5 aprile 2019

UN PROGETTO PER LA CITTÀ

Il piccolo naviglio


PREMESSA – “Non solo critiche ma anche proposte!”. Con questa esortazione il Direttore di Arcipelago Milano tempo fa ha invitato amici, colleghi, collaboratori della rivista a esporre le loro idee sulla sistemazione della Cerchia dei Navigli. Questa proposta non si limita dunque a negare la riapertura dei Vecchi Navigli ma ambisce anche a dare una nuova e migliore sistemazione urbanistica alla circonvallazione interna oggi coincidente approssimativamente con la linea dei filobus urbani 94 e un tempo occupata dall’alveo dello storico canale.

La proposta vuole essere una semplificazione e una riduzione dimensionale del progetto Boatti Prusick pur conservando di questo progetto la lodevole intenzione di restituire a Milano e alla sua circonvallazione un volto più vivace, più pittoresco, più accogliente. La differenza tra questa proposta e quella di Boatti e Prusick si riassume in due condizioni tassative:

  1. Rinunciare alla navigabilità, cioè escludere la possibilità di percorrere il nuovo corso d’acqua con natanti aventi utilizzazione di qualunque tipo: turistico, commerciale, trasporto urbano.

  2. Affrontare il tema in modo completo e organico e quindi rinunciare alla sua esecuzione in tempi successivi ed in fasi distanziate.

La prima condizione consente di evitare la notevole profondità dell’alveo che era richiesta dal sottopasso delle imbarcazioni sotto i ponti delle strade radiali provenienti dalla periferia e diretti verso il centro-città; e permette di avere una profondità del corso d’acqua di poco inferiore alla quota stradale. Questa prima condizione riduce sensibilmente il costo di tutta l’operazione e ne facilita enormemente l’intera esecuzione giacché la modesta profondità dell’alveo non viene ad interferire con le canalizzazioni esistenti nel sottosuolo.

La seconda condizione consente di evitare che vengano interrotti i lavori dopo la conclusione della loro prima fase con il rischio quasi certo di un loro arresto definitivo che lascerebbe il volto di Milano tristemente incompiuto. Questa seconda condizione diventa più facilmente attuabile perché il suo costo risulterà enormemente inferiore a quello richiesto dall’operazione di Boatti e Prusick; il giorno infatti in cui la loro operazione interrotta a metà venisse ripresa e compiuta il preventivo iniziale sarà sicuramente sforato tenendo conto dei numerosi imprevisti sopraggiunti e degli inevitabili cambiamenti di programma divenuti necessari.

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La mia proposta riprende l’idea presentata a Palazzo Marino il 26 Febbraio 2019 del Professore Gian Paolo Corda che vedeva l’intera circonvallazione interna trasformata in un viale alberato continuo ed ininterrotto. Ci è sembrato interessante riprenderla ma arricchita di alcuni elementi nuovi: aggiungere all’interno del viale un corso d’acqua corrente; prevedere lungo il corso d’acqua una pista ciclabile da un lato ed una passeggiata pedonale dall’altro; scegliere alberi di altezza e di volume contenuti onde evitare che i rami arrivino a ridosso delle case vicine; aggiungere tra un albero e l’altro una fitta ed alta siepe di foglie sempreverdi.

In che cosa consiste il nocciolo della proposta che qui viene esposta? Esso consiste nel dare importanza non ad un improbabile ripristino della navigabilità ma ad un’autorevole rivalutazione dell’elemento acqua.

La proposta intende riportare l’acqua nel cuore di Milano e ridarle il valore di elemento estetico-paesaggistico irrinunciabile come del resto è testimoniato da molte città italiane ed europee arricchite da fiumi e da canali.

