19 giugno 2018

SPEZZARE UNA LANCIA A FAVORE DELL’APERTURA DEI NAVIGLI

Quali ragioni per il sì


Caro Arcipelago, carissimo Direttore, posso sommessamente esprimere un’opinione in disaccordo con l’editoriale sulla riapertura dei navigli?(1) Se posso eccola qui. La tesi di fondo dell’articolo è che il progetto di riapertura dei navigli sia “un progetto elitario, cerebrale, un innamoramento dissennato che guarda altrove ma non ai problemi profondi della città che non si avvertono o non si ha interesse a risolvere”.

02Battisti22FBSecondo il Direttore invece “reddito, lavoro, sicurezza sociale, protezione, gestione del problema dell’immigrazione, edilizia sociale” sono le priorità (di cui si sono impossessati Lega e M5S) che non ci permetterebbero di “affrontare un investimento di quell’importanza prima di aver risolto altri problemi più urgenti per la città”.Resto invece convinta che una buona scelta urbanistica – tanto più se condivisa e partecipata – costituisca utilissimo strumento per ricostruire senso di appartenenza sociale, fiducia nelle istituzioni, partecipazione ai processi decisionali, e così arginare degrado, marginalità e senso di abbandono.

La città, le sue trasformazioni, l’assenza o la presenza di processi partecipativi, sono uno dei tasselli, o meglio delle condizioni necessarie alle collettività, per gestire anche i temi del reddito, del lavoro, della sicurezza sociale, della protezione etc. Per esempio i napoletani sanno bene quanto i luoghi “sentiti” (o i non-luoghi) della città siano importanti – in termini sia simbolici che concreti – per migliorare la qualità della vita della città e ridurne o arginarne il degrado sociale.

Anche Milano ha recentemente vissuto – penso alla risistemazione della Darsena – l’esperienza di aver messo a disposizione dei cittadini nuovi spazi per sentirsi parte di una collettività, che riscopre le proprie origini, in nuovi luoghi d’incontro dove sentirsi anche sicuri e protetti insieme. Perché non dare fiducia alla possibilità che la risistemazione dei Navigli possa concorrere a rafforzare un senso di appartenenza (anche per i giovani che vivono nelle zone più periferiche) dispiegando effetti in definitiva non dissimili a quelli che tradizionalmente si accreditano alla realizzazione di parchi, giardini e c.d. “luoghi di aggregazione”?

Ma veniamo al tema della consultazione recentemente avviata, che al Direttore appare episodio di arroganza dell’istituzione.

Direttore non possiamo dimenticare che c’è stato un referendum nel 2011, partecipato da più del 49 % dei cittadini che ha chiesto la riapertura dei navigli nella misura di più del 94% dei votanti: sono risultati troppo significativi per essere ignorati.

Non so se all’epoca tu fossi contrario o favorevole ma comunque oggi – ovvero una volta che la collettività sia stata interrogata e abbia risposto con così alto livello di partecipazione e di consenso – ignorare quell’indicazione equivarrebbe a certificare l’insignificanza dello strumento di democrazia diretta, con ogni conseguenza in termini di incremento della sfiducia nella istituzioni (di cui francamente non abbiamo proprio bisogno, di questi tempi). Perché essere chiamati a votare se il voto poi non serve a nulla?

L’Amministrazione Comunale oggi deve – non ha altra scelta, a meno di svillaneggiare il referendum che si è tenuto – rispettare quel voto, e fatico a comprendere il tuo giudizio di arroganza nei confronti di un’azione amministrativa che mi appare, al contrario, doverosamente rispettosa delle regole democratiche.

Vorrei infine spezzare una lancia a favore del percorso del dibattito pubblico che è stato intrapreso. L’Italia ancora non conosce una prassi diffusa di dibattiti pubblici che pure in altri Paesi ha mostrato di dispiegare importanti effetti di partecipazione attiva e di generare coesione sociale e deflazione dei conflitti.

Dovremmo essere orgogliosi che Milano inauguri una sperimentazione (per ora giuridicamente non obbligatoria) di pubblica inchiesta a fronte di un intervento così importante, radicale (e come tu giustamente ricordi, costoso) sulla città e, anche in questo caso, credo che convenga rafforzare semmai, ma non denigrare un tentativo ambizioso e importante.

I processi di consultazione aiutano ad accrescere il senso di responsabilità delle collettività, aiutano ad affrontare i temi complessi con la diffusione di informazioni serie, organizzando la discussione intorno a dati, numeri, progetti, contenuti, idee ed evitando i like, gli slogan e i cori da stadio che hanno già avvelenato e imbarbarito la vita politica (approfitto per consigliare ai lettori di Arcipelago Milano il piccolo e imperdibile saggio “Contro il pensiero breve. Capire la crisi delle democrazie liberali” di Federico Cartelli Ed. La Vela).

Vedo il debat pubblique come un antidoto di metodo al populismo, alla demagogia, all’autoritarismo e alla menzogna.

Una città che s’incontra per discutere seriamente come reinventarsi e progettarsi è socialmente più attrezzata ad affrontare i temi del reddito, del lavoro, della sicurezza sociale, della protezione, della gestione del problema dell’immigrazione, della edilizia sociale perché è una città più responsabile, più consapevole, più razionale e meno aggressiva.

Il dibattito pubblico è uno strumento culturale e politico utile a sconfiggere (così come dobbiamo sconfiggere) il progetto Lega-M5S che si alimenta di paure, di superstizioni, di semplificazioni, di bugie, di disinformazione.

Ma se è così, come credo, allora non resta che invocare indulgenza per il debat pubblique anche per ragioni squisitamente opportunistiche: a furia di denigrare l’Europa eccoci governati dai sovranisti, se l’avessimo difesa strenuamente avremmo potuto anche migliorarla, oggi è tutto immensamente più difficile.

In questo senso, diversamente dal nostro carissimo Direttore, io credo che criticare l’esperimento milanese di debat pubblique sia, per dirla con le sue stesse parole, fare la cosa sbagliata nel momento sbagliato.

Simona Viola

1) L’ampiezza dell’intervento di Simona Viola esclude una breve replica. Replicherò nel mio prossimo editoriale

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