19 maggio 2019

DESTINO DI “CITTÀ STUDI” E PIANO DEGLI SCALI

Riflessioni su occasioni da non perdere


Il trasferimento della Città Studi – che comprende grandi attrattive cittadine come Sedi Universitarie e importanti Ospedali – è un problema che si va discutendo per la difficoltà di questi servizi pubblici di poter avere aree di ampliamento a causa della presenza del terrapieno delle Ferrovie che per ben 1500 metri non ha lasciato altri varchi, tra quelli presenti in via Pacini a nord e viale Corsica a sud, per l’espansione di queste importanti funzioni pubbliche.

Questi due accessi sono perennemente intasati dal traffico proveniente dall’hinterland e dalle periferie intercluse e più volte sono apparse sulla stampa petizioni dei cittadini del recente quartiere residenziale di via Rubattino che lamentavano la difficoltà di accedere alla Città attraverso di essi. Eppure un paio di ampi sottopassi sotto la barriera ferroviaria permetterebbe di raggiungere le vaste aree dismesse attorno alle vie Pitteri e Rubattino consentendo di mantenere la Città Studi nella sua posizione storica e favorire i suoi ampliamenti, oltre che dare un dignitoso collegamento col centro di Milano ai quartieri residenziali, commerciali e terziari esistenti e di nuova previsione, oggi interclusi.

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La presenza di un Polo di non comuni attrattività scientifiche come Università e Strutture Ospedaliere tra Milano e Segrate si adeguerebbe inoltre al concetto di Città Metropolitana, dove le funzioni attrattive non devono accentrarsi in Milano ma espandersi verso i Comuni limitrofi.
Oltre tutto la Città Studi ampliata verso Est avrebbe accessi diretti alla rete Autostradale, infatti la presenza della Tangenziale EST (oramai arteria essenziale della Città Metropolitana) con l’uscita di via Rubattino costituisce un fondamentale collegamento alla rete Autostradale Lombarda e ai comuni dell’Hinterland facenti parte della Città Metropoplitana, mentre i nuovi sottopassi, che dovrebbero essere previsti nella barriera ferroviaria, oltre a consentire l’ampliamento della Città Studi verso l’hinterland potrebbero raggiungere la circonvallazione delle Regioni arteria fondamentale della zona Est di Milano.Che ricordiamo è prevalentemente residenziale e mal sopporterebbe il trasferimento di Università e Ospedali in altre parti della città, come sostengono i Comitati dei residenti attorno alla sede attuale di Città Studi.

Ma ora tutto ciò che sembrerebbe un sogno potrebbe avere la possibilità di essere realizzato.
Infatti il Piano degli Scali che il Comune e la Regione hanno sottoscritto con le Ferrovie dello Stato Italiane con Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi Urbani e Savills Investiment Management SGR per la riqualificazione di sette scali ferroviari dismessi individua su 1.250.000 mq le sette aree interessate alla trasformazione.

Si tratta del più grande piano di rigenerazione urbana che riguarderà Milano nei prossimi 20 anni, uno dei più grandi progetti di ricucitura e valorizzazione territoriale in Italia ed in Europa.
Che però ha una grande limite nella individuazione di queste aree solo attorno alle Stazioni o Scali di San Cristoforo, Porta Genova, Porta Romana, Rogoredo, Lambrate, Greco e Farini, lasciando così i primitivi e squallidi Bastioni della cerchia ferroviaria a sbarrare la ricucitura tra gli abitati interni con quelli esterni alla stessa.

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Se si vuole adeguare il concetto del Piano degli Scali con quello di ricucitura della viabilità cittadina separata dai bastioni ferroviari, sarebbe necessario quindi prevedere altri collegamenti, oltre a quelli indispensabili da ricavare nei perimetri degli Scali indicati, tra la Milano dentro e fuori la cintura ferroviaria.