Il canale che proponiamo sarà simile ad una roggia o ad un fossato la cui acqua corrente e limpida sarà contenuta in un alveo pulito e liscio. Il fondale dell’alveo sarà cosparso di ciottoli ben levigati in modo da conferire alla superficie una perfetta trasparenza e provocarne una leggera e sempre scintillante increspatura. Il suo aspetto sarà di piccolo e tranquillo rivo di pianura e non d’invadente canale di città. Per questo motivo il corso d’acqua verrà denominato Piccolo Naviglio; e poiché esso verrà accompagnato da alberi d’alto fusto e da fitte siepi il nome del suo percorso sarà “Viale del Piccolo Naviglio”.

Il Viale sarà costituito da una zona centrale (percorso) riservata alla mobilità leggera (biciclette e pedoni) e da due zone laterali (corsie) riservate alla mobilità pesante con tutte le possibili limitazioni.

Due filari di alberi, alternati a siepi e disposti lungo i bordi del percorso centrale, separano quest’ultimo dalle due corsie laterali. Nel centro della zona centrale corre un canale d’acqua, il Piccolo Naviglio; ai lati del canale si snoda da una parte una pista ciclabile e dall’altra una passeggiata pedonale. Di là dai filari di alberi e siepi le due corsie a senso unico, situate all’esterno della zona centrale, sono orientate in due direzioni opposte, e riservate al transito di automezzi pubblici o di autovetture private soltanto se munite di permesso.

Lungo il lato delle corsie opposto al filare di alberi corre un marciapiede al servizio degli immobili che fiancheggiano la circonvallazione interna. Per spostarsi da un luogo all’altro della città si farà uso non di questi marciapiedi ma della passeggiata pedonale che corre lungo il canale nella zona interna.

La stretta combinazione di acqua e di vegetazione, estesa a tutto il perimetro coperto dei Vecchi Navigli, introduce un elemento di unità e di continuità urbana e funge da linea di congiunzione fra il centro storico della Milano medioevale, delimitato dalle Mura del Barbarossa, e la fascia esterna della Milano ottocentesca, racchiusa entro i Bastioni Spagnoli.

L’acqua che alimenta il Piccolo Naviglio arriverà come una volta dal Naviglio della Martesana e passerà attraverso la Conca dell’Incoronata per poi sfociare nel Laghetto (“tombon”) di San Marco ora occupato da un parcheggio sotterraneo ma destinato in futuro a tornare bacino d’acqua.

Da Piazza San Marco l’acqua proseguirà dividendosi in due opposte direzioni: una sarà orientata verso il semicerchio orientale dei Vecchi Navigli; l’altra verso il semicerchio occidentale. Al termine del loro corso le due acque confluiranno nella Conca di Viarenna e da qui di nuovo riunite entreranno nella Darsena di Porta Ticinese. L’ingegnere Alessandro Poletti, durante la riunione del 26 febbraio 2019, ha fatto presente che la portata di acqua proveniente dal Naviglio della Martesana è insufficiente ad alimentare un Naviglio navigabile come è quello progettato da Boatti e Prusick, ma può bastare a mantenere in vita un canale di dimensione ridotta com’è il Piccolo Naviglio qui proposto.

L’alveo del canale avrà una profondità di circa cm. 80 calcolata dalle quote stradali ed una larghezza di cm. 200; l’acqua all’interno del canale avrà una profondità di cm. 30: resteranno cm. 50 di margine tra superficie dell’acqua e quota delle strade adiacenti: il margine consente di gettare una soletta armata di spessore pari a cm. 30 nei punti in cui il canale viene attraversato da pedoni e da veicoli; e consente di avere un vuoto libero di cm. 20 sotto l’intradosso della soletta onda evitare l’arresto di imprevisti corpi galleggianti.

In corrispondenza dei punti di incrocio con vie trasversali il canale d’acqua verrà interamente coperto da una piastra di cemento armato che fungerà da soletta-ponte e sarà mantenuta a livello delle strade vicine.

Sotto l’intradosso della soletta-ponte l’acqua scorrerà liberamente senza subire arresti né correre il pericolo di incontrare ostacoli.

