10 febbraio 2019

SOTTOSUOLO, TESORO DI MILANO

Interriamo le infrastrutture negli spazi nascosti della città


Pensando al sottosuolo mi torna in mente l’iniziativa promossa da AIM con il contributo di MM, svoltasi il 12 dicembre 2018, con un convegno sul tema sottosuolo milanese. È stato un excursus sugli ambienti e paesaggio del sottosuolo esistente, concluso alla fine con una tavola rotonda.

Ilaria Frontoni, del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, Gianluca Padovan appassionato di Speleologia, Ippolito Ferrario, giornalista e scrittore, Fabio Terragni presidente Metro4 Milano, Andrea Aliscioni, direttore del servizio idrico MMSpa, Maria Antonietta Breda del dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico, Patricia Viel, architetto, Stefano Cetti, direttore generale MMSpa e il presidente del Collegio Ingegneri e Architetti, ingegner Gianni Verga, il quale ha presieduto la tavola rotonda, hanno esposto le loro conoscenze e illustrato, con dati e immagini, la realtà del sottosuolo milanese.

Sotto i nostri piedi vive una vera città, la cui cablatura del sottosuolo è stata realizzata circa 30 anni fa. Ampi sono gli spazi con un potenziale da valorizzare, in un paesaggio significativo. Nella presentazione di slide e racconti, il presidente di MMSpa ha dichiarato che l’intenzione è quella di scoprire, sviluppare, conoscere e potenziare le realtà di questo mondo articolato e complesso tra archeologia (fossato romano risalente al primo secolo a.C.), così come le risorse idriche sempre di epoca romana (esposizione di Ilaria Frontori). Durante le ricognizioni da parte di MM (Fabio Terragni), per la realizzazioni delle future stazioni sulla linea M4, hanno trovato un groviglio di impedimenti: dai pozzi artesiani, dai tiranti dei parcheggi realizzati, dalle telecomunicazioni, resti archeologici, tubature e infrastrutture superficiali.

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Gianluca Padovan, speleologo, ha illustrato il suo lavoro di esplorazione, raccontandoci delle sue scoperte: rifugi antiaerei (piazza Grandi), una ghiacciaia perfettamente conservata sotto un’antica abbazia lombarda, opere idrauliche dall’antichità al XX secolo, opere di culto, pozzi verticali etc. Si è parlato inoltre dell’Acquedotto Civico, corsi d’acqua demaniali e della roggia Gerenzana e tante altre scoperte che non sto qui a dissertare. Mi preme solo far presente che l’ingegner Gianni Verga, ha parlato di realizzare cunicoli tecnici per i vari sottoservizi, onde evitare continue rotture dei marciapiedi e ripristino degli stessi dai vari enti, i quali non hanno nessun coordinamento tra di loro.

Diciamoci la verità, è da quel dì che se ne parla di questi cunicoli tecnologici, personalmente lo facevo presente, e sollecitavo queste opere, sin dalla fine degli anni ottanta. Certamente gli spazi del sottosuolo esistenti e utilizzati dall’uomo, dovranno essere organizzati, tipo mappatura, in una dimensione da usufruire con vantaggi tecnici-economici, dando così un impulso ordinato e razionale allo sviluppo delle opere nell’ipogeo. Per fare tutto ciò, una volta ottenuto la rappresentazione in scala dell’esistente, è necessario fornire di elementi tecnici giuridici, economici e urbanistici in un coordinamento collaborativo. Lo studio e progetto dovrà avere un masterplan generale, con una razionalizzazione dell’immenso patrimonio congenito nel sottosuolo, e che interessi il collegamento con il sopra, introducendo il concetto di suolo artificiale.

La falda freatica è un elemento importante e che, ad oggi, ha avuto attenzioni di tutti i tipi, ma lo “scavare” l’elemento acqua per insediarvi infrastrutture “sotterranee” con le tecnologie odierne si può fare. La nuova stazione ferroviaria di Berlino, la Lehrter Stadtbahnhof, realizzata in buona parte nel sottosuolo, in un terreno molto simile a quello di Milano: ricco di sabbia e acqua, ne è un esempio. Organizzare questo sub-territorio dei servizi porterebbe vantaggi a tutta l’economia non solo milanese, ma pensando anche all’hinterland. Questo è ripensare all’urbanistica dei servizi in chiave moderna, all’ambiente, al turismo (archeologia), all’aspetto economico è da non sottovalutare.

Basti pensare alle fonti energetiche primarie, che non sono da minimizzare, in quanto non illimitate. Oggi si cerca di costruire edifici che garantiscano, se non una completa indipendenza dalle fonti energetiche di origine fossile, almeno un minor ricorso ad esse. Già si cerca di valorizzare gli apporti solari gratuiti, sia in inverno che in estate, si valorizza la massa termica del terreno tramite condotte interrate per uno scambio di calore terreno- aria, con una fonte naturale di energia a temperatura pressoché costante, limitando così la necessità di integrazioni energetiche esogene. Otteniamo con questi comportamenti termici una bioclimatizzazione interessante. E’ un altro esempio di quello che può donarci il sottosuolo.

Nel convegno è stato comunicato che è intenzione dell’amministrazione comunale di studiare ed progettare uno studio approfondito, al fine di usufruire questa occasione importante per questa nostra città piccola nelle sue dimensioni (basti pensare a Bologna che è inferiore di soli 20 chilometri quadrati a Milano). Pensiamo ad interrare ciò che è brutto esteticamente al suolo, per renderlo più gradevole e armonioso alla cittadinanza.

Carlo Lolla



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  1. AndreaBellissima l'immagine riportata dai progetti del COCIS. Spero davvero che l'area metropolitana di Milano gestisca meglio il proprio sottosuolo. Sarebbe fantastico avere l'anelo ferroviario e le linee regionali sotto terra e destinare lo spazio disponibile a verde per ricucire quartieri/territori prima separati.
    13 febbraio 2019 • 19:38Rispondi
  2. Valerio VilloresiBellissimo il disegno di Dario Mellone, pittore e illustratore del Corriere della Sera. Peccato che nell'articolo non siano citate le fonti dei progetti del COCIS e dell'autore del disegno. Nel mese di ottobre 2020 in occasione del ventennale della scomparsa di Dario Mellone uscirà un Libro edito da Skira con circa 200 delle sue illustrazioni.
    12 agosto 2020 • 17:44Rispondi
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