiutare gli altri, secondo tre pilastri concettuali.

1) Auto-nomia: dettare le proprie regole per sfruttare al meglio il proprio ecosistema –
l’autonomia anche da partiti e istituzioni è vitale per creare una piattaforma interattiva e
democratica, orizzontale e partecipata, come si sta configurando la Digital Week.
2) Auto-stima: coltivare e aggiornare la crescente fiducia nei mezzi dei cittadini e della città; senza però insuperbirsi né voltare lo sguardo di fronte alle (non poche) problematiche che fisiologicamente si pongono quali sfide del futuro.

3) Auto-controllo: cercare un equilibrio saggio ma dinamico e vigoroso per andare avanti;
perché la tecnologia, come scopriamo ogni giorno, non è neutrale. I dati che immettiamo, le energie che utilizziamo, devono essere ben calibrate e rispondenti all’obiettivo. L’entusiasmo cieco e fine a sé stesso fa più male di quanto vorrebbe curare.

I tre pilastri che abbiamo visto poggiano però su fondamenta eterogenee; dacché Milano è comunque capitale di una bio-diversità di nuovo conio: professionale, sociale, mutante (come possiamo vedere dagli ultimi 10 anni a questa parte). Una diversità diffusa in tutta Italia, beninteso, ma mai messa a regime come a Milano, che in questo senso ha forse davvero da insegnare qualcosa alle altre grandi città del Paese, e anche all’estero. Una diversità, in generale, purtroppo poco apprezzata in questo momento storico-sociale della hobbeseana lotta di tutti contro tutti (come scrive Raffaele Alberto Ventura nel suo ultimo libro*) per un riconoscimento socio-culturale esclusivo.

Una diversità che, invece, è energia pura e valore poietico come pochi altri al mondo – che andrebbe accolta, in primis, e poi difesa e “sfruttata” per un’economia ad alto impatto sociale. Il concetto, dunque, di un background solido ma diversificato è risultato centrale nella costruzione della Milano Digital Week 2019 e nell’evoluzione della città che verrà. Le anime che popolano la metropoli lombarda sono molteplici, così come gli input che ci sono arrivati dalle varie università, centri di ricerca, associazioni, centri culturali etcetera …

Grazie a questa natura poliedrica, insita nel cuore nevralgico di Milano, la Digital Week ha riflesso di conseguenza una cascata di eventi sparsi per tutto il territorio urbano: lectiones magistrales di filosofi teoretici ed eclettici economisti, tavole rotonde sul futuro della mobilità (che è, in realtà, già presente mobile), dibattiti sui modelli di business videoludici, happening artistici all’Hangar Bicocca, concerti in streaming ad alta quota sulla Torre Branca, incontri sullo stato dell’arte dell’Industria 4.0, ragionamenti intorno al 5G e tante altre amenità … In uno slogan: condivisione di saperi della e nella città digitalizzata.

Città Metropolitana che, come detto in precedenza, o sarà piattaforma inclusiva o non sarà.
Lo scopo di questa nuova manifestazione è anche quello di mostrare le potenzialità disruptive di “una città come piattaforma”. Che cosa vuol dire? In sostanza, agire per realizzare un fattuale aumento della conoscenza collettivo attraverso lo scambio di idee – agganciate strettamente al circuito urbano, che trasla in una piattaforma collaborativa. Un duplice cloud reticolare – fisico e virtuale – per il knowledge transfer cittadino.

Re-02

E in questo senso, per trasformare il paesaggio urbano della “Milano città stato” ovvero “Milano regione” in piattaforma digitale serve precipuamente un’alfabetizzazione collettiva che insegni in modo orizzontale e best practices e saper fare condiviso nel solco dell’Open Innovation. Un movimento di massa ingaggiante che ha reso Milano, durante le prime due edizioni della Digital Week, uno showroom interattivo: una vetrina trasparente e fluida, dicotomica – uno strumento che contiene strumenti, per lavorare insieme al futuro digitale di Milano.

Una grande, totale assemblea generale sui temi che la digitalizzazione porta con sé. Perché, come afferma il filosofo e futurologo Paul Virilio: “Quando si inventa la nave, s’inventa anche il naufragio”. Collaborare e formare gli abitanti sulle tematiche delle nuove tecnologie, in un dialogo dialettico con la cittadinanza; non cliente o consumatore, e nemmeno prosumer – bensì parte collaborAttiva della manifestazione.

Alessandro Isidoro Re

*Raffaele Alberto Ventura, La guerra di tutti, Minimum Fax, Roma, 2019.



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.


Sullo stesso tema


17 maggio 2022

GLI ALPINI E LA MODERNITÀ

Giuseppe Ucciero



7 dicembre 2021

QUELLA ROMPISCATOLE DI AMBIENTALISTA

Irene Pizzocchero



13 settembre 2021

LE SFIDE CONTEMPORANEE MILANESI

Gianluca Gennai



5 settembre 2021

TRANSIZIONE ECOLOGICA A MILANO

Maurizio Spada






8 maggio 2021

LE DONNE NEL SISTEMA SANITARIO LOMBARDO

Elisa Tremolada


Ultimi commenti