Dove la larghezza stradale scende al di sotto di una determinata misura si ricorre ad un parziale occultamento del canale d’acqua senza tuttavia nasconderne completamente la vista né alterarne la portata e la velocità. Il corso d’acqua passerà sotto due solette di cemento armato sporgenti a sbalzo dai due percorsi rispettivamente ciclabile e pedonale posti a fianco del canale; l’acqua in quei tratti resterà visibile solo lungo una stretta fessura centrale.

Il percorso di alberi ed acqua, cioè il Viale del Piccolo Naviglio, passando in tangenza a zone già sistemate a giardino e sfiorando il verde preesistente, può incamerare dentro di sé tutti questi luoghi e dare vita ad un sistema di vegetazione sempre comunicante e mai interrotta, facilmente usufruibile per scopi ricreativi e sportivi.

Al Viale del Piccolo Naviglio verrà accorpato il verde dei Boschetti in via Senato; il verde del Giardino Guastalla in via Francesco Sforza; il verde del Parco delle Basiliche in via Molino delle Armi; il verde della Conca di Varenna in via De Amicis.

L’acqua in corrispondenza del Castello Sforzesco si allargherà fino ad estendersi ed occupare tutta la piazza semicircolare come avveniva per il fossato che circondava i castelli medioevali.

A Dresda in Sassonia (Germania) un ampio recinto racchiude al centro un grande bacino d’acqua dentro del quale si rispecchiano ricche decorazioni scultoree ed architettoniche. Un bacino simile potrebbe essere proposto per Piazza Castello, racchiuso entro una corona di sculture moderne da collocare lungo i bordi come completamento artistico da lasciare all’aperto.

Il “Viale del Piccolo Naviglio” può essere proposto solo se viene affrontato il problema del traffico urbano. Tuttavia una modifica del traffico che oggi percorre la Circonvallazione interna (la linea del bus 94) non è risolvibile se lo si considera un problema circoscritto e locale ma soltanto se viene esaminato come una questione generale che coinvolge e mette in discussione l’intera viabilità di Milano e dei suoi dintorni. Problema enorme che qui non può essere nemmeno affrontato; ma che nondimeno può essere esposto facendo presente i tipi di viabilità da proporre per il “Viale del Piccolo Naviglio”.

Le auto private saranno ammesse solo per i residenti le cui abitazioni abbiano ingresso carraio affacciato sulla Circonvallazione stessa. Tutte le altre auto private, sia appartamenti ai residenti nel centro città sia agli abitanti fuori dai confini urbani, non potranno percorrere il Viale del Piccolo Naviglio. Tuttavia per risolvere radicalmente il problema non basta vietare il transito lungo il viale ma occorre fare una scelta drastica e risolutiva: arrestare ai margini dell’abitato tutti i veicoli provenienti dal territorio circostante e proseguire le corse verso il centro città, servendosi esclusivamente di mezzi di trasporto pubblico: metropolitane, filobus, autobus, tram e taxi.

La Circonvallazione trasformata in “Viale del Piccolo Naviglio” sarà variabile e modificata in funzione della larghezza delle sedi stradali oggi esistenti. Si vedano le TAVOLE 1 e 2 qui allegate.

Tavola 1-2.pdf

Tavola 1-2.pdf

Nei tratti di percorso particolarmente problematici, come la stretta via Pontaccio compresa tra Piazza San Marco e Foro Bonaparte, l’acqua del Piccolo Naviglio correrà interamente coperta e nascosta. In questo caso eccezionale la copertura dell’acqua permetterà di recuperare lo spazio necessario a mantenere una corsia a senso unico per il transito delle autovetture appartenenti ai residenti nella via Pontaccio; e permetterà di mantenere sia la pista ciclabile fiancheggiata da alberi e siepi sia il percorso pedonale a lato delle siepi. Il tragitto degli autobus nei due sensi verrà dirottato prima lungo il bordo del Laghetto (“Tombon”) di San marco, di cui si prevede il ripristino, poi lungo via Palermo ed infine sfocierà in Foro Bonaparte.

