23 ottobre 2018

SCALI FERROVIARI, CHI COMANDA OGGI A MILANO /1

Prima puntata


Il bando del Concorso internazionale per la redazione del Masterplan di rigenerazione degli Scali Farini e San Cristoforo a Milano è stato presentato nei giorni scorsi alla Triennale e se ne possono finalmente considerare in dettaglio le caratteristiche, anche se sarà necessario un po’ di tempo per poterlo fare adeguatamente.

Ma il 30 luglio scorso In/Arch Lombardia, in collaborazione con Assimpredil Ance, su iniziativa di Camillo Agnoletto e Marco Cerri, ha fatto un incontro della serie intitolata Dialoghi sulla Rigenerazione Urbana per anticiparne alcuni aspetti a tecnici, professionisti e amministratori, in vista della pubblicazione.

All’incontro hanno partecipato Enrico Leopardi, in sostituzione di Carlo De Vito di FS Sistemi Urbani (FSSU); Manfredi Catella Amministratore delegato di COIMA SGR Spa; Leopoldo Freyrie, Responsabile unico del Concorso (RUC); Pierfrancesco Maran Assessore a Urbanistica, Verde e Agricoltura del Comune di Milano; Paolo Mazzoleni Presidente Ordine Architetti PPC di Milano e Provincia; Carlo Rusconi Vicepresidente Assimpredil Ance; Francesco Vescovi docente di Analisi della Città e del territorio del Politecnico di Milano.

Carlo Rusconi, Marco Cerri, Pierfrancesco Maran e Camillo Agnoletto

Carlo Rusconi, Marco Cerri, Pierfrancesco Maran e Camillo Agnoletto

Benché il bando non fosse ancora pubblicato e non sia stato possibile riferirne in dettaglio, l’incontro del 30 luglio è stato molto più interessante della presentazione ufficiale in Triennale. Innanzitutto si è manifestato l’interesse preminente degli organizzatori – in particolare di Camillo Agnoletto membro del Direttivo In/Arch – di chiedere ai soggetti banditori e al Comune di Milano che il bando sia formulato in modo che gli imprenditori lombardi del settore edilizio, per l’80% medi e piccoli, non vengano esclusi a causa di requisiti troppo restrittivi richiesti per poter partecipare agli appalti. La questione è stata posta in modo esplicito anche da Carlo Rusconi ricevendo generiche assicurazioni verbali.

Ma è risultato evidente e confermato, come più volte denunciato, che il Comune di Milano, e in particolare l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, ha rinunciato a esercitare la regia pubblica sull’operazioni scali, delegandone la gestione e il controllo a FS Sistemi Urbani e soprattutto, come vedremo, a Manfredi Catella, amministratore delegato di COIMA.

Maran, dopo aver precisato che secondo l’AdP l’obbligo di concorso c’è solo per gli scali di Farini e Romana, ha manifestato grande perplessità che si possa fare un MP per un’area tanto vasta, quando non si conoscono ancora gli sviluppatori né le esigenze del mercato rispetto al momento in cui i progetti entreranno nel vivo. Dovrà quindi essere un MP flessibile, consentire scenari diversi, fare chiarezza su alcune infrastrutture e impegnarsi a progettare soprattutto il vuoto, visto e considerato che il verde occupa oltre il 65% della superficie. Ha invitato a non impegnarsi sulla parte edificabile benché la volumetria complessiva ammessa corrispondente alla S.l.p. di oltre 400000 mq superi 1,2 milioni di mc.

Scalo Farini - vista zenitale

Scalo Farini – vista zenitale

Avere un MP ben strutturato come riferimento per gli impegni assunti dai privati non sarebbe proprio nell’interesse del Comune? Invece il bando recita che “il MP vincitore sarà il documento orientativo e, dunque, non vincolante…, funzionale alla stesura di futuri piani propedeutici alla rigenerazione delle aree.” Ma Maran considera idilliaca (sic!) la situazione e ha insistito sull’esigenza di flessibilità, perché lo scalo Farini non potrà essere “trasformato in un tutt’uno” e si è limitato a raccomandare l’articolazione del MP in lotti d’intervento, in modo che più soggetti possano partecipare allo sviluppo dell’area.

Si è poi rallegrato perché nel frattempo il piano attuativo dello scalo di Greco, lanciato tramite Reinventing Cities, con i suoi dieci requisiti ambientali da rispettare, è a buon punto e a gennaio si potrà avere il progetto preliminare e l’acquirente delle aree, scelto tra i tre selezionati – uno dei quali è proprio COIMA SGR – consentendo un passaggio molto rapido alla fase attuativa.

Ma non è molto strano che COIMA abbia partecipato e sia stata ammessa al secondo grado della gara dello scalo di Greco indetta da FSSU, essendo allo stesso tempo tra i soggetti banditori, proprio insieme a FSSU, del bando per lo scalo Farini/San Cristoforo? Credo che sia proprio opportuno approfondire bene la questione.

Reinventin cities - schema delle linee guida dello lo scalo greco/breda

Reinventin cities – schema delle linee guida dello lo scalo greco/breda

Ma Maran ha anche esultato per il fatto che Gianfranco Battisti, nuovo amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane Spa sia il funzionario che, avendo portato avanti il nuovo AdP degli scali ferroviari di Milano per conto di FSSU, non vorrà certo rinnegare il lavoro fatto.

Ha infine auspicato tempi rapidi, non superiori a sei mesi, per avere il MP dello scalo Farini/San Cristoforo, affermato che il vincitore avrà anche il compito di avviare un confronto con la città per verificare la validità delle sue proposte e ha accennato alla Circle Line che va avanti con la progettazione della stazione Tibaldi e ai progetti Rotaie verdi e Fiume verde, che dovrebbero collegare gli scali tra di loro, proiettandosi oltre la barriera ferroviaria fino al Parco Sud.

Dopo i brevi interventi di Carlo Rusconi per Assimpredil Ance a tutela delle realtà locali e di Enrico Leopardi, sul rispetto dei tempi nel portare avanti l’AdP da parte di FSSU “trattando con il Comune nel modo più libero possibile”, avviando anche i bandi per gli usi temporanei in attesa degli interventi definitivi, è intervenuto Manfredi Catella, che ha dichiarato di aver acquistato il 10% dell’area dello scalo Farini, dando quindi prova di parlare a pieno titolo.

Ha esordito affermando che la sua partecipazione è finalizzata a fornire un “contributo industriale” e di voler fare due brevi considerazioni sul metodo e nel merito. Sul metodo è stato molto chiaro indicando quattro fasi del processo in atto: il workshop del 2016 conclusosi con i cinque scenari, la fase in corso del concorso per il MP, a cui seguirà quella del planivolumetrico e, per ultima, la progettazione architettonica.

E ha intimato che, se dovesse accadere che qualche concorrente proponga l’architettura in fase di concorso, “vorrà dire che sarà andato fuori tema e verrà escluso”. Anche se è consapevole, bontà sua, che per chi fa l’architetto sia difficile resistere alla tentazione di progettare. Ma chi partecipa alla gara deve sapere che è tenuto a prefigurare l’impostazione strategica di un processo industriale e non, aggiungo io, del piano urbanistico di una parte di città. Non si deve quindi progettare il risultato finale.

Questo per quanto riguarda il metodo. È evidente che se Catella, con il suo modesto 10% dello scalo Farini, ritiene di esprimersi pubblicamente in questi termini vuol dire che gli è stato affidato il controllo di tutta l’operazione scali.

Per quanto riguarda il merito, ne parleremo nella seconda puntata.

Emilio Battisti



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