22 maggio 2018

AREE EXPO. UNA MASTERPLAN SENZA CONTENUTI

MIND, Milano Innovation District, il Parco scientifico nelle aree di EXPO


Giovedì 3 maggio alla Scuola di Architettura, Urbanistica e ingegneria delle costruzioni del Politecnico di Milano è stato presentato il Masterplan di MIND – Milano Innovation District, il Parco della scienza, del sapere e dell’innovazione, che sarà realizzato nelle aree di EXPO. Il lavoro è stato presentato dal presidente di AREXPO (società pubblica proprietaria delle aree) Giovanni Azzone, già rettore del Politecnico e dai progettisti di Lend Lease Corporation, multinazionale assegnataria delle aree, Carlo Ratti e Andreas Kipar. O meglio è stato presentato un primo stato d’avanzamento del lavoro. Il tempo riservato al dibattito è stato troppo limitato per consentire valutazioni meditate, che riservo quindi a questo articolo.

04targetti19FBLa presentazione

In sintesi l’intera area ex EXPO viene trattata come un continuo articolato di spazi di fruizione collettiva, aperti al pubblico, compresi gli attacchi a terra degli edifici, intrecciato con un reticolo di attrezzature verdi e azzurre (giardini, viali alberati, canali e altri specchi d’acqua) progettati per promuovere l’incontro e lo scambio di idee tra chi abiterà il Parco. In questo spazio si collocano il Campus universitario, il centro di ricerca Human Technopole, l’ospedale Galeazzi, la Cascina Triulza e altre funzioni pubbliche e di interesse pubblico, sedi di aziende innovative. La FIN, Federazione italiana nuoto, ha proposto ad AREXPO di inserire nel Parco un Centro per il nuoto con piscina olimpica, in stretta relazione con la sede del Corso di Laurea in Scienze motorie che si trasferirà nelle aree di MIND. Nella presentazione del Masterplan tuttavia non sono state specificate in dettaglio le funzioni previste. Per esempio non s’è parlato del ruolo della residenza e delle tipologie residenziali previste.

Le difficoltà del progetto

Il sito ha un fortissimo carattere ambivalente. E’ un luogo di eccezionale accessibilità a grande scala, sia internazionale che metropolitana, ma è anche un luogo racchiuso da potenti barriere infrastrutturali che diventano anche barriere psicologiche: lavorare, abitare, studiare e passare il tempo libero in quel luogo, bello ma fortificato, può diventare un problema. Una condizione che può indurre i progettisti a concentrare tutta l’attenzione all’interno dell’area, ma dovrebbe anche sollecitarli a trovare soluzioni per connessioni più forti con la città e il territorio.

Accessibilità

L’accessibilità, ovvero le condizioni della mobilità e dei trasporti per connettere efficacemente l’area al territorio e alla città, diventa a mio avviso la chiave di volta che può decretare il successo o meno dell’intervento. Nella presentazione invece la mobilità è stata trattata come uno dei temi di progetto, più per il carattere innovativo delle soluzioni ipotizzate all’interno dell’area (le auto senza guidatore) che come nodo di primo livello nel sistema generale della mobilità regionale e metropolitana.

Accenno agli elementi di riflessione sul tema della mobilità. Per il “ferro”: nel 2014 è stato istituito il “Tavolo: Nodo ferroviario milanese” tra Regione e comune di Milano. Ad esso fa riferimento il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Milano (PUMS) e il Programma Regionale Mobilità e Trasporti (PTRM) della regione. In questi piani la stazione Rho Fiera ha un ruolo centrale nel sistema del trasporto su ferro, regionale, metropolitano e internazionale (asse ferroviario 6 della rete ferroviaria transeuropea TEN – T) ed è classificato come nodo di interscambio di primo livello. Il PUMS segnala un problema di compatibilità tra servizio ferroviario metropolitano di massa e servizio Alta Velocità. A che punto è la soluzione del problema? La fermata di porta dell’Alta Velocità alla stazione Rho Fiera è in programma? Il collegamento ferroviario con la stazione Cadorna realizzato per EXPO, verrà riattivato? La programmata nuova fermata di via Stephenson viene connessa all’area?