Il verde da collocare lungo l’anello del Piccolo Naviglio avrà un carattere particolare: non sarà il medesimo verde che si vede nei larghi viali milanesi che corrono all’esterno della cerchia dei Bastioni Spagnoli, dove un doppio filare di alberi fiancheggia i marciapiedi e contiene al centro le corsie carreggiabili; sarà invece un verde poco affine all’immagine dei viali ottocenteschi, spesso derivati dal “Parco all’Inglese”, e piuttosto simile alle composizioni geometriche del “Giardino all’Italiana”.

Tale scelta è dovuta a due motivi:

  • anzitutto tiene conto della non eccessiva larghezza della strada compresa fra le due cortine di case che delimitano il percorso dei Vecchi Navigli: una larghezza non sufficiente a contenere alberi di grande ampiezza i cui rami sarebbero troppo a ridosso delle case confinanti;

  • un secondo motivo è dovuto al carattere particolare che si vuole conferire al verde del Piccolo Naviglio: il verde dovrebbe assomigliare a quello di un giardino dichiaratamente artificiale piuttosto che di aspetto spontaneo e naturale.

Alla città di Milano viene offerta una passeggiata in bicicletta o a piedi accompagnata dalla vivace presenza dell’acqua, chiusa tra due pareti di verde e nello stesso tempo tenuta al riparo dall’ingerenza dei veicoli motorizzati.

Jacopo Gardella

POST SCRIPTUM

Nell’anno 2011 avevo sostenuto, contro il parere del Direttore di “ArcipelagoMilano”, la possibilità di rendere navigabile l’intera cerchia dei Navigli interni. Attratto dalla prospettiva turistico-paesaggistica e cedendo all’illusione di uno sperato incasso dalla vendita di biglietti, pensava di sostituire il filobus 94 con una linea di battelli municipali destinati al trasporto di passeggeri. Aveva fatto male i conti. La differenza di quota tra Piazza San Marco e via Molino delle Armi, pari a circa m. 3.50, avrebbe obbligato a superare una o più chiuse ed avrebbe costretto i viaggiatori a lunghe attese ed inaccettabili perdite di tempo; mentre un secolo fa le merci potevano aspettare a lungo oggi ciò diventa impensabile per i viaggiatori di una città moderna.

L’idea di una linea di circonvallazione su battelli è tramontata definitivamente e con lei il sogno di riaprire un percorso navigabile sulle tracce dei Vecchi Navigli.



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  1. Adalgiso ColomboDa semplice cittadino mi pare un progetto molto interessante per le finalità chiaramente espresse e orientate ad una migliore vivibilità cittadina e compatibilità con le esigenze del traffico, necessitante investimenti minori rispetto alla riapertura dei vecchi navigli , in grado di valorizzare il cuore centrale della città e di riportare acqua in città insieme al verde. Credo che possa ridurre l'incidenza degli imprevisti e consentire di conseguenza un tempo di realizzazione nettamente inferiore. Mi auguro che possa essere davvero preso in attenta considerazione dalle autorità comunali.
    15 aprile 2019 • 15:21Rispondi
  2. RiccardoBuongiorno a tutti, mi sembrava di aver sentito che la riapertura dei vecchi navigli fosse condizionata da un'esigenza dovuta a un problema geo idrico, ovvero, che la pressione esercitata dalla falda acquifera, su cui Milano poggia, comincerebbe creare problemi di inondazioni come quello che ha costretto ATM a sospendere il tratto Loreto-Udine della linea 2. Comunque il progetto che proponete, anche se esuberante esteticamente, è comunque una buona idea che, secondo me, potrebbe convivere con l'apertura degli altri navigli permettendo almeno una navigabilità leggera (canoe, kayak e simili) in collaborazione alla pista ciclabile.
    23 agosto 2019 • 18:45Rispondi
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