Ed il primo collegamento, per i grandi effetti benefici che ne potrebbero derivare, sarebbe proprio quello che permetterebbe alla Città Studi sopra descritta di restare sui siti che occupa da sempre e ampliarsi sulle aree di nuovo accesso oltre la barriera ferroviaria, diventando centro di Servizi di grande attrattività della città Metropolitana

Qualcuno si sarà domandato perché la tangenziale EST in quello spazio dove le Ferrovie sbarrano la strada all’ampliamento della Città è invece costruita in sopraelevata. Appunto perchè quando si crea una infrastruttura di grande fruibilità non bisogna compiere gli errori fatti dalle Ferrovie dello Stato, e accettato dalle amministrazioni Comunali precedenti nel permettere percorsi ferroviari su alti terrapieni che impediscono l’accesso alle aree di espansione della città.

Bisogna sempre guardare avanti e così hanno fatto i progettisti della Tangenziale Est lasciando spazio per le necessità di ampliamento di Città Studi con j suoi Ospedali e Università.
Le risorse economiche per questi nuovi sottopassi, sarebbero un contributo relativamente modesto di FS Sistemi Urbani rispetto alla spesa complessiva e all’importanza fondamentale che avrebbe la permanenza di Città Studi in loco con il suo ampliamento di valore Metropolitano.

Sarebbe necessario quindi che il primo obbiettivo del Piano degli Scali diventasse il collegamento tra la città esistente entro la barriera ferroviaria e gli spazi interclusi della periferia, attuando il desiderio dell’uomo di collegare ed unire tutto ciò che appare ai suoi occhi perché non ci siano divisioni, contrasti e separazioni, anche perché ogni collegamento tra due abitati che si vedevano ma non potevano essere facilmente accessibili, diventerà con grande soddisfazioni dei cittadini centro di attrazione per nuove destinazioni pubbliche o private della Milano del futuro.

Gianni Zenoni



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  1. Cesare MocchiFinalmente qualcuno dice qualcosa di ragionevole sul tema! Se l'università ha bisogno di espandersi, il luogo più sensato per farlo è sulle aree dismesse di via Pitteri-Lambrate (peraltro in gran parte già di proprietà pubblica), non a Rho-Pero. Basterebbe cercare di superare la barriera ferroviaria come suggerito, cosa che sarebbe comunque utile fare. Ovviamente, trattandosi di una soluzione semplice e ragionevole, non è stata neanche presa in considerazione dallo studio di fattibilità predisposto dal Politecnico. A quando finalmente il Comune aprirà gli occhi?
    22 maggio 2019 • 07:20Rispondi
  2. Paola ZerbiniI varchi accessibili alle auto a nord sono in via Porpora e via Bassini. Il sottopasso in corrispondenza della Stazione ferroviaria di Lambrate (al termine di via Pacini) è pedonale. Verso sud c'è un varco stretto a senso unico al termine di via Amadeo, e un varco al termine di Viale Argonne seguito dal Cavalcavia Buccari che attraversa parte della ferrovia che chiude l'Ortica. Inutile dire che tutti sono intasati dal traffico soprattutto nelle ore di punta.
    22 maggio 2019 • 13:30Rispondi
  3. Adriana BerraSulla possibile ed auspicabile espansione della Città degli Studi sulle aree dimesse di Lambrate-Rubattino si è fatto sentire, già nel gennaio 2017, il comitato e gruppo Facebook "Che ne sarà di Città Studi?", inviando al sindaco Sala una lettera aperta (pubblicata anche su molti quotidiani) in cui l'ampliamento a Lambrate-Rubattino veniva proposto in alternativa al trasferimento a Rho-Expo. Tra l'altro il PRU Rubattino in origine prevedeva sull'area anche la presenza di alcune facoltà scientifiche. La decisione del trasferimento delle facoltà scientifiche di UniMi a Rho Expo non è comunque certamente dipesa dal problema della ferrovia, quanto piuttosto dalla volontà politica di governo (Renzi), Regione Lombardia (Maroni) e Comune (giunta Sala) di coprire il buco finanziario di Expo rilanciando quelle aree attraverso il progetto dello Human Technopole.
    9 agosto 2019 • 17:15Rispondi
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