La fermata MM, Rho Fiera è troppo distante dall’area del parco scientifico per un accesso pedonale. Come si realizzerà la connessione? Come verrà servito l’asse centrale del Parco scientifico (il decumano di EXPO) che è esso stesso più lungo di un chilometro? Insomma come si colloca l’attuazione di MIND rispetto all’attuazione degli obbiettivi del PUMS?

Per quanto riguarda la viabilità

Come si possono rendere più chiari i percorsi di accesso, dagli svincoli autostradali e dalla viabilità statale, attualmente molto confusi? La viabilità locale di contorno all’area darà accessi diffusi all’area, con posteggi di interscambio o ci saranno pochi accessi connessi con il trasporto interno? Ci sarà una linea di trasporto pubblico interno all’area o tutti i punti di accesso sopraddetti saranno connessi da una rete di mezzi individuali automatici che servirà l’intera area? La mobilità ciclabile come sarà? Solo interna o avrà connessioni con le reti esterne?

Connessioni con i poli esterni e il territorio

L’anello delle infrastrutture rende difficile costruire relazioni fisiche con il territorio circostante e con altri poli territoriali, però le possibilità vanno indagate. Anzitutto vanno indagate le potenzialità del rapporto con la Fiera, sia in termini funzionali che di connessione fisica diretta, con la fermata MM Rho Fiera, che non può certo essere solo pedonale. La rete di trasporto innovativo che dovrebbe collegare MIND alla MM, potrebbe essere estesa alla stessa Fiera. Il quartiere residenziale di Cascina Merlata dove sono in costruzione migliaia di appartamenti, oltre a centri commerciali e servizi pubblici, per ora è connessa alle aree EXPO con una passerella pedonale piuttosto lunga e da una linea autobus (n. 35) alla fermata MM di Molino Dorino. È evidente che dovrà essere prevista una rete di trasporto, anche innovativo, che connetta il parco MIND con Cascina Merlata e la MM di Molino Dorino, senza troppe rotture di carico. Anche le reciproche relazioni con il confinante complesso delle Poste non possono essere ignorate. Altre connessioni con i comuni contermini, a partire da Rho, sono forse problematiche ma il progetto deve interloquire con i territori e le amministrazioni locali.

Città studi

Che succede a Città studi con il trasferimento dei dipartimenti scientifici della Statale in MIND? La domanda è venuta dal pubblico (Arcipelago Milano ha ospitato diversi articoli sull’argomento): gli interlocutori non sono AREXPO e Lend Lease, ma le Università e il Comune di Milano. Risulta infatti che il Comune abbia affidato al prof. Balducci del Politecnico uno studio per governare il processo di trasformazione del quartiere. Sarebbe bene che i due progetti procedessero parallelamente (e trovassero riscontro nella variante del PGT) per verificare che il trasferimento delle facoltà scientifiche da Città Studi al nuovo Campus universitario di MIND non sia un danno per il quartiere, ma un’occasione per riorganizzare sia le facoltà che restano, sia il quartiere stesso.

Gli assenti

In effetti le amministrazioni pubbliche sono apparse assenti, almeno nella presentazione al Politecnico. Si ha la sensazione che dopo l’Accordo di programma e il bando di assegnazione delle aree, il progetto MIND si sviluppi senza il necessario confronto con la Regione, il comune di Milano, il Municipio 8, la Città metropolitana il comune di Rho e i Comuni confinanti (e anche l’Agenzia di bacino per il trasporto pubblico, RFI, Anas, MM, ecc.) come se riguardasse i soli sviluppatori e solo ciò che accade all’interno dell’area. I temi sopra esposti non possono che essere affrontati con un’ottica allargata e con le amministrazioni pubbliche ed è indispensabile non solo il loro supporto politico ma anche quello tecnico, per il successo dell’operazione.

Una proposta al Politecnico

Pertanto mi sembra una buona idea proporre alla Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle costruzioni del Politecnico di Milano di organizzare un nuovo incontro sul Masterplan di MIND e sulla riorganizzazione di Città Studi, allargato alle amministrazioni pubbliche, Regione, Comune di Milano, Municipi interessati, Città metropolitana, Comune di Rho e i comuni confinanti, Università Statale, sulla base delle riflessioni che emergono dal dibattito tecnico – disciplinare.

Ugo Targetti

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